Capitolo 2: Cos'è questa, una mossa da frocio?

125 8 0
                                    

Il mattino dopo Montgomery De la Cruz si svegliò tra le urla di suo padre che gli domandava dove fosse stato e la sua rabbia ancora latente per il ragazzo della festa.
Bryce lo aveva riaccompagnato a casa, consegnato i 3.000 dollari che l'indomani avrebbe dato a Winston, spiegato dove abitava il giovane e poi lo aveva salutato, non per un determinato periodo ma per sempre.
Monty era ancora arrabbiato per la frase che Winston gli aveva rivolto alla festa, ma lo era molto di più quando pensava che lui e Bryce avevano chiuso per colpa della rabbia che il riccio aveva saputo scatenare nel suo animo.
Il suo istinto gli diceva di recarsi da quel tale per massacrarlo definitivamente, ma infondo sapeva che era l'unica cosa che lo separava da una denuncia per percosse, ed era proprio il silenzio di quel ragazzo che era costato al suo amico ben 5.000 dollari.
Si vestì, scese di fretta le scale di casa e prese le chiavi della macchina.
《Hai fatto tardi stanotte, dov'eri?》la voce inquisitoria del Signor De la Cruz fece sussultare il giovane, sperava tanto di uscire alla chetichella.
《Ero con Bryce, ad una festa》rispose vago
《Non so come faccia quel ragazzo a stare dietro ad un piantagrane buono a nulla come te...》 replicò suo padre, ma Monty sentì solo una parte di quella frase, aveva già messo in moto il pick up per raggiungere Winston e saldare i conti.
Parcheggiò lungo un viale alberato e varcò il cancello della proprietà Williams, così faceva di cognome il tale.
Non era molto diversa dalla casa in cui si era tenuta la festa, né dalla casa di Bryce Walker o di qualunque altro riccone ad Evergreen County.
Giardino ben curato, cancello imponente, struttura della casa costosa, tutti particolari noti agli occhi di Monty.
Arrivò davanti alla porta di ingresso e bussò, sperando di non trovare altri che il ragazzo e di concludere in fretta l'affare.
《Ciao》lo accolse Winston, aprendo la porta improvvisamente.
《Questi sono i 3.000 dollari che hai chiesto. Puoi contarli》disse Monty a denti stretti, cercando di soppesare le proprie parole per evitare di combinare altri guai.
《Entra, non mordo》 lo invitò l'altro, ma il castano rifiutò
《Hai i tuoi soldi, io me ne vado》 girò i tacchi, già pronto a lasciare quel posto.
《Non così in fretta. Mi hai letteralmente distrutto il labbro e forse anche il naso ieri. Senza contare la mia reputazione... Potrei ancora denunciarti, ma se ti fermi a parlare con me non lo farò》sollevò la voce Winston, per farsi sentire.
《Non mi scuserò, lo sai questo?》
《Preferirei lo facessi, ma suppongo di non poterti obbligare...  Almeno prendi un bicchiere di whiskey》 propose il riccio, spalancando ulteriormente la porta per permettere l'accesso a Montgomery, che acconsentì alla sua richiesta.
I ragazzi si accomodarono in un grande e luminoso soggiorno, con vetrate ampie, mobili in mogano e ben due grandi divani imbottiti.
Il riccio versò da bere per sé e per il ragazzo della Liberty, che fissava esterrefatto ed un po' a disagio dove si trovava. Restarono in silenzio sorseggiando whiskey, quando Winston si decise a rompere il ghiaccio
《 Non sei della Hillcrest, vero?》
《Ti sembro uno di quei ricchi montati per caso?》spuntò l'ispanico velenoso, indicando se stesso.
《Allora come conosci Bryce?》il ragazzo sollevò un sopracciglio e finì il contenuto del suo bicchiere.
《Cos'è questa, una mossa da frocio? Perché tra i due sei tu l'unico che vuole parlare》 si alterò l'altro, alzandosi e lasciando cadere a terra il bicchiere ancora mezzo pieno, frantumandolo in mille pezzi.
《Non capisco cosa tu voglia dire. Stiamo solo facendo una conversazione come due ragazzi normali - sorrise appena Winston - almeno prima che tu rompessi uno dei miei bicchieri》fece notare
《Bene, allora levo il disturbo, prima di fare altri casini o di finirti di spaccare il naso, cazzone》sollevò la voce il castano, procedendo verso l'ingresso a grandi falcate
《Montgomery - gridò il giovane rimasto a pulire ed a raccogliere i cocci di vetro - non ti volevo cacciare, ma non capisco perché tu sia tanto arrabbiato con me》lo guardò negli occhi, ma a differenza della sera prima al posto di confusione e desiderio ci vide due tizzoni ardenti.
《Devi tenere chiusa la tua fottuta bocca Williams. Per colpa tua mi ritrovo anche senza un' amico, che dopo ieri sera mi ha scaricato, e tu hai ottenuto un labbro rotto in cambio》 lo guardò in cagnesco, fermo sulla soglia ma senza aprire la porta
《Senti non risolverai nulla così, siediti. Parliamo un po' e poi...》
《Poi cosa eh - lo interruppe subito Montgomery - non sono un frocio del cazzo, te l'ho già detto, quindi stai fuori dalle palle》 aprii la porta, ma la mano di Winston lo bloccò prima che potesse chiuderla dietro di sé
《Io avrò anche baciato te, ma tutto quello che è successo dopo sei stato tu a deciderlo》 ribatté.
Monty strinse i pugni ed andò via, anzi meglio, corse via, mise in moto e partì a tutto gas, quel ragazzo diceva un mucchio di stronzate.

