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~Benji pov~
Avevamo festeggiato con un semplice aperitivo. Mi ero tirato indietro quando avevano proposto di andare a bere. Me ne tornai a casa. Aprii la porta.
« Zio Schneider sei tu? »
Chiese una voce. Mi voltai.
« Ciao uomo alto! »
Disse Charlotte. Rimasi sorpreso.
« Ciao piccola. Stai aspettando Schneider? »
Le chiesi, lei annuì. Presi il telefono, mandando un messaggio a Karl.
« Torno subito d'accordo? Il tempo di cambiarmi. »
Le dissi. Lei annuì tornandosene in salone. Sorrisi. Era così simile ad Alyssa. Ma aveva qualcosa di diverso. Andai in camera. Aprii la porta.
« Cosa ci fai qui? »
Chiesi sbarrando gli occhi.
« E-ero venuta a posare i-i panni c-che avevo s-stirato. »
Balbettò guardando il pavimento.
« Tutto bene? »
Chiesi avvicinandomi.
« S-stavo sistemando e-e ho trovato q-questo. »
Disse voltandosi. Aveva il biglietto tra le dita della mano destra e l'anello nell'altra. Sospirai.
« P-perchè n-non me l'hai chiesto dopo la fine dei Mondiali? »
Chiese cominciando a piangere. Si accasciò sulle ginocchia. Rimasi in silenzio. Mi abbassai. Presi l'anello e il biglietto. Li poggiai sul letto. Lei strinse i pugni.
« Volevo aspettare. Non me la sentivo di chiedertelo subito. Stavo solo aspettando il momento giusto. »
Dissi. Lei alzò lo sguardo. I suoi occhi erano stracolmi di lacrime. Le presi le mani.
« Perché è così doloroso vederti? »
Si chiese senza ricevere alcuna risposta da parte mia.
« Ogni volta è come se mi conficcassero decine di coltelli nel petto. È come se mi sparassero senza mai smettere. »
Continuò. Sentivo le sue lacrime cadere sul pavimento. La presi, stringendola più forte possibile. Lei cercò di liberarsi, per poi cedere e lasciarsi andare. Poggiò il mento sulla mia spalla.
« Perché sei così stronzo? »
Chiese.
« Sono così stronzo perché non riesco a farne a meno. Ma con te mi sento diverso, mi sento me stesso. Ma non l'ho dato mai a vedere perché non ne ho mai avuto il coraggio. »
Dissi. Lei si strinse ancora di più a me.
« Perché devi sempre farmi soffrire? »
Chiese.
« Ogni giorno ripenso ai bei momenti che abbiamo passato insieme. Ripenso a quel video che mi mandarono. Scoppiai a piangere. »
Disse stringendo la mia T-Shirt tra le mani. Stava piangendo si nuovo. Rimasi in silenzio. Sospirai. Dovevo parlare.

