Capitolo 1- L'inizio di tutto

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Era estate.

Faceva caldo ma agosto stava quasi per finire, ma, per quello che rimaneva, potevamo goderci ancora un po di ore di sole, prima di dover iniziare un nuovo capitolo della nostra vita, le superiori.

Quella sera io e Ilenia eravamo state inviate ad una festa. Ilenia...lei era solo mia, l'unica vera amica che avevo mai avuto.

Avendo quattordici anni e vivendo sola con mio fratello, senza madre né padre, potevo permettermi alcune cose, anche perché mio fratello-essendo un pappamolle- mi lasciava vivere la vita come volevo. Viverla intensamente, come lui non ha potuto fare, troppo impegnato a prendersi cura di me. Alex. L'unico mio punto di riferimento familiare. L'unico che è sempre rimasto con me, che non mi ha mai lasciato-e non lo farà mai-.

Erano le otto, Ilenia arrivò sotto casa mia, con la sua matassa di capelli biondi-che io invidiavo immensamente- e un vestito bianco, con una cintura e un mega fiocco nero.

Dopo gli ultimi ritocchi scesi, scoccando un bacio sulla guancia a mio fratello, ma prima che potessi arrivare alla porta mi bloccò per un braccio.

<< Dove credi di andare signorina? >>

Sbuffai << Alex, arriverò tardi e sai che mi quando succede mi saltano i nervi!>>

Rise << Dai vai, ma torna entro mezzanotte! >>

<< Certo, stai tranquillo ciao! >>

Ilenia era lì sotto ad aspettarmi, e appena mi vide sgranó gli occhi.

<< Wow Lea....sei... bellissima! >>

Arrossi, facendo cenno di avviarsi.

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Arrivammo alla festa, dalla musica alta avevamo già capito che ci saremmo divertite, entrammo e subito ci scatenammo in pista, prendendo ogni tanto qualche stuzzichino dai vassoi.

Ad un certo punto un ragazzo, con i capelli scuri, palestrato e con due occhi neri, si avvicinò, fissandomi negli occhi.

Mi ero imbambolata a fissarlo, come....ipnotizzata...

Aspetta un attimo...IPNOTIZZATA??!!

Quando ritornai alla realtà mi trovai in una stanzetta con le pareti morbide e cuscini per terra e delle lampade, sui muri c'erano maschere antiche che davano alla stanza un tocco esotico.

< Oh ma ciao bambolina...>>

Intravidi una sagoma e riconobbi il ragazzo di prima che era appoggiato ad una parete con le mani in tasca.

Con un filo di voce riuscii a balbettare qualcosa

<< Chi...chi sei tu??>>

<< Hai ragione non mi sono presentato...sono Maximus ma tutti mi chiamano Max...e lo farai anche tu principessina...>>

La sua voce era soffice, un misto tra romanticone e malvagio, come se stesse tramando qualcosa

<< E tu Lea? Non ti presenti??>>

LEA!? COME CONOSCEVA IL MIO NOME!? Con un filo di voce cercai di parlare.

<< Io sono...sono Lea...ma tu come...come fai a conoscermi? >>

<< L'importante è che lo so...>> ora il suo tono era quasi incerto, ma mi spaventava comunque.

<< Io...io dovrei andare>> risposi decisa, dovevo scappare o sarebbe finita male.

Provai a scappare ma lui, prontissimo, mi bloccò per un braccio.

<< Cara piccola Lea...quante cose devi imparare dalla vita...vieni con me, ci divertiremo>>

Fece un piccolo ghigno malefico e mi sbattè in macchina e partimmo. Ci fermammo davanti casa mia ma invece che andare a sinistra mi portó a destra.

<< Cosa c'è Lea? Non parli più? Dai vieni su da me...non avere paura>>

Non riuscivo a parlare, avevo un tappo nella gola che bloccava le parole e mi bruciava la pelle.

Salimmo al piano superiore dove c'era la sua camera, non c'era molto da vedere: un letto, una scrivania e una libreria. Solo una finestra che si affacciava di fronte a quella della mia camera...un sacco di domande vagavano nella mia testa, come mai in tutti quegli anni non mi ero accorta che li viveva qualcuno? Perché mi aveva portato in camera sua??

Max si avvicinò al mio orecchio e il suo fiato mi arrivava sul collo, pizzicandomi la pelle.

<< Oh Lea, stai tremando...che c'è? Hai ancora paura del buio? >>

ANCORA!? Ma come faceva a saperlo?

<< Pensavo che, dopo che Alex avesse controllato l'armadio, 5 anni fa, rassicurandoti che non c'erano mostri, non avessi più paura....>>

Come faceva a sapere i fatti miei?? Quel episodio non lo sapeva nessuno, apparte me e mio fratello!

<< Sei...sei una spia?>> Riuscii a far uscire delle parole striminzite dalla bocca e la sua risposta fu un sogghignetto, che si trasformò in una risata. Adoravo quella risata...aveva un non so che che mi attirava...come una calamita. Be, dovevo ammetterlo, era molto bello come tipo ma...mamma mia...mi faceva paura!

Sentii le sue mani sulle spalle e mi fece voltare verso di lui. Era bellissimo, la luce del lampione entrava dalla finestra e gli illuminava il viso, come un bellissimo angelo sceso in terra.

<< Piccola indifesa Lea...>>

Indifesa?? Cosa voleva dire?? Lo guardai dritto negli occhi...sembravano due pozzi neri e profondi, forse, anche senza una fine. Ma in quel sogno impossibile comparí una luce rossa che illuminó i suoi occhi. Lo vidi che mi fissava il collo e stringeva i miei polsi, come per trattenersi da un impulso, un impulso irresistibile, che si trovava dannatamente sul mio collo. E fu un attimo...si avvicinò al mio orecchio e disse

<< Piccola...INDIFESA Lea>>

Aveva usato un tono malvagio, come se volesse sottolineare la parola indifesa...

In un attimo alzò la testa, sorrise e disse

<< Ora ci divertiamo>>

Il vampiro innamorato (2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora