2. Il buongiorno si vede dal mattino

49 5 0
                                    

Quando Adam esce dall'incubo si ritrova nella sua stanza, ma paralizzato, con gli occhi stranamente già aperti, come se non si fossero mai chiusi, e la bocca così serrata da sembrare incollata.

Il petto si alza e si abbassa a gran velocità, ancora ansimante.

Non riesce a muovere gli arti.

Gli occhi scattano rapidi a destra e a sinistra, cercando di vedere il più possibile della stanza, in un bizzarro tentativo di assicurarsi che non ci sia davvero nessuno, né ladri, né demoni, ma non riesce a vedere al di là del proprio naso.

Si sente schiacciato da qualcosa, forse dall’oscurità stessa, ma anche se fosse possibile, vedrebbe comunque la luce filtrare attraverso le tapparelle, mai tirate giù del tutto in tutta la sua vita.

- Sveglia pigrone, devi andare a scuola! – lo chiama la madre, probabilmente dal piano di sotto.

- Sono sveglio, mamma – cerca di dire, ma non riesce nemmeno a muovere le labbra, andando nel panico.

- Cosa mi succede? – piagnucola nella sua mente, sicuro stavolta di ritrovarsi nella realtà.

Cerca di staccarsi dal letto, di alzarsi, di chiamare la madre, di muoversi, di fare qualsiasi cosa, ma a parte il pensare e il guardare non riesce a fare altro, nemmeno piangere come vorrebbe.

I suoi polmoni vibrano sotto al bisogno di ridere, mentre una risata cristallina, che forse un tempo avrebbe sentito come propria, si propaga nell’oscurità.

Ciò che lo schiaccia si solleva e come una marionetta si sente tirare da dei fili invisibili che lo portano a sedersi, schiacciato contro la testata del letto, permettendogli almeno così di avere una visione completa della stanza.

Ciò che vede lo lascia senza parole: vede i suoi capelli scompigliati, ma l’attaccatura stessa dei capelli è… cadente, come se scivolasse dal cranio.

È confuso, non riesce a comprendere chi sia l’intruso, anzi, che cosa sia.

E soprattutto, che cosa gli stia succedendo.

Vuole urlare e chiamare sua madre per farsi salvare dall’impostore, ma non ne ha la voce né tantomeno le forze.

È terrorizzato, ma è certo che non è il terrore ad avergli causato la perdita della parola e della capacità di muoversi autonomamente.

La sua falsa copia con un gesto rapido balza sul pavimento, mentre lui viene trascinato prima lungo il letto e poi sul freddo parquet, non sentendo altro che spostamenti d’aria sulla pelle.

Da quella posizione non riesce a vedere altro che il soffitto, ma percepisce lo sguardo dell’impostore su di sé: i suoi occhi partono dai piedi e scorrono su, con lentezza e divertimento, lungo le gambe, le braccia e il petto, come quella forza misteriosa e oscura che gli scavava nella carne in quel dannato incubo.

Questa volta però non c'è sangue e forse, prende coscienza, nemmeno la carne.

Una volta che si trovano faccia a faccia, Adam desidera urlare più che mai.

Male silenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora