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Trama di WitchHunter08: È la sera di Halloween e sei uscito a prendere dei dolci per la festa inoltrata a casa tua. La macchina ti abbandona nel parcheggio vuoto del supermercato. La ragnatela che hai in macchina da mesi all'improvviso sembra più grande.

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La notte di Halloween

Halloween, nessuno si attarda a girare in questa notte oscura, sicuramente già persi in qualche festa e, per colpa di un party protrattesi a casa sua era uscita a comprare dei dolcetti. I tacchi del suo costume da vampira rimbombano contro il soffitto di cemento, le luci al neon sfarfallano, la nebbia avanza, ingorda, avvolgendo qualsiasi cosa sul suo cammino, attenuando le poche luci presenti, favorendo in tal maniera l'oscurità.
Preme il pulsante per aprire l'auto e lesta sale al posto di guida. Il freddo di fine ottobre, infido penetra sotto pelle facendola rabbrividire. Abbandona borsetta e spesa nel sedile accanto, gira la chiave per azionare il motore che, come il lamento di un moribondo, geme sofferenza. Tenta ancora e a ogni tentativo i lamenti si fanno sempre più strazianti. Sbuffando per quel inconveniente, nota una ragnatela alla sua sinistra con il suo architetto; senza esitazione spalma quell'esserino sul cruscotto. Devo pulirla sta macchina. Arrendendosi all'evidenza si accascia contro lo schienale, allungando la mano verso la borsa per recuperare il cellulare, nel farlo nota un'altra ragnatela, ancora intatta solo perché troppo lontana e lei troppo pigra per rimuoverla. Cerca su internet un carro attrezzi, grattandosi sovrappensiero la gambe che all'improvviso sembrano percorse da un formicaio. Nessuno nella zona in quella notte di festa é disponibile, sconfitta getta il telefono sul sedile; corruga la fronte alla vista della ragnatela ricoprire metà parabrezza. Il fastidioso formicolio sale sempre più, diffondendosi anche alla mano. Confusa lancia un'occhiata distratta e, il secondo dopo, un grido di terrore. Apre la portiera catapultandosi fuori, spazzandosi con urgenza gli arti da quei minuscoli aracnidi prima che possano ricoprirla ed entrare in qualche orifizio. All'improvviso svaniscono, facendole dubitare di averli visti. Confusa si guarda attorno in cerca di qualche anima pia, ma è sola, torna in auto dopo essersi accertata che nessun baby ragno voglia usarla come dimora. La ragnatela ora ricopre tutto il parabrezza, stranita da ciò cerca di rimuoverla, ma un formicolio alla base della nuca le fa comprendere di non essere sola. Il respiro le si spezza, il cuore accelera i battiti, gli occhi si levano lentamente verso lo specchietto retrovisore incatenandosi a occhietti neri, più grandi di quanto dovrebbero essere, il corpo peloso troppo grande per quello spazio ristretto. Deglutisce a vuoto, incapace di muoversi, incerta se questa apparizione sia suggestione o realtà.
"Non ucciderai mai più un membro della mia famiglia " gracchia con la sua strana voce.
Le grida bloccate in gola, mentre viene strattonata, da un cappio di fili e fili di tela, che la conduce a pochi centimetri dalle fauci di quel mostro. Persino lei, che non teme i ragni come la sua amica Marty, trema dal terrore, la pelle velata da un sottile velo di sudore freddo, gli occhi che ricercano disperati qualcosa per salvarsi; gli arti che si agitano scomposti nel tentativo di liberarsi dalle zampe pelose che la stringono con fermezza. Senza volere, schiaccia un altro aracnide, il mostro sussulta sbarrando gli occhi neri.
"Hai ucciso la mia ex moglie!"
L'ironia, che viene le viene nei momenti meno opportuni, le dona un insolito coraggio per dire: "ringraziarmi, ti ho evitato di staccare migliaia di assegni per gli alimenti". Tale dato pare aver effetto positivo sul ragno extralarge tanto da, per un attimo, fargli allentare la presa sulla giovane; ma ella, posando una mano sul sedile per sostenersi, uccide un altro membro della famigliola. Gli occhi neri si riducono a sottili fessure minacciose. "É ora di sfamare i piccoli orfani" la informa con un ghigno sadico avvolgendola in un bozzolo di tela lasciandola così alla mercé di quei piccoli ragnetti affamati.

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