Antiquarium Part 3 : Le Dame di Ferrara

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-LeDame di Ferrara

Ferrara, Italia, 1584Laura aveva la mania dei numeri: contava tutti gli oggetti che vedeva, dagli oggetti vicini come candelabri, tavolini, sedie o libri, a quelli lontani come i merli delle torri dei castelli.Si preparava ogni giorno per il famoso "Concerto delle dame" , allenandosi all'arpa e cantando soavemente, nel chiaroscuro dei pomeriggi italiani..Aveva fatto molto freddo, quell'inverno, ma la primavera sembrava portare promesse di tepore e giornate al sole...Passeggiando per le strade polverose, era tutta intenta a rimuginare, tra se e se, sulla nuova musica che gli aveva portato a vedere il suo amico e compositore preferito...In diverse città , all'epoca, si faceva un gran discorrere su quale approccio fosse più corretto, nei riguardi della musica, poiché alcuni, i più ingegnosi, avrebbero tratto il meglio dall'antica teoria greca e interpretato secondo le loro sensibilità, dei concetti antichissimi, sebbene piuttosto complicati.E il tepore primaverile era già nell'aria...nuvole rosate su un cielo azzurro-arancione disegnavano l'atmosfera silente e immersa nel mito di quegli anni d'oro...Rosso cupo e nero erano i colori delle corti, le vesti...verde smeraldo e giallo erano i colori dei pagliacci che danzavano nelle piazze...Lei proseguiva imperterrita, verso stanze di concentrazione, dove si creava la leggenda.E come in una scacchiera, o nelle prospettive dei palazzi, tracciava un reticolo di linee orizzontali e verticali, che rappresentavano tutte le infinite possibilità delle melodie..."Aristosseno menziona il fatto che gli intervalli che separano i "Tonoi " utilizzati dai suonatori di Aulos... non sono sempre toni o semitoni; e quando, discutendo le divisioni dell'intervallo di Quinta , lascia a intendere che potrebbe essere diviso in quattro intervalli di diversa grandezza..." - esclamo' Anna, seduta gia' nello studio con in mano un antico libro"Pensa che bello – rispose Laura- se anche noi potessimo esplorare il mondo dei suoni come facevano gli antichi greci..."-Si', sarebbe bellissimo, tutta Ferrara, e forse anche la tua Mantova, ne sarebbe estasiata....ovviamente sto parlando dei nobili...e delle genti aristocratiche...non fraintendermi- aggiunse Anna, arrossendo un po', vergognandosi un poco per la sua predisposizione verso il pensiero libero e non condizionato da schemi sociali...Improvvisamente le due giovani donne furono turbate da un forte rumore, un tonfo enorme, che pareva venire dalle campagne vicine..."Che cosa è stato? " - "andiamo a vedere, sono curiosa..." -disse Anna...Scesero in fretta le scale del palazzo e andarono in direzione Est, da dove sembrava essere caduto qualcosa di enorme, camminando più in fretta che potevano, quasi correndo.Arrivate poi in quel verde lembo di radura, scorsero qualcosa: si avvicinarono senza paura, prese da un' eccitazione strana, sognando di trovarvi una novità...magari un essere celeste...E furono accontentate: una persona, vestita in modo strano, usci' da un macchinario sferico, di un bianco metallo plasticoso e lucido, che a loro parve opera del demonio o degli esseri soprannaturali..."Messere...." oso' gridare Laura- "vi siete fatto male?" - con grande ingenuità, chiese...non preoccupandosi minimamente che nel 1500, anche quasi 1600, le "macchine volanti" erano state ipotizzate soltanto dal genio di Leonardo Da Vinci diversi decenni prima, ed erano, fino ad allora, logicamente, frutto della fantasia di un Artista incredibile, ma ancora non realizzabili...L'uomo aveva i capelli rossicci , era vestito in una tuta di gomma blu, aderente , una cintura argentea, e si guardava intorno stranito e meravigliato, vicino a quell'oggetto metallico che doveva essere sembrato un prodigio, a quelle due donne...Aveva un aspetto attraente, e cominciò a scambiare le prime parole con loro ..."dove mi trovo ? Sono in Italia? Parlate Italiano? " -furono le prime frasi che rivolse a loro La risposta fu affermativa, e, a parte qualche differenza, scoprirono tutti e tre di parlare una lingua comune.E le donne intuirono che lui veniva da un punto imprecisato nel tempo, un futuro che non potevano immaginare neanche lontanamente, un mondo totalmente diverso dalla loro vita e realtà.Anna gli chiese, con coraggio, se voleva seguirle in città...magari cambiandosi di abiti, avrebbe potuto passare inosservato.Fece cenno di sì col capo, unendosi alle due donne, e i tre cominciarono a camminare nel tramonto rosato, tre sagome in controluce che andavano verso la parte più anonima della città, dove Anna aveva una casetta, e sapeva che nessuno avrebbe parlato...I tre entrarono in questo modesto alloggio, in un borgo tranquillo e solitario, con una cucina accogliente e delle panche di legno.La cena fu servita e i tre iniziarono a conversare, seppur con un'ansia mista ad eccitazione..."Io vengo da un posto molto lontano...."- iniziò Peter (questo il nome dell'uomo caduto dal cielo) "un luogo dove le città sono fatte da alti palazzi, i carri sono di metallo e possono volare..."- "un luogo dove la conoscenza è immensa, totale, e tutti sono...(non gli veniva il termine,,,voleva dire "connessi", ma poi provò una parola più facile per le ragazze) "insomma, tutte le persone sono legate tra di loro...in una rete di conoscenza..."Sebbene Anna fosse totalmente presa dal suo racconto incredibile, Laura aveva ancora esitazioni e dubbi su questo "essere"..."Insomma tu vorresti farci credere che vieni dal futuro,,,? Hai detto,,,dall'anno 2150? ""Messere, crede forse di aver trovato due donzelle rispettabili come noi, e di prendersi giuoco della nostra bontà? "Allora Peter, vedendo un liuto appoggiato su un tavolo, inizio' a suonarlo, e i suoni , gli accordi meravigliosi, le armonie futuristiche che sembravano venire da dimensioni celesti,,,parlarono al posto suo.I tre suonarono assieme tutta la notte, e poi dormirono assieme...ma all'alba, lui era gia' partito.E quella fu la fine del racconto.(rumore di libro che si chiude)




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