Raccolta

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Salve Boss:

Arrivò di colpo, non me l' aspettavo, e come potevo, la vidi nel riflesso del cocktail che stavo sorseggiando immerso nelle mie riflessioni, mi girai di scatto e la riconobbi, era lì, davanti a me che mi fissava senza emettere alcun suono, ma sapevo cosa pensava, e non mi piaceva poiché io ero il protagonista sventurato del suo Horror mentale che veniva perseguitato da sciagure e torture, un riflesso involontario però mi colse, corsi verso la ringhiera della balconata a vista mare, mollai i soldi del conto su un tavolo e mi lanciai di sotto, non sapevo che facevo ne perché, ma sapevo che facevo una cosa giusta almeno per una volta.  In quei brevi istanti che seguirono alla mia fuga, scorsi il suo viso inflessibile, non mi segui, non mi sparò anche se poteva benissimo, mi fissò solo con uno sguardo soddisfatto, era riuscita a trovarmi, e sapeva lei come io che mi avrebbe trovato di nuovo.

Caddi in mare, gelido e ondoso, cercai di raggiungere la riva ma i vestiti mi trascinavano verso il fondo, lottai fino a esaurire le mie forze, senza sapere se ce l'avrei fatta. Uscii dall'acqua gelida e mi diressi nella direzione opposta di tutto il mondo che conoscevo e davo per scontato, non mi interessava se a circa ogni due passi seguiva una tosse roca e dolorosa dovuta allo sforzo e al freddo, in quel momento pensavo solo a scappare, non sapevo dove andavo, ma lo avrei voluto sapere, non sarei qui se lo avessi saputo. Raggiunsi un piccolo villaggio, dieci case, una scuola e un comune non più grande della più piccola cappella londinese e ,quasi dimenticavo, un bar ristorante, non mi scorderò mai il suo nome, si chiamava:" riflesso nel buio".

Non badai al nome non ce ne era motivo, ci entrai subito, all'interno non vi era un muro che non portasse una decorazione, per la maggior parte stemmi del Manchester City, il proprietario doveva essere un fanatico calcistico, c'è da dire che io per tutto il poco tempo in cui sono stato in Inghilterra mi ero appassionato al calcio, in America infatti non va molto di moda e iniziai a tifare Manchester United, forse quel fatto delle bandire mi avrebbe dovuto avvisare, ma quelli sono i dettaglio che noti solo dopo. Una cosa catturò però la mia attenzione, uno specchio molto particolare, esso infatti non rifletteva la mia immagine, ma solo il riflesso della stanza intorno a me, sì, quello lo notai subito, ma non avevo tempo di rimanere lì a pensare con tutta l'intelligens Americana che mi cercava, dovevo rimettermi in forma e scappare via da lì, verso casa da dove ero partito decenni fa. Corsi al bancone e ordinai un caffè espresso, uno all'Italiana come piaceva a me, ma non in mi arrivò un caffè, bensì una lettera, la aprii scocciato pensando si trattasse di una di quelle classiche scommesse sportive, ma non conteneva affatto quello che temevo, e che ora a pesarci bene mi sarebbe piaciuto, ma un biglietto con scritta una sola parola:"Run".

"Corri" tradussi nella mia mente, subito lo feci, passando davanti al famoso specchio:"stregato" che però la mia immagine la rifletté, o almeno così pensavo io perché tutto sembra uguale quando corri spaventato. La mia corsa però non duro molto, feci giusto a tempo per raggiunge la porta e afferrare il pomello che mi sentii un leggero fastidio al polpaccio, poi le forze lasciarmi e caddi in un sonno profondo.

Mi risveglia, circa un giorno dopo, lo capii perché lessi la data sul mio orologio. Mi trovavo all'interno del bar, ma non c'erano più i tavoli, così mi diressi verso lo specchio e, notai che ora lo specchio rifletteva l'immagine di gente che mangiava e capii che non era affatto uno specchio, ma una finestra a specchio e quella riflessa una copia del bar. Lei era lì guardava nella finestra, poi si girò e si sedette per terra di fianco a me e mi puntò addosso una pistola, ma poi uno scossone la percosse e si accasciò al suolo, sentii poi una voce parlare una lingua che non sentivo da anni, di casa mia. Entrò nella stanza un uomo, lo conoscevo bene, mi fissò e disse: "Salve Boss".

Il sacco di patate

Immerso nel mio mondo, mentre mi aggiravo per la grande pianura calciando qua e là qualche ciottolo, mi imbattei in un vecchio agricoltore: "Senti giovanotto, tu che sei così giovane e forte non è che potresti aiutare un povero vecchio come me?" mi chiese tra un colpo ti tosse ed un altro, e, anche se avevo molto da fare decisi di accettare, d'altra parte come potevo dire di no ad un anziano in difficoltà.

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