Capitolo 1

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15/07/2015

"Stai tranquilla, andrà tutto bene, è solo una lezione di tennis. Se non ti piacesse il maestro o il circolo possiamo sempre provare ad andare da un'altra parte" disse mia madre.

Stava guidando per portarmi a provare un nuovo circolo di tennis, dato che quello che frequentavo prima era troppo lontano da casa nostra e perdevamo molto tempo nel raggiungerlo. Era stato un mio compagno di classe a consigliarmi questa scuola di tennis e a dirmi che era frequentata da vari ragazzi della nostra età con cui mi sarebbe stato facile fare amicizia. Inoltre ero intenzionata a frequentare il corso di agonistica (non che volessi diventare la nuova Sharapova, siamo chiari), così da potermi allenare due volte alla settimana e fare anche un'ora con il preparatore atletico, dato che di sicuro non volevo perdere il fisico per cui mi ero tanto impegnata nell'ultimo anno.

Avevo lo stomaco sottosopra da quanto fossi in ansia per questa lezione di prova. Speravo vivamente che mi sarebbe piaciuta, non volevo ripartire alla ricerca di un nuovo posto dove allenarmi.

"Siamo arrivati!" disse mia madre. Ero così persa nei miei pensieri e nelle mie paranoie da non essermi nemmeno accorta del fatto che avevamo appena parcheggiato e lei stesse aspettando che scendessi dalla macchina.

Mi feci coraggio, mi misi in spalla la mia sacca con dentro la racchetta e seguì mia mamma verso l'entrata del circolo. Ero pronta a sfoderare la mia parte più socievole e solare, cercando di dimenticarmi di quanto in realtà fossi quasi terrorizzata. Quello che mi fece davvero tranquillizzare fu conoscere il maestro, Sam (Samuel), un argentino di circa trent'anni simpaticissimo, il quale mi mise subito a mio agio.

Mi girai verso mia madre e le dissi: "Okay, ciao! Ci vediamo quando ho finito la lezione!". In realtà qualche minuto prima le avevo chiesto di rimare a vedermi giocare così che mi sentissi più tranquilla. Infatti appena sentì queste parole le scappò una risatina divertita. 'Grazie mamma, molto simpatica'.

*

'Oh no. No no no. L'unica cosa in cui sono una frana'. Mancava circa un quarto d'ora alla fine della lezione e l'insegnante decise di farmi provare qualche volee, scelta tremendamente sbagliata. Come se non bastasse poco prima avevo intravisto un ragazzo che, incuriosito dalla mia presenza, si era seduto sugli spalti per vedermi giocare.

Dopo qualche palleggio al volo Sam si accorse della mia poca preparazione e dimestichezza con quell'esercizio, così si giro verso le sedie per il "pubblico" e disse: "Ei, Liam! Avresti voglia di far vedere alla ragazza nuova come si fa questo esercizio?"

'Oh. My. God.'. Non mi ero ancora accorta di quanto fosse bello quel ragazzo, mi aveva folgorata. Gli occhiali da sole completavano il suo look perfetto e la mia testa era già intenta a scannerizzarlo con precisione, così da renderlo il protagonista dei miei prossimi filmini mentali. Si stava avvicinando con un'aria decisa e compiaciuta, non ci voleva tanto per capire che volesse fare bella figura.

Cercai di riprendermi mentre porgeva in avanti la sua mano perché io gli dessi la mia racchetta. Iniziò a farmi vedere come la dovessi tenere nel modo corretto e come muovermi per rispondere velocemente a rete. Fermo, impassibile, si vedeva che giocava da un bel po' di tempo e che era oggettivamente bravo. In realtà per me poteva anche essere impedito e la mia testa l'avrebbe immaginato come il tennista dell'anno, però era davvero allenato.

"Grazie per la racchetta, sono sicuro che non ti ci vorrà molto per imparare la volee. Ah, comunque io sono Liam" disse sicuro di sé. "Grazie! Io sono Mary Jane" dissi con un sorriso da ebete stampato in faccio e con la mia solita voce squillante (anche troppo, i miei amici dicono che non parlo, "squittisco"). In un attimo lui si era di nuovo seduto al suo posto ad osservarmi e io finii la mia prima lezione di tennis in quello che, in poco tempo, sarebbe diventato il mio nuovo posto preferito.

Sam era davvero simpatico e pronto a insegnarmi tutta la tecnica che mi mancava, ma onestamente chi mi aveva davvero convinta ad iscrivermi a questo circolo era stato Liam con i suoi capelli biondo cenere. "Ei Liam, sai che Mary sta per partire per andare due settimane in vacanza studio e tennis a Londra?" disse Sam. Tutto vero, era il secondo anno che partivo per la Gran Bretagna con la federazione italiana di tennis (FIT) e passare due settimane tra studio dell'inglese (in cui ad essere sincera sono sempre stata molto brava), lezioni di tennis e visite guidate per la città. Era stato grazie a questa opportunità che mi ero appassionata al tennis e avevo deciso di iniziare a impegnarmi di più con l'agonistica. "Wow, complimenti! Devi saperlo bene l'inglese, io sono proprio negato" disse Liam con una risata. 'Mi offro volontaria per darti ripetizioni!'. No Mary Jane, non puoi dirlo, non provarci nemmeno. Mi trattenni dal pronunciare quelle parole e continuai a parlare con Liam per qualche minuto prima che tornasse a casa.

Intanto era arrivata mia mamma, che si era subito messa a parlare con il maestro. Mi intromisi nella conversazione dicendo quanto mi avesse dato una buona impressione quel circolo, così Sam mi spiegò come funzionava l'agonistica e si mise d'accordo con mia madre sui costi e sulla durata del corso. Ci incamminammo verso la macchina dopo aver promesso al maestro di rivederci a fine agosto, dopo il mio ritorno dalla vacanze (prima a Londra e poi in Liguria), per iniziare questa nuova "avventura" dell'agonistica. Che dire, non vedevo l'ora, ero elettrizzata.

Tornata a casa, dopo una bella doccia rilassante, presi il telefono e cliccai subito sul gruppo whatsapp in cui c'erano Hazel e Luna, dal nome "Getting heads"- non chiedete, lunga storia relativa agli One Direction (ai Larry per la precisione). Iniziai a fare uno dei miei soliti audio sognanti raccontando di Liam, del suo aspetto e del nostro discorso, parola per parola (vabbè, erano poche parole, ma facciamo finta di niente). Sfortunatamente per loro sono dotata di una memoria eidetica e sono logorroica, diciamo che il mio non è stato un audio molto breve. Ormai sono abituate alle mie lunghe conversazioni su ragazzi visti per caso da qualche parte e di cui mi innamoro in un nanosecondo. Che posso farci? Io spero sempre di trovare il ragazzo perfetto come nei film, anche se per ora non se n'è ancora visto uno in giro.

Risposero dopo poco, interessate alla storia di Liam, e senza esitare iniziarono a stalkerarlo sui social, aggiungendo poi qualche apprezzamento e varie domande su di lui - a cui non sapevo minimamente rispondere dato che l'avevo appena conosciuto. Ci scherzammo un po' su e poi iniziammo a parlare del nostro prossimo ritrovo a casa di Hazel. Amavamo cantare e quindi ogni tanto ci vedevamo da lei per interpretare alcune canzoni degli 1D o delle Little Mix, che ovviamente sapevamo a memoria.

Ai tempi non potevo sapere quanto la scelta di frequentare questo nuovo circolo tennistico avrebbe cambiato la mia vita, anche perché mi avrebbe portata al mio Spidey, a Peter.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 28, 2022 ⏰

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