Ehm-ehm, solo un paio di cosette prima di iniziare, tanto per chiarire.
Allora, hm, per questa OS mi sono ispirata alla scena degli scalini (?), ma ne ho tratto la mia idea guardando l'anime; il manga, putroppo, ho iniziato a leggerlo solo un paio di giorni fa, dopo aver terminato di vedere la serie -avrei preferito aspettare che in fumetteria arrivasse la versione cartacea, piutosto che leggerlo online, ma la mia città fa schifo, in quanto a rifornimento di manga, aye-. Perciò, se doveste riscontrare delle imprecisioni o dovesse esserci qualcosa che non vi quadra, è perche io per ora ho avuto la possibilità di vedere soltanto l'anime; per quanto ho potuto constatare, difatti, correggetemi se sbaglio, Elle è molto più tenero nell'anime rispetto al manga, dove invece sembra più "adulto e maturo" in quanto aspetto; e così anche Light, i cui tratti nel manga sono molto più, hm, "infantili", se prendiamo le parole con le pinze. Comunque, la seconda cosa che volevo chiarire sono i prompt presenti all'inizio, gentilmente suggeritimi dalla mia ragazza @itsaliss ~grazie di aver sopportato i miei scleri e le mie lacrime sulla serie, dolcezza~. Detto questo, la smetto di rompere e vi lascio alla fanfic- critiche/commenti sono sempre ben accetti, tesori ~~ Sottovoce ~
~ Cose nascoste ~
~ Addio ~«Moriremo entrambi, Yagami~kun».
Tic. Tac. Tic. Tac. Sono quelle goccioline d'acqua che dai corvini capelli di Ryuzaki cadono a terra, a fare rumore, o sono le lancette che scandiscono quanto ancora gli resta da vivere?
«Hm? Che pensiero sciocco, per uno come te- certo che moriremo, prima o poi tocca a tutti».
Il suo sguardo é ancora fisso sul proprio lavoro, mentre con meccanica delicatezza passa minuziosamente l'asciugamano sul piede del ragazzo; il suo tono é sempre il solito, lugubre, lineare, senza la benché minima sfumatura d'intonazione, atono. A volte, Light si domanda se non sia un automa.
«Oh, ma io non intendo prima o poi» Ryuzaki leva appena gli occhi, la flebile luce che filtra attraverso i vetri bagnati non fa altro che appesantirgli le già profonde occhiaie «É fin troppo prevedibile, anzi, praticamente certo che tu mi ucciderai, che mi toglierai di mezzo per continuare la tua impresa; ma é altrettanto prevedibile che farai la stessa fine anche tu, Kira».
Light si sente mancare, sotto quello sguardo così sicuro e profondo, scuro, neanche fosse la prima volta che si sente accusare; ma non può permettersi di tradire emozione alcuna, Elle sarebbe capace d'incastrarlo anche solo per il più piccolo fremito.
«Ryuzaki, per favore, ancora con questa storia? Potresti non chiamarmi a quel modo?».
«No» scuote piano il capo, piccole gocce d'acqua che schizzano sui freddi scalini mentre lui non può che portarsi il pollice fra i denti- é incredibile come riesca a farlo sembrare quasi puro, quel suo gesto «Perché non dovrei usare il tuo appellativo?».
Light butta fuori un lungo sospiro, osservando la grazia con cui Ryuzaki gli posa il piede ancora nudo a terra «Semplice, perché come ho già detto milioni di volte, io non sono Kira».
Se ne fosse capace, Ryuzaki riderebbe. Ora che ci pensa, non ha mai visto un sorriso sincero sfiorare quelle labbra, e neanche l'abbozzo di una risatina uscire dalla sua gola- nemmeno quando ha decretato lui e Misa~Misa i suoi "unici amici" ha provato a sorridere; cos'ha, quel ragazzo, che gli impedisce di provare dei sentimenti?
«Ammiro la tua caparbietà, Light~kun» oh, cos'era quello? Un brivido? Solo perché ha pronunciato il proprio nome? «Non hai intenzione di cedere, orgoglioso come sei, già..».
Il suo sguardo stralunato sta quasi mettendo Light a disagio, e dato che é consapevole di non poter scappare in alcun modo, opta per lo spostare i piedi di uno scalino più indietro, arricciando il labbro superiore.
«Nemmeno tu, a quanto pare».
«Esattamente..».
E da lì, silenzio. Il capo di Ryuzaki si volta con una lentezza immane verso la vetrata al loro fianco, il pollice poggiato sulle labbra, l'altra mano sul ginocchio: silenzio totale. Nemmeno il suo respiro sembra fare rumore alcuno.
Light quasi non si accorge di quello che fa, ma lo sta fissando- no, lo sta guardando. Per la prima volta da quando lo conosce, lo guarda veramente, si sofferma su ogni suo particolare, si sorprende di non conoscere affatto quel ragazzo. Sì, perché quando mai aveva notato che i suoi capelli sono color pece?, di un nero del tutto diverso dai suoi occhi? Oh, sì, i suoi occhi sono color dell'onice. E non sono affatto spenti, o persi, o vuoti, sono così- così belli, e brillano di una luce tutta loro, e non sono troppo grandi o a palla, gli prendono il viso in un modo deliziosamente.. tenero? Ryuzaki.. tenero?
Dio, sì. C'è una sorta di ingenuità e di purezza, nei suoi morbidi lineamenti, che lo rendono quasi adorabile, proprio come un bambino.
In fondo, un bambino lo é: odia perdere, non si siede composto, mangia solo dolci, si diverte a giocare con ogni cosa che si ritrova per le mani... Come le persone, sì. Anche con le persone.
«Light».
Si ridesta in un secondo dai propri pensieri, mettendo a fuoco la sua figura con un insistente sbattere di palpebre.
«Sì, Ryuzaki?»
Il ragazzo si volta con la stessa lentezza di prima, il solito sguardo indecifrabile stampato in volto; Light lo decreta, inconsciamente, carino. Molto carino.
«Di' la verità, se ne sei capace» Ryuzaki prende a mordicchiarsi il dito, puntandogli in viso i propri grandi occhi «Cos'è per te, Misa~san?».
Questa volta, il più piccolo non può trattenere uno sguardo di puro stupore: da quando in qua ad Elle in persona interessano cose futili come i legami affettivi?
«Misa? Cosa- cosa c'entra Misa, ora?».
«Rispondi soltanto alla mia domanda».
I suoi dolci lineamenti non si sono increspati nemmeno per un attimo, ma forse Light riesce a cogliere un barlume di curiosità in quegli occhi che si ritrova addosso; lo sta stupendo più ora, che con tutti gli ingegnosi stratagemmi che é solito architettare.
«Misa é» pensaci bene, Light, ogni risposta potrebbe esserti ritorta contro «la mia ragazza».
«Certo, certo» il moro annuisce piano, ed alcune goccioline d'acqua finiscono nuovamente a terra «Ma io non ti ho chiesto cosa rappresenta per gli altri, Light, io ti ho chiesto cosa sia per te».
Smascherato anche qui «Cosa vorrebbe-».
«Lei ama te» scandisce bene ogni parola, chissà con quale intenzione, poi «ma tu non ami lei».
«E chi te lo dice?».
Si lecca lentamente le labbra, ed un altro brivido percorre la schiena di Light, e non per il freddo.
«Sei troppo razionale, per provare dei sentimenti del genere- io e te non siamo uguali, in fondo, Light~kun?».
Uguali? Lui e Ryuzaki, uguali? No, questa cosa non gli va giù «Io non torturo le persone».
«No, é vero. Tu le uccidi» e lo asserisce in un tono così tranquillo, che a Light viene quasi spontaneo appoggiarlo, dargli corda, le parole "Sì, Kira sono io" smaniano per uscire dalle proprie labbra.
Certe volte, ha una malsana voglia di confessare tutto.
E non a suo padre, non a Matsuda, non a Aizawa o chi per esso: proprio a lui, a Ryuzaki, a Ryuga- a Elle. Ecco, sì, a Elle.
Sembra che più lui si costruisca una fortezza di ben congegnate bugie tutt'attorno, più facilmente Elle riesca ad abbatterla; si diverte, per lui é come il più stuzzicante dei giochi. Forse, sì, sono uguali. Spiegherebbe in un qualche modo quella strana ed anomala attrazione che prova nei suoi confronti: troverebbe un motivo al perché non può fare a meno di seguirlo costantemente con lo sguardo, di cercare la sua approvazione in ogni più piccola cosa, del trovare continuamente un pretesto per confrontarsi con lui. Inconsciamente, non può fare a meno di lui; forse Light ne é consapevole, al contrario di Kira.
«Light Yagami non ha mai ucciso nessuno».
Ne aveva così bisogno. Perché é vero, Light non uccide, Light non ne ha il coraggio.
«Light Yagami magari no, già..» il polpastrello di Elle struscia piano contro il suo labbro inferiore, ed il più piccolo si sorprende a notare che sia più carnoso rispetto al superiore «Ma Kira sì».
Silenzio.
Light ha improvvisamente paura di perderlo.
Sa che Rem é già giunto alla conclusione più ovvia, e che prima o poi la luce in quei occhi si spegnerà come una flebile fiammella; ma finché quel fuoco arde, finché é vivo, e brucia, e brilla, perché non appropriarsene? Dio, Light sta probabilmente impazzendo. Perché all'improvviso é tutto così diverso, é come se i propri occhi vedessero Ryuzaki per la prima volta: é così- così tenebrosamente affascinante, così misteriosamente intrigante, così- bello, dannazione. Non credeva l'avrebbe mai pensato, ma é la verità. Nemmeno bisogna levare anche solo la più piccola delle sue imperfezioni, oh, Dio, che nessuno si azzardi a farlo, che blasfemia sarebbe! Diventerebbe piatto, monotono, noioso, e perderebbe ogni sua attrattiva; senza quelle scure occhiaie, quei ribelli capelli di nera pece, quegli occhi talmente grandi da sembrare timorosi, quei suoi strambi modi di fare, non sarebbe che una persona qualsiasi, amalgamata nella folla. Non fa altro che nascondersi, eppure spicca come nessun altro fa, perché lui é.. speciale. Così speciale da annichilire, anche solo per una frazione di secondo, Kira, da lasciar fiorire qualcosa nel petto di Light, qualcosa che non ha mai provato, qualcosa che sembra proprio essere.. un sentimento. Un sentimento puro e vero.
Light sta provando una forte attrazione verso Ryuzaki.
Che tipo di attrazione, però?
«Light~kun? C'è qualcosa che ti turba?».
Da quanto- da quant'è che lo sta fissando, di preciso? E, oh, miseria, non aveva notato quanto fossero vicini, e che i loro respiri si stessero mischiando, sta impazzendo, sta impazzendo.
«N-No, tutto bene, Ryuzaki, tranquillo» scuote piano il capo e, davvero, tenta di rivolgere lo sguardo altrove, ma quegli occhi sono come calamite.
«Sai, Light... Riguardo a prima, beh, sento come se dovesse accadere più presto di quanto non pensi, di quanto entrambi pensiamo; non c'è alcuna logica, in questo mio pensiero» cosa? Ryuzaki che non usa la logica? Il mondo sta sicuramente andando a catafascio, oltre a quella arabescata vetrata, l'apocalisse starà finendo ciò che Kira ha soltanto iniziato «Ma, dopotutto, c'è almeno un briciolo di logica, in tutto questo? Insomma, Shinigami, quaderni che uccidono..».
La testa di Light sta scoppiando, non ne può più di tutta questa solfa, di pagine macchiate di sangue, di lettere assassine, di dei della morte e d'impassibili bugie- ha bisogno di chiudere, con tutto questo, di tappargli la bocca, in qualsiasi modo!
Per la prima volta, non c'è logica nemmeno in ciò che fa Light.
Un secondo, basta anche meno di un solo secondo.
Le pioggia ticchetta ancora insistentemente sulle ampie vetrate, fredde lacrime su quello scorcio violetto di dilaniata civiltà, ma Light si sente così al caldo, contro le labbra di Ryuzaki: sono dolci, proprio come le leccornie che é solito divorare ogni giorno, oh, ma che dice, anche di più!, e poi sono talmente morbide, così tanto che potrebbe tranquillamente sentirsi male da un momento all'altro. E per una volta non c'è Elle o Kira che tenga, sono solo due ragazzi, Light e Ryuzaki- non importa che non sia il suo nome, chi se ne frega dei nomi, é stufo di dover continuamente avere a che fare con dei nomi: sono due ragazzi e si stanno baciando, senza preoccuparsi del futuro o della morte, del paradiso o dell'inferno, della preda o del cacciatore; solo due ragazzi. E nonostante tutto questo sia così immensamente stupendo, é pur sempre un peccato, un paradisiaco peccato: forse, proprio loro sono paradiso ed inferno, angelo e demone- e due mondi frapposti a questo modo fra loro, non possono entrare in collisione per troppo tempo.
«Light..».
É così spaesato, Dio, così teneramente confuso: le loro armature devono essersi spezzate, con quel bacio, lasciandoli nudi l'uno sotto lo sguardo dell'altro.
Ma quando un lampo squarcia il cielo, la stanza s'illumina a giorno, gli occhi si spalancano, le bocche si schiudono, le corazze si ricostruiscono e si rinforzano: non dovevano, non potevano, no!
«Cos'era, questo? Il bacio di Giuda?».
E di nuovo sono nemici, riecco Elle e Kira, la diffidenza, il sospetto; anche questa situazione si é fatta insopportabile, e Light non può che risistemarsi ed alzarsi frettolosamente in piedi, scrollando le spalle e voltandogli la schiena.
«No. Era un addio».
Sussurri che si disperdono nell'aria, in quella distanza che si é fatta così grande da inghiottire quelle parole soffiate sottovoce, da dividere Light e Ryuzaki, per sempre.
E quella frase é nuovamente lì, "Sono Kira, sono io, hai sempre vinto tu, Elle"; in fondo, non é forse la serata delle cose proibite?
Ma Kira non può permetterselo, perché Kira non perde mai, Kira dà e toglie a suo piacimento, Kira é onnipotente.
Light é solo un povero ragazzo, succube ormai di ciò che lui stesso ha creato, perso in quel mare di menzogne e peccato.
E se ne va, voltando le spalle a Ryuzaki, il suo viso impresso a fuoco sotto le sue palpebre.
Addio. Per sempre.