TOXIC

CAPITOLO 1

 * Per la lettura di questo capitolo vi consiglio di ascoltare due canzoni: Take On Me (a-ha) e Toxic (2WEI Official Britney Spears Epic Cover) *

Siamo fatti di legami: da quelli microscopici, intermolecolari, a quelli macroscopici, tra le persone.

La chimica è una scienza esatta, ci insegna che esistono legami forti e legami deboli, legami a ridotta distanza e legami a lunga distanza, o addirittura legami che si formano e si scindono continuamente.

Sorge quindi spontanea una domanda: qual è la logica esistente nei legami tra le persone? Esiste qualche legge chimica che ci permetta di spiegare cosa ci fa legare così tanto ad una persona?

I legami sono invisibili, non si possono vedere; che siano microscopici o macroscopici.

I legami non li puoi toccare, i legami non li puoi osservare: i legami li senti.

I legami esigono di essere sentiti: li devi sentire dentro di te, tra te e la persona al tuo fianco, tra te e la persona dall'altra parte dello schermo, tra te e la persona a mille chilometri di distanza.

Perchè ci sono legami che vanno oltre il contatto fisico, la vicinanza o la vista. Ci sono legami che sfidano le distanze, ci sono legami che continuano ad essere tali, ci sono legami che percepisci anche attraverso uno schermo, o una foto, o un semplice sorriso.

In fondo, quando si tratta di noi persone non esiste legge chimica che regga. Non esistono definizioni a certi legami in quanto essi esistono e basta.

Allora forse è proprio questo uno dei tanti segreti che la chimica dei legami ci vuole insegnare: i legami, quelli veri, vanno sentiti, vanno percepiti, vanno ascoltati, vanno coltivati, indipendentemente dalla distanza.

Perchè in fondo, pensandoci, i legami sono quelli che ci permettono di essere vivi, di farci sentire vivi. Da quelli microscopi che costituiscono tutto il nostro corpo, a quelli macroscopici che ci permettono di affrontare le difficoltà della vita.

Quindi non spremetevi troppo a cercare quale sia la logica in un legame, cosa vi abbia portato a legare così tanto con quella persona: vivete i vostri legami al meglio possibile perché, come affermato in un famoso telefilm: "certi legami sfidano il tempo, la distanza e la logica perché ci sono legami che sono semplicemente destinati ad essere".

E forse è proprio questa la legge che regola il legame tra Valerie e Malek, un legame invisibile ma sicuramente percepibile fin da quella prima e fredda serata d'inizio dicembre...

"Dalton mi dici dove stiamo andando?" chiese sempre più curiosa Valerie mentre, guardandosi attorno, cercava di scorgere qualche palazzo familiare o qualche angolo di strada conosciuto affinché potesse capire quale malsana idea fosse passata in mente del suo oramai compagno di avventure da ben cinque anni.

Dalton sbuffò com'era suo solito fare. Lui non era mai stato un ragazzo di molte parole ma nonostante questo non passava mai inosservato. Potrebbe sembrarvi bizzarro ma provate ad immaginare un campo da calcio, la folla in delirio, il pallone ancora rotolante nella rete avversaria, dei folti capelli biondi grondanti di sudore che piano piano accarezza la fronte rendendo quella pelle così chiara ancora più brillante al sole, due occhi color cielo difficilmente apprezzabili perché un po' socchiusi per la stanchezza, corpo scolpito come una statua di Canova e il triplo fischio dell'arbitro che segna la fine della partita.

Lui era Dalton, centrocampista della squadra di calcio del liceo Shore. Ma se aggiungiamo anche il forte sarcasmo, quella vena di ironia mischiata a pessimismo cronico, la voglia costante di restare il sabato sera a casa per vedere intere saghe di film fantascientifici e soprattutto il profondo odio verso le relazioni umane, potete sicuramente capire come abbiano fatto quei due ragazzi a rimanere amici dopo così tanto tempo: sopportazione.