Provò a contattare Bryce nei giorni successivi, ma si rese conto che l'amico faceva sul serio quando aveva detto " a mai più rivederci".                                                                                                        Non lo avrebbe mai ammesso a voce alta, ma non avere l'appoggio di Bryce lo faceva stare male.
Lui lo aveva aiutato tutte le volte che era finito nei casini, di qualsiasi genere. Gli aveva prestato il suo legale per il processo Baker, gli aveva dato soldi e supporto.
Ed aveva sempre contato su di lui, fuori e dentro il campo di football. Gli avrebbe sempre reso grazie per esserci sempre stato; non come quel rottinculo di Justin Foley, che lo aveva tradito scegliendo di stare dalla parte di Clay.
Monty sapeva che le accuse di stupro mosse a Bryce erano reali, ma aveva continuato a stare al suo fianco perché Bryce per primo lo aveva sempre protetto.
Ora si sentiva più vuoto.
A parte la squadra, che era tutta la sua vita, non aveva nessuno.                                                          Quindi stette per i fatti suoi, cercò di evitare casa il più possibile e frequentò gli allenamenti estivi della Liberty.

《Hey Monty!》 gli vennero incontro Luke, Zach ed un'altro ragazzo biondino.
Ricambiò il saluto e le pacche sulla spalla
《Io sono Charlie St. George - si presentò il biondo - sono di un' anno più piccolo e mi sono appena trasferito in città 》spiegò
《Benvenuto nella squadra, nuova recluta!》lo accolse Zach assieme agli altri.
《Vedo che avete già conosciuto Charlie - entrò il Coah Kerba, battendo una mano sulla spalla al ragazzo, che sorrise timido - ora ho bisogno che qualcuno di voi lo istruisca a dovere su come vanno le cose qui e cosa comporta essere un Liberty Tiger》scrutò i ragazzi con attenzione, ma prima che qualcuno potesse dire altro Montgomery si propose.
《Posso pensarci io, Coach》
Kerba guardò il ragazzo molto attentamente 《D'accordo numero 32. Ma per Settembre quando riprenderanno scuola e campionati lo voglio in forma》decretò
《Sarà uno dei giocatori migliori, promesso》lo rassicurò il castano, fiero di se.
La giornata procedette tranquilla tra allenamenti e sessioni intensive di football per Charlie, che si sforzava di stare al passo con gli altri
《Hey ragazzi, che ne dite di una serata tra Liberty Tigers a casa mia? Potremmo salutare Diego e dare il benvenuto a Charlie...》 propose Luke Holliday entusiasta. Gli altri giocatori convennero subito con lui.
《Vedrai bello, sarà una forza. I Liberty Tigers sono una famiglia, in campo e fuori 》disse Monty verso Charlie, che annuiva soddisfatto di aver trovato dei compagni di squadra amichevoli ed un valido mentore.
Quella sera andò proprio così, tutta la squadra riunita da Luke salutò Diego e diede il benvenuto ufficiale a Charlie, tra pizze, birre e partite ai videogames.
Zach e Monty stavano giocando a Mortal Kombat erano le fasi salienti, ancora poche mosse ed avrebbero saputo chi sarebbe stato il vincitore.
Il segnale di un messaggio fece distogliere per pochi secondi l'attenzione a Monty, che dal joystick passò al telefono, notando che il mittente dell' sms era un numero sconosciuto

" Fammi un' ultimo favore e saremo davvero pari
Winston Williams "

A nulla servirono le urla esultanti di Zach che aveva vinto, Montgomery strinse il telefono in mano sentendo la collera affioragli alla mente
《Ragazzi, devo andare》 bofonchiò prima di salutare tutti velocemente e mettere in moto l'auto.
I ragazzi si scambiarono uno sguardo perplesso ma non fecero domande né cercarono di trattenerlo, tutti sapevano che Montgomery non veniva da un contesto familiare semplice ma nessuna aveva mai saputo come aiutarlo; nessuno a parte Bryce.
Il giocatore di football nel frattempo guidava diretto verso casa di Winston Williams.
Lo avrebbe ammazzato di botte sicuramente.
Stavolta per non sbagliare gli avrebbe rotto anche le dita, in modo che non potesse scrivere stupidi sms.
E nella peggiore delle ipotesi se a casa avesse trovato i suoi genitori avrebbe dettoloro che avevano un figlio finocchio e che la colpa di tutto era di Bryce, così da incolpare l'ormai ex amico.
Lo odiava per averlo allontanato.
Odiava Winston perché non sapeva farsi da parte.
Odiava tutti, forse anche se stesso.

Inside his eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora