15 settembre 2013, ore 16.11
L'autobus si ferma, dolcemente. Aveva iniziato a rallentare molti metri prima, per cui percepisco a stento la totale frenata. Appoggiata allo schienale del sedile, guardo fuori, col capo lievemente inclinato all'indietro, evidenziando quanto sia annoiata.
Il mio sguardo si posa sui muretti del parco come fiocchi di neve destinati a sciogliersi nel giro di pochi minuti, e poco attento vaga, finché non noto un ragazzo dai capelli blu elettrico. Ha un'aria familiare.
Mi acciglio leggermente, concentrata a ricordare dove abbia già visto quei capelli blu. Poi collego: lo stesso ragazzo, sullo stesso muretto, nello stesso parco, alla stessa ora, un giorno diverso.
Mi raddrizzo assumendo una posizione composta sullo scomodo sedile dell'autobus, sporgendomi appena verso il finestrino, mantenendo il mio cipiglio incuriosito. Lo osservo.
Oggi sembra più rilassato. Chissà cos'aveva ieri. È perfettamente composto però, proprio come ieri. Eppure sul suo viso c'è un'espressione più serena, per quanto infelice. Si gira i pollici, probabilmente senza neppure rendersene conto, e a volte scruta brevemente ciò che lo circonda.
Penso che quel tizio abbia qualche rotella fuori posto. Perché andare ogni giorno, alla stessa ora, allo stesso parco, sedersi in modo così composto e inquietante sullo stesso muretto, e fissare il vuoto? Potrebbe avere un disturbo mentale. Quale tipo di malattia comprende questi sintomi, oltre alla follia di tingersi i capelli di blu?
Scuoto impercettibilmente la testa come per schiarirmi la mente. Un po' come cancellare la lavagna con il cassino. Mi riconcentro sulla sua figura e cerco di trovare da sola delle risposte alle mie domande, senza saltare a conclusioni affrettate.
Perché blu?
Bah, sarà uno di quei punkettoni emo.
Perché così composto? È dannatamente inquietante.
Forse sta comodo così. Forse non se ne accorge nemmeno. Forse è uno di quegli sfigati tutti perfettini. Forse porta il busto. Il busto? Perché il busto?
E perché ogni giorno alla stessa ora?
Forse è l'unico momento libero che ha a disposizione. Forse si trova di passaggio tornando a casa. Forse ha un appuntamento fisso con qualcuno.
L'autobus riparte. Non smetto guardare il ragazzo finché non sparisce completamente dal mio campo visivo, porto lo sguardo dritto davanti a me e continuo a pensare.
-
ok ciao a tutti.
grazie mille per i voti e i commenti, non mi aspettavo sarebbe piaciuta a così tante persone!
so che questo capitolo vi sarà sembrato parecchio noioso, ma fidatevi, aspettare ne varrà la pena.
chiedo scusa inoltre se aggiorno così raramente, è che quando traduco devo solo trovare il tempo, quando scrivo anche l'ispirazione, e spesso farle combaciare è difficile. abbiate pazienza!
nell'attesa comunque, potete passare dalle due storie che sto appunto traducendo, blind, una muke, e oreo, una lashton.
grazie ancora,
bleib x
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b u s ≣ muke [slow updates]
FanfictionCi sono storie che racconti seduto su una sedia accanto a un lettino a cui hai appena rimboccato le coperte. Ci sono storie che racconti seduto su una poltrona a piccoli bimbi che ti somigliano, curiosi di conoscere la tua epoca attraverso le parole...