Verona, aprile 2015

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Era un giorno cominciato come tanti altri: ero appena uscito di casa, avevo chiuso la porta, mi ero messo il cappello in testa e controllato l'ora. Appena cominciai a camminare lungo il marciapiede verso l'ufficio, qualcosa mi urtò da dietro ma non con sufficiente forza da farmi cadere. All'inizio ero disorientato e non capii, fino a che non vidi un tizio in bicicletta correrre nella stessa direzione verso cui mi ero incamminato e allontanarsi velocemente. Possibile che non si fosse accorto di avermi urtato ? Forse si, infatti andava molto veloce. Ero sconcertato perchè non si era fermato a scusarsi ma ripresi comunque a camminare dopo aver controllato di non aver perso nulla sul marciapiede.

Di fronte a me la città antica si stagliava in tutta la sua bellezza: ero nel corso principale, pieno di palazzi storici e locali caratteristici. In fondo appariva una rotonda con al centro un monumento. I bar stavano aprendo per la colazione, le auto si muovevano lentamente nel traffico, qualche bicicletta le superava a destra, qualcuno cercava di fermare un autobus facendo segno con la mano. Il sole era ancora basso all'orizzonte e filtrava attraverso una leggera coltre di nebbia sopra i palazzi. Guardando in prospettiva lungo la via sembrava che la città non finisse perchè i palazzi occuppavano tutto lo spazio libero ai lati della strada. Ad un certo punto continuando a camminare, pur distratto dal rumore delle auto, udii distintamente un tintinnio acuto che si ripeteva a intervalli sempre più brevi fino a smorzarsi completamente. Pur essendo ancora leggermente assopito riusci a sentire da dove proveniva il rumore, e a vedere che qualcosa era appena caduto dalla tasca del tizio che mi aveva urtato e stava rotolando al lato della strada. Cercai di vedere dove si era fermato quell'oggetto sperando di recuperarlo per capire se era di valore. Luccicava perchè rifletteva la luce del sole: mi avvicinai e realizzai che si trattava si una moneta. Deluso, presi la moneta e la misi in tasca, senza guardarla. Stava arrivando l'autobus e non ero ancora giunto alla fermata peranto allungai il passo. Preso l'autobus scesci 8 fermate più avanti e giunsi in ufficio. Mi tolsi la giacca e presi posto alla mia scrivania, scordandomi di quell'evento.

Verona è una città storica, ricca di monumenti risalenti all'età romanica e rinascimentale e musei di storia e di scienza. La parte più pittoresca è la zona storica a nord est, vicino a ponte Pietra, alla basilica di s. Anastasia e alla cattedrale di s. Maria Assunta. Salendo da ponte Pietra verso colle s. Pietro è possibile raggiungere uno dei più bei punti panoramici sulla città, da cui si può ammirare l'intero centro storico delimitato a nord e a est dal fiume Adige. Da qui si nota prominente il campanile di S.Anastasia e la cattedrale, il cui esterno rappresenta un bell'esempio di architettura gotica veronese con anticipi rinascimentali. Ponte Pietra è particolarmente bello in quanto l'unico rimasto di epoca romana ed è costituito da cinque arcate di differente lunghezza: la spalla e le due arcate risalgono all'epoca romana, la spalla destra con la soprastante torre e l'arcata adiacente sono di epoca scaligera, mentre le due arcate rimanenti con il grande tondo centrale sono del periodo veneziano.

Negli ultimi anni dopo l'ufficio, nei mesi primaverili, sono solito fare delle lunghe passeggiate in centro città e lungo l'Adige: fissare il flusso del fiume per iterminabili momenti mi rilassa e mi permette di rallentare i miei pensieri per valutare con più chiarezza gli avvenimenti della giornata. Mi piace immergermi nella storia raccontata dagli antichi palazzi, dalle storiche strade di porfido e dai locali tradizionali, perchè sembra di tornare indietro nel tempo in un'atmosfera surreale.

Il lavoro d'ufficio a volte mi rende distaccato dal mondo reale, un flusso di pensieri continuo mi assale riguardo a come risolvere i miei problemi di lavoro. Mi occupo di analisi dei dati statistici tramite l'utilizzo di software di Business Intelligence e lavorare continuamente con i numeri e gli algoritmi informatici, digitando ininterrottamente di fronte ad un monito produce spesso un senso di alienazione nei confronti del mondo che ci circonda. Per questo è neccessario di tanto in tanto staccare la spina, permettendo alla mente di riprendere il contatto con la realtà e lasciando che le immagini di spazi aperti trascinino i tuoi pensieri fuori dal tunnel della razionalità. Lascio allora vagare la mia mente senza una meta cercando di osservare passivamente i pensieri e le idee che si affacciano : è proprio durante queste situazioni che ci appaiono spontaneamente le soluzioni. Non dobbiamo sforzarci di trovarle a fatica, ma lasciare che sia la nostra mente a guidarci spontaneamente all'idea che può aiutarci.

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