1 novembre 1985.
Hogsmeade.
Il cielo è di un azzurro luminosissimo, l'aria è frizzante e un venticello capriccioso si infila tra i miei vestiti.
Mi guardo intorno: le foglie secche danzano per le vie, i negozianti stanno togliendo le decorazioni di Halloween, l'incantevole Madama Rosmerta è intenta a spazzare davanti il suo locale.
Prendo un respiro profondo e continuo a camminare, la mia meta non è lontana.
Sono ormai tre anni che vengo qui per officiare una cerimonia tutta mia. Non voglio che qualcuno mi accompagni, nessuno può accompagnarmi, nessuno capirebbe. A chi potrei dirlo? Non ho più amici, i miei veri amici. Da quattro anni.
Sono arrivato in cima ad una collinetta. Mi volto verso sinistra e lo vedo: il profilo dell'amato castello, di quel luogo che ha conosciuto la mia ansia, la mia paura, ma anche l'allegria e la felicità più grande.
Hogwarts.
Ieri sera deve esserci stato il consueto banchetto di Halloween. Se chiudo gli occhi posso quasi sentire il profumo dei manicaretti ben sistemati sui quattro tavoli, il baluginare delle candele nelle zucche fluttuanti, Pix più rumoroso del solito, la McGranitt che guarda con le labbra strette per la disapprovazione il professor Lumacorno ingozzarsi di ananas candito, Silente sorridere divertito.
Durante il mio settimo anno non avevo potuto partecipare al banchetto perché c'era la luna piena. Avevo lasciato alle mie spalle la Sala Grande luminosa e risuonante di risate, diretto al Platano Picchiatore.
Solo. Come lo sono ora. Ma con una differenza. Perché quella sera non lo ero stato a più.
"Ehi Lunastorta, dove hai intenzione di andare senza di noi?"
Mi volto, sbalordito.
Loro.
I miei amici, la mia forza, la mia allegria, il sale della mia esistenza.
James con gli occhiali storti sul naso.
Sirius con i capelli scuri mossi dal vento autunnale.
Peter che arranca nell'erba alta, ma deciso a raggiungere gli altri due.
"Cosa ci fate qui? Perderete il banchetto! È anche l'ultimo banchetto di Halloween della nostra vita!"
Sirius mi raggiunge e mi stringe la spalla "appunto! Ti pare che il nostro ultimo Halloween da studenti non lo passiamo insieme?"
James ruggisce la sua approvazione e Peter mi strizza l'occhio.
Io li guardo e sento una bolla di felicità gonfiarsi nel mio petto.
"Come è andata con Lily?" chiedo a James. Lui sorride trionfante e si passa una mano tra i capelli, rendendoli ancora più disordinati "Le ho chiesto se voleva uscire con me sabato prossimo e lei mi ha... ehmmm... caldamente intimato di dissolvermi nell'aria, ma... ehi non guardatemi così!" aggiunge notando i nostri ghigni e le espressioni esasperate "ci sto lavorando! Ancora un po' e crolla! Ho architettato un piano diabolico per farla capitolare" "e cioè?" Lui ci guarda con aria da cospiratore e dichiara "la prossima settimana ci sarà la partita di Quidditch contro Corvonero. Quando prenderò il boccino - perché sicuramente prenderò il boccino!- volerò davanti a lei e glielo consegnerò! Non è un'idea geniale?" Noi tre ci scambiamo uno sguardo perplesso e Sirius dice "Sicuro! Avrai successo Ramoso! Poi lei adora il Quidditch!" James non nota il sarcasmo o fa finta di non notarlo. "Vedrete, vedrete" continua a blaterare.
Riprendiamo a camminare.
Insieme verso una nuova avventura.
Sento una sorta di vuoto all'altezza del petto, un po' per i ricordi, un po' perché sono finalmente arrivato alla Stamberga Strillante.
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un doloroso anniversario
Fantasy"1 novembre 1985. Sono ormai tre anni che vengo qui per officiare una cerimonia tutta mia. Non voglio che qualcuno mi accompagni, nessuno può accompagnarmi, nessuno capirebbe. A chi potrei dirlo? Non ho più amici, i miei veri amici. Da quattro anni...