~Alyssa pov~
Stavo piangendo. Quelle lacrime, incontrollabili, scorrevano sul mio viso. Strinsi ancora di più la sua T-Shirt. Il suo odore mi era mancato da morire.
« Sai Alyssa. Quando ho ascoltato quel messaggio nella segreteria, ho pianto per la prima volta per una donna. Ero stato capace di perdere la cosa più importante della mia vita. Non volevo farti soffrire. »
Disse. Alzai lo sguardo. I suoi occhi erano lucidi, ma non lo dava a vedere. Abbassai lo sguardo. Avrei dovuto dirglielo? Avrei dovuto dirgli che era lui il padre della mia bambina? Guardai altrove.
« Avevo deciso di chiederti la mano alla fine dei Mondiali. Ma con il tuo infortunio non mi sembrava il caso. Così ho deciso di aspettare che ti riprendessi. Nessuno sapeva della mia proposta. Volevo fosse una sorpresa. »
Disse.
« Immagino Bruce, James e Jason a prenderti in giro. Holly e Julian che si congratulano con te, Johnny, Ed, Philip e Ted che preparano il tuo addio al celibato. »
Dissi ridendo leggermente. Anche lui rise.
« Io invece mi immagino le ragazze. Ti assillerebbero fino allo svenimento per aiutarti a scegliere l'abito. Patty e Jenny che piangono, Amy e Isabelle che ti preparano l'addio al nubilato e le ragazze della squadra che ti aiutano con il matrimonio. »
Disse Benji. Risi. Poco dopo smettemmo. Ci guardammo negli occhi. Entrambi i nostri sguardi erano nostalgici, rivolevano indietro quello che era stato. Il cuore voleva battere così forte da poter perforare la cassa toracica. Le labbra volevano sentire i delicati e caldi baci lasciati su di esse. La pelle aveva bisogno di sentire il respiro affannato, le labbra baciarla, il tocco delicato delle mani della persona amata. Ogni singolo pezzo del nostro corpo aveva bisogno di amore. E ogni volta che il dolore sguaina la propria spada, ferisce, colpisce senza pietà. Il cuore sta male, le labbra sono silenziose e gelide, il corpo si irriggidisce. Come la morte. Una parte del proprio corpo muore, appassisce. Quella parte che dovrebbe essere coltivata e curata viene distrutta, senza che essa lasci alcuna traccia.
Sapevo bene di aver perso quella pezzo da tempo. Ma lentamente si stava ricucendo. Ed era Grazie a Tom, a Isabelle a Schneider, alle mie compagne, agli amici, al calcio, alla famiglia, a Charlotte. Mi toccai il cuore. Batteva forte proprio come la prima volta che ci siamo incontrati. Non lo davo a vedere facilmente all'epoca, dopo quello che mi era successo.

« Lui è il padre. Non puoi non fargli conoscere sua figlia. È sangue del suo sangue! »

Quelle parole risuonavano in testa come le campane della chiesa la domenica. Delle voci che imploravano di dirgli la verità su Charlotte. Ero certa che volesse sapere chi era suo padre biologico. Sospirai ancora una volta, in preda alla tensione e alla paura. Le mani tremavano, sudavo freddo. Presi il coraggio necessario.satebbe venuto a sapere tutto prima o poi.
« Charlotte non ne sa nulla, perché non ho mai avuto il coraggio di dirglielo. »
Cominciai. Lui mi guardò.
« Ho scoperto di essere incinta qualche mese dopo il ricovero, tre anni fa. Ero felicissima. Inizialmente non lo dissi a nessuno, per evitare che la notizia arrivasse ovunque. Tom e Isabelle se ne sono accorti subito. »
Dissi ridendo. Lui mi guardava interrogativo, spronandomi con lo sguardo a continuare.
« Sono stata per un periodo sulla sedia a rotelle ed è s- »
« Vai al punto. Mi fa enormemente innervosire le persone che ci girano intorno. »
Disse lui, interrompendomi. Lo guardai. Era a braccia conserte e mi guardava.
« So che vuoi sapere chi è suo padre. »
Dissi. Lui rimase sorpreso. Eliminò quello stupore quasi subito.
« E non ero sicura di volerti dare questa risposta. Pensavo non meritassi di conoscerla. »
Continuai. Lui si voltò. Rimasi in silenzio. Non riuscivo a parlare. Le parole mi erano morte in gola. Strinsi le mani in due pugni.
« Benjamin... Tu... Tu sei suo padre biologico. »
Dissi. Lui si voltò.
« C-cosa? »
Fu quella l'unica parola che uscì dalla sua bocca. Poi il silenzio.

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¡HOLA!
Scusatemi per questa lunga attesa. Ma non sapevo come scrivere questo capitolo. E ci ho messo una vita. Comunque
Benji ritorna a casa, ritrovandosi Charlotte difronte. La saluta, rientrando in camera sua. Alyssa piange per l'anello che aveva trovato. L'anello con il quale Benji voleva chiederle di sposarlo. Tra chiarimenti e lacrime, Benji scopre di essere il padre biologico di Charlotte. ( lo avevate capito tutti, l'unico c******e che doveva capirlo era lui. ) Ma cosa succederà nel prossimo capitolo?

Vi metto solo il profilo taggato. Sapete cosa fare.
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Ancora Una Volta GoalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora