prima parte

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21/12/2019

Il mio nome è Benedetta, ho 16 anni e vado in terza liceo. Purtroppo liceo musicale, vorrei cambiare scuola ma penso che ormai sia tardi.
I miei capelli sono lisci e corvini, li tengo abbastanza lunghi con una frangetta, ho gli occhi del colore del mare e il viso sottile ricoperto di lentiggini, inoltre sono piuttosto bassa, infatti supero di poco il metro e mezzo.

È l'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze natalizie e sono l'unica presente in classe. (Costanza Benedetta!)

Finalmente l'ultima campanella suona ed io mi dirigo di corsa verso l'uscita, ma a pochi passi dal portone mi fermo, sento che c'è qualcosa che non va.

Ignoro la sensazione ed esco da scuola, ritrovandomiimprovvisamente davanti una mia cara amica, Julia, che mi accoglie con un sorriso per poi esordire con uno squillante: "ti presento Marcello!"

Appena si sposta vedo uno squilibrato travestito da babbo Natale con tanto di barba e cappello. Ha gli occhi neri come la notte (malinconici) e alcuni ciuffi castani spuntano dal suo cappellino rosso e bianco.

"Chi sei tu? Togliti il cappello"

So che non lo conosco, non conosco molti di nome Marcello, ma voglio vederlo in modo da poterlo riconoscere altre volte.

"Non credo che lo farò" dice ridacchiando il ragazzo sconosciuto.

"Togliti il cappello e portami rispetto, sono sicuramente più grande di te"

A questa mia affermazione ride, e anche tanto.

Ok so di non essere alta ma speravo almeno di dimostrare la mia età.

"Come minimo sei un 04, visto che sono più grande levati quel cappello e portami rispetto" "ma tanto non mi conosci!" "Non mi importa levati il cappello"

Resta a fissarmi per alcuni istanti, il tempo per la mia amica di salutare e andare via, poi lui parla: "dimostrami che sei più grande e mi toglieró cappello e barba"

Appena finisce di dirlo inizio a scendere le scale.

"Va bene"

Apro una tasca nel mio zaino e tiro fuori il portafogli, poi tolgo la tessera sanitaria e gliela passo.

La legge velocemente e fa un sorrisino strano, un istante dopo ecco che corre via.

"Ehi! Fermati deficiente!" gli corro dietro e lo raggiungo dopo pochi secondi riuscendo a sottrargli la mia tessera.

"Scusami ma dovevo assolutamente farlo, ahahah" "ora levati quel dannato cappello" "ma tanto non mi conosci!" "Non me ne frega un cazzo, voglio vederti in faccia!" "Ahhhh! Contenta ora?!" Chiede spostando la barba con una mano e il cappello con l'altra.

Ha un viso abbastanza pulito, senza impurità o barba particolarmente folta, solo qualche pelettoche fa capire che in ogni caso non è così piccolo, ha proprio la faccia da 04, i capelli sono castani tenuti corti sui lati con un ciuffo abbastanza lungo (sembra davvero morbido), in ogni caso ha dei tratti abbastanza mascolini, ma i suoi occhi hanno un taglio decisamente più dolce, ha gli occhi da cucciolo.

"Va già meglio, almeno so che faccia ha il mio interlocutore" dico mentre rimetto il portafogli nello zaino, dopo alcuni secondi di silenzio però lui risponde: "vedo che invece la mia interlocutrice è una persona acculturata.. hai studiato il vocabolario?"

Resto immobile a osservarlo un momento per poi accennare una battuta che ho sempre voluto fare: "vedo che qualcuno ha giocato con il sussidiario di grammatica da piccolo"

Sorrido.

Pensare che fino a pochi minuti fa avevo una gran voglia di piangere.

"La signora sussidiario può farmi compagnia per un po'? Penso che Julia non possa" dice Marcello indicando lo spazio vuoto alla sua sinistra.

Un amore che sa di pandemia (La storia di Benedetta e Marcello)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora