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Guardo il cielo. Non l'ho mai guardato con tutta questa attenzione, ma stasera mi sto concentrando al massimo: devo vedere assolutamente una stella cadente. Forse è un po' immaturo da parte mia, ho diciotto anni e voglio credere a queste cose, ma mi fa stare meglio. A furia di guardare l'immenso blu sopra di me mi sembra di essere stata assorbita da quel grande niente. Non sento il mio corpo, le voci che mi circondavano si affievoliscono. Il nulla. Sono sparita? esisto ancora? mi sono annullata? sono diventata una stella? quanto vorrei fosse vero. Forse se continuo a fissare il cielo spariranno anche i pensieri, non voglio pensare più. Voglio cessare di esistere, voglio smetterla di essere intrappolata in questo corpo mortale, voglio essere una stella, tanto prima o poi anche le stelle si spengono. Sto dicendo troppe stupidaggini, non posso pensare queste cose, devo smetterla. Più cerco di smettere di pensare a queste sciocchezze il pensiero di sparire si fa sempre più forte, diventa assordante, mi stona, mi fa trasalire. -Kate? stai bene?- non capisco di chi sia la voce, mi giro, è Ben. -Ehi, si sto bene, scusa. Solo pensieri stupidi- 

-Se lo dici tu...ehi guarda! una stella cadente- 

-Accidenti! me la sono persa- 

Se solo non mi avesse parlato, dovevo vederla, era la mia unica speranza. 

-Ti va di raggiungere gli altri? tra poco andremo via, almeno li salutiamo- 

-Ben non so se mi va- 

-Kate, reagisci. Non puoi continuare ad isolarti! domani inizia l'ultimo anno, devi pensare a divertirti, goditi quest'ultimo anno di leggerezza.-

Leggerezza, che parola lontana. Spesso la parola "leggerezza" viene associata alla superficialità, non posso permettermi di essere superficiale, non posso far finta di nulla. Voglio essere pesante, non voglio dimenticare, non posso farlo, per te mamma, non posso. 

-Fa come vuoi, non ce la faccio più a vederti così-

Faccio finta di non sentirlo, altrimenti finiamo col litigare. Stella cadente. Stella cadente. Stella cadente, fammi sparire. Mi alzo e vedo Ben raggiungere gli altri poco lontani da noi, non mi va di salutare i suoi amici, non mi piacciono e voglio restare sola adesso. Cerco lo sguardo di Ben per salutarlo ma niente, è troppo preso dal fare battute idiote. Va bene Kate, andiamo a casa. Salgo in macchina e metto in moto. Spengo immediatamente la radio, non voglio musica adesso. Sono pesante, nessuno mi sopporta. Ma chi mi supporta? nessuno. Nessuno. Abbasso il finestrino, il vento fresco di settembre mi fa sentire meglio, mi rilasso. Arrivo a casa, mio padre come al solito, da due anni a questa parte, è davanti alla TV con una bottiglia in mano. Non stasera, non ora. Salgo in camera e mi butto sul letto. Cerco di addormentarmi, mi arriva un messaggio da Ben: "Non mi hai nemmeno salutato, sono stanco del tuo atteggiamento. Dove sei andata? sei sola?" 

Non ora, no Ben, lasciami stare. 

Suona la sveglia, è ora di andare a scuola. Mi alzo a fatica e mi preparo contro voglia. Scendo in cucina, niente colazione, mio padre dorme ancora. Vorrà dire che la farò per strada o non la farò affatto, non ho fame tanto. Prendo la macchina e mi avvio a scuola. Dopo aver parcheggiato mi avvio verso l'ingresso, Ben mi prende per il braccio. 

-Buongiorno eh-

-Ciao Ben-

-Neanche un bacio stamattina?-

-Sapevi benissimo che giorno era ieri, stavo male e non per sciocchezze. A te importa stare con i tuoi amici ed essere leggero, io sono solo una palla al piede, non è vero?. Comunque, quel messaggio di stanotte non ci azzeccava proprio. Grazie per essere così comprensivo.-

Sei la mia stellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora