Le loro gambe ormai non riuscivano più a correre, erano stanche e avrebbero tanto voluto fermarsi.
Ma la situazione non glielo permetteva. Tre macchine di messicani le inseguivano per assicurarsi che di Zulema e Macarena non rimanesse altro che due corpi senza vita.
La radio di Zulema parlò "Zulema dovevo solo venire a prendervi. Non avevi detto che c'era un esercito, io me ne vado!"
Zulema spinse il tasto della radiolina e con tono secco e affannato rispose "Atterra con quel cazzo di elicottero o te lo ficco nel culo!"
Ok. Cinque secondi e me ne vado. Non aspetto nessuno, ti avviso" ribattè il ragazzo.
"Va bene" Zulema lanciò via la radio ed estrasse le pistole, continuando a correre con Macarena al proprio fianco.
Correvano, sperando di raggiungere l'elicottero il prima possibile.
I loro respiri erano corti e quasi si muovevano per inerzia, perchè fosse stato per loro sarebbero crollate al suolo.
Zulema sentì il respiro quasi abbandonarla, rallentò e poi si fermò, con le mani sulle ginocchia.
"Che fai?!" Le urlò Macarena, fermandosi anche lei vedendola in difficoltà.
"Vattene di qua" le rispose Zulema guardandola.
"Andiamo!" La incitò Macarena con il fiato corto.
"Tranquilla, non lo faccio per te" ribattè Zulema, per poi continuare. "Stammi bene"
Macarena scosse la testa. "No" disse con un filo di voce.
"Non sei più sola" disse Zulema regalandole un leggero sorriso e Macarena sapeva che si riferiva al bambino che portava in grembo.
"Grazie" disse infine Macarena.
Zulema le rivolse un ultimo sorriso prima di vederla allontanarsi. Si girò verso i messicani e deglutì, cercando di pensare il prima possibile a cosa fare.
Macarena, nel frattempo continuava a correre, in modo ormai scomposto, non vedeva l'ora di raggiungere l'elicottero.
Un pensiero, però, la tormentava da quando aveva lasciato lì Zulema, a vedersela con quei messicani. Aveva davvero fatto la cosa giusta? Gli ultimi anni insieme erano stati piacevoli nonostante quello che era successo tra loro negli anni passati e quel pensiero, in quel momento, non faceva altro che martellarle il cervello.
Vide finalmente l'elicottero vicino, così cominciò a correre ancora più veloce in modo da raggiungerlo il più in fretta possibile.
"Forza sali!" Le intimò il ragazzo una volta che Macarena raggiunse il mezzo e si poggiò su di esso per cercare di riprendere fiato. "Muoviti!"
Macarena lo fulminò con lo sguardo e poi avanzò arrabbiata verso di lui "Zitto e ascolta brutto stronzo" cominciò la bionda prendendolo per la maglietta e puntandogli la pistola sotto al mento. "Hai delle armi?"
Il ragazzo annuì impaurito.
"Cosa hai? Hai delle bombe, dei fucili?"
"Ho-ho delle bombe e un fucile"
"Benissimo" disse Macarena. "Ora tu fai partire questo cazzo di coso e insieme andiamo da quei messicani per dargli una lezione. Capito?"
"Ma-" cerco di replicare il ragazzo.
Macarena lo scosse per la maglietta "Ho detto metti in moto, o giuro che ti faccio saltare il cervello"
Il ragazzo non poté fare altrimenti, fece volare l'elicottero e si diresse verso le tre macchine.
Macarena nel frattempo vide la cassa delle armi e decise di armarsi al meglio per uccidere quei bastardi e salvare Zulema. Prese quattro bombe e il fucile e si affacciò leggermente per controllare la situazione.
Vide Zulema a braccia aperte, mentre abbandonava le pistole al suolo.
Ma cosa stava facendo? Voleva farsi ammazzare? Erano questi i pensieri che viaggiavano nella mente di Macarena.
Decise che non c'era più tempo da perdere, si avvicinò al ragazzo.
"Abbassati con l'elicottero"
"Cosa?! Sei forse pazza?!"
Macarena gli puntò la pistola alla tempia "Fai scendere questa cazzo di ferraglia volante!" Esclamò urlando.
"Va bene, va bene" disse cominciando a scendere con l'elicottero.
Nel frattempo Zulema, dopo aver buttato le pistole, puntò le mani davanti a sè, cercando proprio di mimare delle pistole.
Macarena sentì il primo sparo, il secondo, il terzo e ad ogni colpo vide il corpo di Zulema contorcersi.
"EHI!!" Macarena urlò per attirare l'attenzione dei messicani, cercando di distrarli da Zulema. "EHI!"
Macarena lanciò le bombe proprio mentre i messicani alzavano lo sguardo verso di lei.
I messicani non ebbero nemmeno il tempo di reagire che subito un boato si alzò. Loro e le loro macchine saltarono in aria, lasciandone solo un brutto ricordo.
"Atterra! Corri!" Esclamò Macarena che non appena vide che l'elicottero era abbastanza vicino al suolo, decise di saltare, atterrando rovinosamente sul suolo.
La bruna era in ginocchio sulla sabbia, con la mano sinistra sul ventre cercando di tamponare il foro di proiettile.
"Zulema!" Macarena corse verso di lei e non appena le fu vicino si fiondò su di lei.
"Bionda" disse piano Zulema "C-cosa ci fai ancora qui?"
Macarena spostò la mano di Zulema dalla ferita per capire quanto fosse grave la situazione. Fece una smorfia vedendo il sangue che fuoriusciva a fiotti.
"Zulema dobbiamo andare in ospedale, subito!" Esclamò Macarena.
"No bionda! Col cazzo. N-non andrò in quella merda di posto" ribatté la mora.
"Zulema non puoi fare sempre la bambina! Ascoltami per una volta! Vieni andiamo" Macarena si avvicinò a lei e poggiò il suo braccio sulla propria spalla per sollevarla.
"AAAH!!" Si lamentò Zulema. Macarena non l'aveva mai vista così sofferente, eppure di cose ne aveva passate davvero tante, come quella volta che decise di ustionarsi con il vapore caldo. Ma così non l'aveva mai vista.
"Aspetta!" Esclamò Zulema mentre stavano per salire sull'elicottero.
"Cosa c'è ancora?" Chiede Macarena spazientita.
Zulema la prese per il giubbotto e l'avvicinò a sè "Promettimi che non mi porterai in ospedale"
"Zule..."
"Promettilo cazzo!" Esclamò quasi arrabbiata Zulema.
Macarena fissò i propri occhi in quelli di Zulema che quasi la supplicavano di non mandarla in quel posto.
"Va bene" disse alla fine Macarena. "Ma ora andiamo"
Zulema zoppicava, continuando a tenersi il ventre e Macarena si stava macchiando di tutto il suo sangue.
"Dai, ci siamo quasi" la tranquillizzò Macarena, infatti poco dopo raggiunsero il mezzo.
Macarena sollevò, con tutte le forze che aveva, Zulema e la mise nell'elicottero.
"Cazzo" Zulema fece una smorfia di dolore e strinse i denti appoggiandosi alla spalliera del sedile.
Macarena scambiò una parola con il conducente e poi tornò da Zulema.
La bionda le tolse il giubottino, facendo molta attenzione a non farle troppo male.
"Ma insomma bionda... " Zulema respirò a fatica. "Ti sembra il momento di fare queste cose?" Chiese cercando di sorridere, ma ciò che le uscì fu un sorriso amaro.
Macarena accennò un sorriso "Anche in questi momenti sei sempre la solita"
"Soprattutto in questi momenti"
Macarena vide che aveva una ferita superficiale sul braccio destro e altre due, una sul ventre e l'altra sulla spalla. Era arrivato il momento di assicurarsi che ci fosse il foro di uscita.
"Zulema, devo controllare, che ci sia il foro di uscita" disse la bionda.
"Fai pure"
"Fammi controllare la spalla" Macarena la spinse leggermente in avanti, sperando di non farle troppo male.
Notò, con sua somma felicità che il foro di uscita c'era e tirò un piccolo sospiro di sollievo. Fece adagiare Zulema di nuovo sul sedile e poi si inginocchiò di fronte a lei.
"Siamo già alla proposta di matrimonio?" Chiese la bruna, sforzandosi di ridere, ma ad ogni accenno di sorriso usciva un fiotto di sangue.
Macarena non poté far altro che sorridere. Nonostante la brutta situazione in cui si trovavano, Zulema riusciva ad alleggerire la tensione.
"Devo controllare il fianco Zulema"
La bruna annuì e si spostò di lato per dare più accesso a Macarena.
La bionda tamponò sulla parte dove ci sarebbe dovuto essere il foro.
Ma non c'era nulla.
Macarena si sentì quasi mancare e iniziò a sudare freddo.
"Allora?" Chiese Zulema.
Macarena tornò di fronte alla donna, con la faccia completamente sbiancata.
"Deduco che non c'è foro" osservò Zulema, passandosi la lingua sui denti.
Macarena annuì semplicemente, senza dire una parola.
La bionda fissò la mora con il panico negli occhi.
"Sai cosa devi fare bionda" disse Zulema che voleva quasi tranquillizzarla a vederla così.
"Come... come faccio Zulema? Non sono in grado cazzo!" Esclamò Macarena battendo, con forza, il palmo della mano sul lato dell'elicottero. Si portò una mano sul viso, cercando di trattenere le lacrime. Non voleva fare del male a Zulema, era l'ultima cosa che avrebbe voluto. Pensare ciò per Macarena era molto strano, ma non poteva nascondere che la bruna non le era più così indifferente come prima.
Zulema prese la mano di Macarena, scoprendone il viso "Sei l'unica persona di cui mi fido, ti sto affidando la mia vita. Puoi farne quello che vuoi Maca"
Macarena sprofondò in quelle parole, come negli occhi della bruna che erano più dolci del solito. Davvero la bionda avrebbe potuto fare ciò avrebbe preferito, avrebbe potuto anche lasciarla lì a dissanguarsi. Ma averla salvata dai messicani doveva pur significare qualcosa. Macarena tirò su col naso e poi si mise alla ricerca della cassetta del pronto soccorso dell'elicottero. Chiese al conducente che gliela indicò e lei la prese, spostandola sul sedile.
"Forse... " cominciò Macarena con un velo di imbarazzo "... forse è meglio se togliamo la maglietta"
Zulema annuì, senza fare ironia questa volta.
Macarena le si avvicinò e afferrò i lembi della maglietta "Sei pronta?"
La bruna annuì nuovamente stringendo i denti più che poteva.
Macarena cominciò a sfilare la maglietta e quando staccò il tessuto dalla ferita da proiettile Zulema soffocò un urlo e Macarena strinse gli occhi, per cercare di scacciare via il pensiero di quanto stesse soffrendo Zulema in quel momento. Sfilò il braccio destro, quello che presentava solo una ferita superficiale e poi il braccio sinistro, stando attenta alla ferita d'arma da fuoco sulla spalla.
"Merda!" Esclamò Zulema, una volta che la maglietta venne sfilata del tutto.
Macarena rimase un attimo incantata a vederla lì con solo il reggiseno a coprirla. Deglutì e poi Zulema la fece tornare alla realtà.
"Bionda, puoi fare pensieri sconci dopo che mi avrai tolto il proiettile, per favore?"
Macarena scosse la testa e deglutì.
"Stenditi" intimò a Zulema, che lo fece, con l'aiuto della bionda.
Macarena aprì la cassetta del pronto soccorso e diede una benda a Zulema per tamponare la ferita alla spalla e poi prese il bisturi e una pinza, pronta per estrarre il proiettile.
Le mani di Macarena tremavano, non sapeva come avrebbe fatto. Certo avevano fatto un corso accelerato prima della rapina al matrimonio, ma era stata tutta teoria. In quel momento doveva mettere le mani su un corpo vero. E quel corpo era di Zulema Zahir.
Si sentì afferrare il polso e guardò Zulema.
"So che ce la puoi fare Maca, sei la donna più forte che io abbia mai conosciuto. Forza Maca, fallo" le disse Zulema.
Macarena non sapeva se fosse il dolore a farla parlare, se l'avesse resa delirante o se semplicemente fosse impazzita. Non le aveva mai parlato in quel modo.
Macarena annuì prese il disinfettante e lo spruzzò sul bisturi e sulla ferita prima di utilizzarlo.
Avvicinò il bisturi alla ferita e cise ai lati di essa e il primo grido di Zulema riecheggiò nell'abitacolo.
Macarena avrebbe voluto prendere il suo dolore, si sentiva in colpa per la condizione in cui era Zulema. Infondo era colpa sua se l'avevano ridotta in quel modo. Zulema era disposta a sacrificarsi per lei e per la creatura che portava in grembo e glielo aveva dimostrato.
"Resisti Zulema, ora te lo tolgo" la rassicurò Macarena, mentre disinfettava la pinza.
Zulema si portò una mano sul viso per asciugarsi il sudore e poi mise quella stessa mano sulla bocca, pronta a soffocare il prossimo urlo che sapeva sarebbe arrivato presto.
Macarena infilò con cura le pinze nella ferita.
"MERDA!" Gridò Zulema, oltrepassando la barriera della propria mano.
La bionda trovò il proiettile, lo afferrò e lo estrasse. Lasciò cadere la pinza e il proiettile e subito disinfettò nuovamente la ferita.
Guardò Zulema che già la stava fissando con occhi socchiusi e un leggero sorriso, quasi impercettibile.
"È finita" disse Macarena, prendendole la mano e stringendogliela, un gesto che le venne così spontaneo in quel momento. Quasi come se lo avessero sempre fatto.
Zulema cercò di allargare il sorriso, ma fallì. Per il troppo dolore sentì le forze abbandonarla e chiuse gli occhi.
"Zule!!" Esclamò Macarena avvicinandosi al suo viso. "Zulema non dormire cazzo!!"
Macarena posò due dita sul collo di Zulema per controllare il battito, era debole, ma c'era. Tirò un sospiro di sollievo e poi prese delle bende pulite dalla cassetta del pronto soccorso.
Avvolse la spalla di Zulema, con cura, dopo averla disinfettata. Fece più e più giri in modo da bloccare la fuoriuscita di sangue. Poi passò alla ferita sul braccio e infine a quella sull'addome.
Prese il corpo di Zulema e poggiò le braccia della bruna sulle proprie spalle, in modo da avere libero accesso anche alla schiena di Zulema. La fasciò con cura, sperando di aver fatto un buon lavoro.
La adagiò lentamente sul sedile, ormai zeppo di sangue.
Rimase lì a guardarla, controllando che il suo petto si muovesse, assicurandosi che fosse ancora viva. Si sedette a terra, accanto al suo corpo, poggiando la testa sul sedile. Chiuse gli occhi e senza nemmeno accorgersene si addormentò.
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Breath
FanfictionOneshot! "Zulema le rivolse un ultimo sorriso prima di vederla allontanarsi. Si girò verso i messicani e deglutì, cercando di pensare il prima possibile a cosa fare. Macarena, nel frattempo continuava a correre, in modo ormai scomposto, non vedeva l...