Annabeth viveva a Manatthan ormai da due anni, aveva deciso di frequentare lì l'università piuttosto che a San Francisco.
Abitava in uno dei tipici palazzi di mattoni rossi e le scale antincendio sui muri esterni, il suo era un piccolo appartamento ma che aveva arredato piuttosto bene, in stile minimal e con i toni del grigio, freddo all'apparenza ma non poi così tanto.
Un freddo giorno di inverno, mentre la bionda studiava sorseggiando una tazza di caffè bollente, incominciò a vedere movimenti nella finestra del palazzo di fronte (che era distanziato dal suo di circa 1 metro, quindi come se le due finestre quasi si toccassero).
Annabeth alzò lo sguardo ma vide solo una montagna di pacchi sorretti da due mani passarle davanti, fece spallucce e ritornò con la testa sui libri "Qualcuno si sarà trasferito" pensò inoltre.
Circa una settimana dopo Annabeth tornata a casa dall'università, si preparò la sua solita tazza di caffè e prese libri e pc. Si diresse verso la scrivania bianca e ci poggiò sopra tutto ciò che aveva in mano, ma mentre si stava per sedere notò un ragazzo dai capelli bruni e la pelle parecchio abbronzata seduto dietro una scrivania nella finestra dell'appartamento di fronte, restò a squadrarlo alcuni secondi, il ragazzo sentendosi ossservato però alzò la testa e incrociò gli occhi grigi della bionda, fece un sorrisetto da tipico ragazzo piantagrane e le fece un cenno di saluto con la mano.
Annabeth, già innervosita per il sorrisino del ragazzo si tirò la tenda e si mise a studiare.
I giorni passavano e la bionda vedeva ogni giorno il moro impegnato al pc e di giorno in giorno catturava qualche dettaglio di quel ragazzo che le faceva pensare sempre di più che fosse un bambino di 5 anni, per esempio lo vedeva mangiare delle caramelle blu a forma di delfino o faceva una strana faccia quando era molto concentrato e le sembrava quasi un pesciolino.
Una cosa che Annabeth doveva ammettere era che quel ragazzo era davvero bello e i suoi occhi verdi oceano erano veramente uno spettacolo, le era capitato poche volte di incrociare il suo sguardo ma finiva tutte le volte per irritarsi a causa di quel sorrisino da piantagrane che le faceva tutte le volte.
Quando Annabeth era in vista di un esame e doveva studiare chiudeva sempre la tendina per evitare di farsi distrarre dal ragazzo che aveva preso a infastidirla in quegli ultimi giorni di febbraio facendole smorfie o lanciandole delle palline di carta contro il vetro a volte.
Era la sera del 14 febbraio quando la ragazza, una volta finito di studiare, aprì la tendina e si ritrovò un foglio incollato sul vetro della finestra del ragazzo e ne rimase abbastanza sorpresa.
"Vorrei venissi a cena da me stasera, non farti pregare...non puoi lasciare un bel ragazzo come me da solo il giorno di San Valentino ;)"
Annabeth rimase molto a pensarci su, in fondo aveva tutta l'aria di una brava persona. non aveva alcun motivo per riufiutare...tranne il fatto che la irritava parecchio.
La ragazza sbuffò e cominciò a darsi una sistemata, tanto per cominciare si fece una doccia calda poi sistemò i capelli in uno chignon con due ciocche sottili di ricci biondi che le incornciavano perfettamente il viso.
Mise solo della matita nera nella parte inferiore dell'occhio e del mascara, anche questo nero e dopodichè passò davanti l'armadio per scegliere qualcosa di decente da mettersi.
In tutta sinceramente Annabeth non aveva idea di che cosa mettersi, non pensava di doversi vestire molto elegante...mica era un appuntamento! Non voleva però neanche vestirsi troppo comoda e sportiva, non aveva nessuna confidenza con il ragazzo, si conoscevano appena di vista.
Alla fine scelse un maglione abbastanza pesante ma carino color panna e dei jeans neri, sistemò il maglione dentro i pantaloni ma lasciandolo morbido e poi si mise una cinta di cuoio nera.
Si infilò delle scarpe da tennis bianche, indossò il cappotto e un cappellino blu così come la sciarpa che si mise al collo, prima di andare dal ragazzo comprò una bottiglia di vino rosso nell'enoteca che avevano aperto sul marciapiedi davanti, le sembrava scortese presentarsi a mani vuote.
Alle 20:00 bussò a casa del ragazzo che le aveva indicato la scala e il piano nel foglio sulla finestra.
-Buonasera, stavo cominciando a pensare che non venissi più...accomodati pure.- il ragazzo la accolse.
-Potresti anche dirmi il tuo nome per esempio.- ribattè Annabeth con la sua solita freddezza che però era solo uno strato iniziale.
-Potrei dirti la stessa cosa.- ridacchiò il ragazzo -Sono Perseus Jackson, ma puoi chiamarmi Percy.- le disse poi.
-Piacere Percy, sono Annabeth.- così dicendo la ragazza gli porse la bottiglia di vino.
Dopo aver sciolto il ghiaccio i due si misero a parlare delle loro vite, dei loro studi universitari, cenarono sul divano e bevvero la bottiglia di vino portata da Annabeth.
-Allora tu hai un fidanzato?- chiese all'improvviso Percy.
-No e tu?- rispose lei, Percy scosse la testa poi si fermò un secondo a pensare.
-Nessuno si offenderà se faccio questo allora...- dopo aver detto ciò si avvicinò ad Annabeth e le prese il viso con una mano, le accarezzò una guancia per poi baciarla.
Il cervello di Annabeth era andato in tilt non appena il ragazzo le aveva sfiorato le labbra con le proprie, ma forse per l'acool assunto o chissà per quale altro motivo divino la ragazza non si tirò indietro e ricambiò il bacio.
Le sue labbra morbide contro quelle ruvide di lui.
La sua mano che cominciò ad accarezzargli i capelli mori e le mani di lui che le accarezzavano i fianchi da sopra il maglione.
Un bacio che forse era già destinato ad essere dato, un bacio che trasudava di desiderio, come se quei due fossero stati fatti proprio per incontrarsi, come se fossero fatti l'una per l'altro.
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One-shot sui sette e altri
KurzgeschichtenQui troverete tante one-shot Percabeth , Solangelo , Frazel, Thaluke , Jasper , Caleo e se mi viene in mente Ottachel . Spero vi piaccianooo