Perché ho deciso di scrivere Neve

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Credo non ci sia nulla di più romanzesco e poetico di ciò che si nasconde tra le righe dell’animo umano. Ognuno di noi ha un romanzo in sé, la storia di una vita è sempre emozionante da conoscere. Nel caso di Neve non tratto della mia vita, ma di quella di un uomo che ha fatto la storia e ha cambiato per sempre il volto non solo della Francia, ma anche dell’Europa, lasciando un tratto indelebile anche nelle vite di ognuno di noi: anche se non ce ne accorgiamo ogni periodo della storia dell’umanità si riflette nel nostro quotidiano, seppur in minima parte. Ho voluto attraversare le controversie, le speranze, i sogni dell’animo umano, in particolare quello di Napoleone Bonaparte. Nel mondo, ma soprattutto in Italia, ci viene trasmessa un’immagine piena di cliché, di luoghi comuni. Per tutti Napoleone era un generale corso diventato imperatore grazie a una condotta probabilmente tirannica, per poi morire su uno scoglio perduto in mezzo all’Oceano Atlantico. E poi? Ci si chiede cosa c’era oltre? Magari cosa mangiava o cosa leggeva o qual’era il suo colore preferito. Io credo che molti dimentichino che dietro il ritratto etereo di un re, un condottiero o un letterato, di quelle immagini quasi irraggiungibili che troviamo appese e glorificate nei musei, ci siano sempre e comunque degli esseri umani, che se non fossero passati alla storia per qualche loro gesto e non fossero vissuti in tempi così apparentemente lontani dal nostro avrebbero potuto benissimo essere il nostro vicino di casa o la cassiera del supermercato. Per quanto mi concerne mi sono sempre interessata su cosa effettivamente ci fosse “dietro le quinte” della storia. In particolare il personaggio di Napoleone mi ha quasi ammaliata, del resto come disse Victor Hugo, era un uomo dall’animo grande come il suo genio.

Neve - Federica NardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora