Capitolo 39

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POV Micaela

Appena tornai a casa corsi in bagno e mi sciacquai il viso con dell'acqua fredda.

Fissai allo specchio il mio volto bagnato per qualche secondo per poi asciugarlo con un asciugamano.

Avevo cercato di buttare più eroina possibile, anche se non sarebbe servito a molto.
Steven avrebbe certamente chiamato qualcuno per procurarsene dell'altra.

"Amore sono a casa!" Slash gridó dal piano di sotto mentre Aaron abbagliava felice di vedere il suo padrone tornare.

Scesi le scale sfoggiando un sorriso radioso, come se non fosse successo nulla di importa nelle ultime ore.

Il mio sorriso svanì appena vidi cosa mi aveva portato Slash.

Rose, rose rosse.

Vi starete chiedendo che cazzo c'è di male. A tutte fanno piacere questi gesti romantici, no?

Il problema è che Slash non è un tipo da rose rosse; anzi è poco romantico e io di certo non mi lamento di questo, però se mi aveva portato delle rose vuol dire che c'è qualcosa che non va.

"Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere" disse porgendomele facendo un un sorriso nervoso.

Oooh, ora ho capito piccolo essere tutto cazzo e niente cervello!

"Chi è?" Chiesi inespressiva "chi è chi?" Chiese a sua volta ancora più nervoso "quella che ti sei scopato" precisai.

Il suo volto diventò pallido.

"Non credarai che io sua così stupida spero" aggiunsi buttando le rose nel cestino.

"Voglio solo sapere il suo nome, tutto qui" dissi cercando di mantenere la calma "Perla" ripose dubbioso della mia apparente calma "Perla.... bè Perla è un bel nome, immagino che lei sia molto bella, giovane e così sexy" dissi "una tipa assolutamente scopabile. Non credi Slash?" Domandai.

Lo vidi in difficoltà, non sapeva che dirmi e questo mi faceva incazzare di più.

Sfortunatamente per lui avevo delle bottiglie di birra a portata di mano e cominciai a lanciarle verso di lui.

"Che cazzo Mickey finiscila!" Disse cercando di schivarle "sei un brutto stronzo, ingrato" gridai ignorandolo mentre le lacrime sgorgavano dai miei occhi "io ti ho donato la mia vita e tu mi ripaghi così, bastardo?!?!" Le bottiglie erano finite e l'unica cosa che potei fare fu chiudermi in camera da letto.

Non riuscivo a smettere di piangere.
Volevo stare bene, dimenticare il dolore al petto che provavo in questo momento, perdere il contatto con il mondo.

Tirai fuori una bustina di eroina dalla tasca del giubbotto di pelle.
Perché sì, non ero riuscita resistere alle tentazioni che offriva quel comodino solitario nella stanza di Steven.

D'altronde siamo esseri umani no? Siamo deboli e facili prede delle tentazioni.

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