15 settembre 2017
"Comportati bene, non farci fare brutta figura." mi disse mia mamma riferendosi alla nuova scuola. Era il primo giorno del secondo anno di liceo, ma in una nuova scuola. Sicuramente l'avere il sostegno dei miei genitori almeno il primo giorno di scuola è un desiderio lecito, ma a quanto pare non dal punto di vista dei mie amati genitori. Effettivamente, ora che ci penso, era già tanto se sono venuti a presentarsi ai professori."Come sempre mamma, ciao." alcune volte mi sembrava di essere troppo cattiva nel giudicare i miei, ma dopo ne facevano una delle loro; come dare ospitalità a uno spacciatore o farmi restare da sola per tutta la notte mentre andavano a drogarsi. In cuor mio speravo si lasciassero, almeno quel mostro di mio padre se ne sarebbe andato e magari mia mamma avrebbe provato a disintossicarsi, ma so perfettamente che non succederà mai. Quindi dovrò continuare a salvare mia mamma tutte le volte che mio padre la picchia e prendere anche io qualche pugno. Mentre cercavo di scacciarmi questi pensieri dalla mente, ho notato un ragazzo accanto a me con una felpa e dei jeans rigorosamente neri che parla con la madre.
"No mamma, non preoccuparti se devi andare. Tanto a breve arriva papà." Gli ha detto il ragazzo dark che ho vicino alla madre. ero dispiaciuta per lui, sapevo cosa voleva dire quando i tuoi genitori ti lasciano da solo in un momento importante, ma a quanto pare almeno lui avrà suo padre.
"Oh tesoro... credevo di avertelo detto. Tuo padre mi ha scritto ieri sera che era fuori per fare un concerto. Non riuscirà a venire." ecco, ora lo capivo ancora meglio. La madre non gli ha dato nemmeno il tempo di proferire parola che già stava uscendo e saluta il figlio con un semplice "a dopo, ti voglio bene" senza nemmeno guardarlo negli occhi. Almeno sua madre gli diceva che gli vuole bene, nessuno l'aveva mai detto a me. Nemmeno io in realtà, ma in fin dei conti, non avevo nessuno a cui dirlo.
"beh mia madre è stronza quasi quanto la tua." mi disse il ragazzo, sul momento sorrisi, ma la verità è che non conosceva minimamente mia madre, se avesse detto questo di mio padre forse avrei riso, ma mia mamma non è cattiva. Lei è dolce, buona e gentile. Era la droga che le fa questo effetto.
"non conosci mia madre." Risposto fredda io. Non mi disse niente tutto il resto del tempo, ha fatto bene, sono una da allontanare.
"allora ragazzi loro sono i vostri nuovi compagni. Alyssa e James" Disse la professoressa quando entrammo in aula. A quanto pare il ragazzo che avevo aggredito prima era il mio futuro compagno di classe e probabilmente anche di banco, contando la scontentezza delle persone ricche.
"bene ragazzi direi che potete sedervi su quel banco. Ma prima raccontateci qualcosa di voi, se vi va!" mentre disse queste parole si mise a guardare me, come sembrassi una che parla tanto di sé stessa.
"Non ho nulla da dire. Mi chiamo Alyssia e ho la vostra età." finii così e mi andai a sedere. Credo che la professoressa ci fosse rimasta un po' male, non volevo offenderla. Non sono una che offende la offende di proposito, ma non sopporto le persone che fanno domande come le sue. Perché la gente pensa che ci sia bisogno di raccontare la propria storia per conoscere qualcuno? Il passato di una persona non ti rileva niente di lei. Il mio passato non mi definisce, e non lo farà mai, non posso permetterlo. Per questo non racconto la mia storia alla gente, loro credono che l'ambiente in cui sei cresciuto abbia dei riscontri sul tuo carattere, soprattutto la gente ricca. Come tutti quelli in questa stanza. Eppure negli occhi della professoressa ho letto qualcosa di diverso, come se volesse provare a capire veramente quello che sono, ma non ci riuscii. Non ci è mai riuscito nessuno, almeno fino a quel momento.
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Solo qualche livido
Ficção AdolescenteAlyssia ha tutte le carte in regola per diventare qualcuno, se non per i suoi genitori. Suo padre? Un violento. Sua madre? Una drogata, tutto sommato è stata più furba, ed è scappata. Mentre Alyssia è rimasta sola con il suo migliore amico, James. A...