Persino mentre scendeva le scale del loro ampio quadrilocale alle undici di notte passate, Walter Fisher, chiamato Freddy dagli amici del bar, a causa del maglioncino rosso, decorato da alcune strisce (che lo faceva somigliare terribilmente al mitico Freddy Kruger, memorabile protagonista di The Nightmare),teneva, o meglio, tentava di tenere ferma la sua mano destra, che in preda a convulsioni incontrollabili continuava a tremare.
Aveva liquidato sua moglie Jasmine dicendo che avrebbe bevuto un goccio di acqua per annacquare la sua povera gola secca... In realtà, però le aveva mentito, come era avvezzo fare da molti anni.
-Quella sgualdrina, pensava, come avrò mai fatto a sposare quella vacca, che per giunta è pure vecchia, grassa e stupida!
<<Ahia!>>, non aveva potuto fare a meno di questa esclamazione, perché scendendo l'ultimo gradino della scala aveva picchiato il mignolino del piede contro il bordo di ferro.
<<Che cazzo!>>, diceva sedendosi sul pavimento di frassino per massaggiarsi il dito, senza neppur accendere la luce.
Dal piano di sopra a giungeva la voce di sua moglie che appoggiandosi sul corrimano nella sua vestaglia bianca lo guardava un po' preoccupata, un po' assonnata, chiedendo:<<Cos'è successo, caro?>>.
L'effetto che quete quattro parole avevano avuto su di lui era stato devastante: la voce che nella sua testa si era appena attenuata, era tornata a rodergli i meandri del suo cervello, come una talpa che tentava di scavarsi una galleria, quella parola faceva altrettanto con la sua testa: <<Uccidila>>.
Walter, detto Freddy, marito che per dieci anni su dodici del loro lungo matrimonio, era stato più che un marito ideale; un uomo dotato di un intelletto fine, con cui sarebbe stato sempre piacevole parlare; un direttore nonché uno scrittore di gialli che stava scalando l'infinita muraglia della fama...
Era diventato pressoché un obbrobrio, un essere immondo, che dopo aver udito queste quattro dannate parole, ha smesso di essere umano abbandonandosi a questa voce suadente, che lui definiva suadente: la quale in realtà era fredda ma placida, quasì maniacale.
Non lo aveva detto a nessuno, neppure a sua moglie, che, quando questa aveva perso il figlio; esatto, secondo lui, "aveva perso", era un verbo più che adatto. Dopo la morte del figlio, scaricata la colpa sulla moglie, quell'uomo moro di capelli con occhi verdi: <<... Come so fossero i più belli tra gli smeraldi>>, così Jasmine amava descrivere il colore delle sue iridi; era deceduto, o meglio era come se la sua anima fosse caduta nel baratro più lugubre e profondo della terra: quello della sua psiche.
Il nome del loro figlio era Jimmy, chiamato così in onore di Jimmy Page, il chitarrista dei Led Zeppelin. Questi significavano molto per la famiglia Fisher, poichè, stando al racconto di Jasmine, la coppia si diede il primo bacio proprio sulle note di Starway To' Heaven, nel lontano 2001, pochi mesi prima del matrimonio.
Jimmy aveva dieci anni quando accadde... Aveva appena finito di giocare assieme a Patrick e a John, i suoi amici del cuore, aveva appena chiesto a Patrick di passargli il pallone, quando la macchina che di lì a poco lo avrebbe investito aveva girato l'angolo di Avenue street: un grosso suv Wolkswagen nero.
Patrick non si sarebbe mai scordato di quel lancio troppo forte che lo avrebbe perseguitato nei sogni durante gli anni a venire.
Forse non si curò del fatto che l'amico fosse proprio sul ciglio del marciapiede, fatto sta che con tutta la forza, di cui un bambino di dieci anni era dotato, colpì Jimmy in testa: quello barcollò leggermente perdendo l'equilibrio finendo per cadere sulla strada mentre l'autista del suv, un tale ubriacone di nome Austin Kennedy, che cinque minuti prima aveva rubato l'auto del suo amico al bar (il bar che poco prima aveva dato a Walter il nomignolo di Freddy), lo investiva.
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Il carnefice invisibile
Mystery / ThrillerPuò la vita di un uomo dipendere soltanto dal suo passato? Il futuro è troppo incerto per Stephen McCartney, che non tiene conto neppure del suo presente. È proprio vero che la vendetta ci svuota, rendendoci contenitori vuoti privi di emozioni impri...