- Nikolay -
«Privet brat!» saluto Zakhar appena varca la soglia di casa.
«Ciao fratello!» ricambia allo stesso modo «Come ti senti?»
«Pian piano recupero le forze stronzo» mi sdraio sul divano dolorante.
«Tanto lo sai che non ti chiedo scusa, te lo meritavi!» il bastardo mi ripete quotidianamente.Che mi fossi guadagnato un migliaio di volte di essere freddato da qualcuno già lo sapevo, un figlio di puttana come me ha tanti nemici e a volte anche gli amici sanno che mi meriterei un colpo in testa.
«Sarà, ma se perdo l'uso del braccio ti spezzo le gambe!» lo minaccio.
«Lo sai che non mi stai minimamente spaventando?» risponde tranquillo.
«Già pezzo di merda, lo so bene. Ma che tu abbia paura o meno, ti spezzo le gambe comunque. Problemi non me ne faccio.»
Smettendo di darmi corda cambia argomento «Non vuoi sapere come sta Monique?»
«Ti sembra di avermi sentito domandare come sta Monique?»
«No.»
«Allora che cazzo me lo chiedi a fare!» il mio tono si fa duro, facendomi perdere in un istante la pazienza.Non è del tutto vero che non mi interessa ma la mia testa è così testarda che insiste nel volerci credere.
«Invece di parlare sempre di quella, che da quando ci vivi assieme non fai altro che avere in bocca il suo nome, dimmi un po' come sta andando il giro. Ne stai tirando su soldi?» continuo. Ma il mio tono lo fa innervosire, so di toccare un tasto dolente parlando di Monique, altrimenti per lui non ci sarebbe stato motivo di spararmi, se non per lei.
Non riusciva a mandare giù l'attaccamento che quella ragazza aveva con me. Conoscendo alla perfezione il pericolo costante in cui avrebbe continuato a mettersi se avesse continuato a starmi accanto e a obbedire a ogni mia minima esigenza.
Purtroppo sapevo di stare sbagliando con lei ma non riuscivo a essere diverso. Mi viene così naturale essere bastardo. Ciò non significa che non mi importasse proprio nulla, anzi da quando era entrata a far parte della famiglia era diventata sempre più importante per me, ma non importante nel modo che intendeva lei. Era diventato ormai un bisogno innaturale saperla al sicuro e proteggerla, nient'altro. Tutto il resto era insignificante. Il sesso con lei era insignificante, privo di ogni sentimento, solo un modo per sfogare l'animale che sono.«Ci hai vissuto per degli anni. Come fa a non importartene? Non eri così quando viveva con noi, un briciolo di umanità ce l'avevi ancora.»
«Si hai ragione, a contatto quotidianamente con lei mi ha fregato il fatto che c'era una cazzo di donna in casa mia, giorno e notte che scatenava il mio testosterone a metri di distanza. Non ho mai abitato con una femmina, tanto meno un'ingenua bellezza come Monique. Ora tu dimmi se potevo essere pronto a resistere a tutti quegli stimoli. Non era mai stato calcolato l'arrivo di una donna, tanto meno previsto. Saremmo dovuti essere sempre e solo noi per poter studiare e portare a termine i nostri piani. Viktor è morto. Non ci troveremmo in questa situazione adesso, se non per colpa sua. E ora, semplicemente stando lontano da lei, mi aiuta a tornare con la testa sui miei passi. Dire che mi hai fatto un favore a spararmi, è dir poco. Non sapevo come scollarmela» spiego insensibilmente.
«Porca troia Nikolay non c'è limite alla tua atrocità. Non è così inverosimile come pensi tu avere una donna. Potevi tranquillamente fidanzarti, lei lo avrebbe voluto molto. Bastava solo non farla entrare completamente a far parte della tua vita. Condividere qualcosa con qualcuno non è così male. E tra l'altro Monique è una ragazza sveglia» cerca dispiegarmi inutilmente.«No Zak, fidati. Forse te non hai capito cosa significa avere una donna quando si conduce una vita come la nostra. Ti ostacola tutto, anche senza farlo di proposito. Sono capaci di renderti vulnerabile senza che tu lo voglia. Riuscirebbero a farti crollare tutto ciò che hai costruito fin ora e portarti letteralmente giù nella merda, senza avere più un cazzo da fare.»
«La penseremo sempre diversamente.»
«Già e non mi interessa, quindi, parliamo d'altro. Appena mi rimetto ho intenzione di ingrandirmi. Ho già alcuni contatti importanti all'estero. Quando ci sarà qualcosa di più sicuro te ne parlerò. Nel frattempo ci ho ragionato su, io e te da soli non ce la possiamo fare, abbiamo bisogno degli altri. Ma dubito vogliano venire in America.»
«Già, gli altri hanno famiglia. Ma posso comunque provare a contattare gente. Secondo me qualcuno che è disposto a mettersi in gioco c'è.»
«Non voglio nessuno che abbia intenzione di mettersi in gioco. Voglio gente convinta. Che non abbia paura di entrare nel nostro giro.»
«D'accordo farò qualche telefonata.»
«Perfetto. Prendila con calma, tanto ci vorrà ancora un po' di tempo prima che riprenda a muovere la spalla» poso la mano sulla giuntura e muovo dolorosamente il braccio.
«Ora andrai a fare fisioterapia?» mi prende in giro.
«Sì e ti porto anche con me!» ridiamo.
«Ahahah, dai sei riuscito a cavartela in prigione con quella cazzo di pallottola nella rotula. Vuoi dirmi che non riuscirai a muovere di nuovo la spalla dopo averti fatto un lavoro coi fiocchi a rimuoverti il proiettile?» ironizza.
«Già pezzo di stronzo, ti sei divertito a farmi urlare mentre scavavi trai miei muscoli!»
«È stato abbastanza soddisfacente, lo devo ammettere» ridacchia «Dai, sarà meglio che torni a casa, prima che Monique si preoccupi» continua, facendomi innervosire.
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VODKA - La criminalità non muore mai (Vol.2)
ChickLitPer Monique, la conoscenza di Nikolay è stato un viaggio nella perdizione. La sua innocenza è stata schiacciata da un mondo troppo pesante per le anime buone e la sua vitalità è stata inghiottita in un vortice di dolore e disgrazie da cui sembra imp...