Ero pronta per andare ad allenarmi, dopo cena. Stavo per uscire di casa quando le luci lampeggiarono e si spensero. Le fioche luci d'emergenza illuminavano quanto bastava per vedere, mentre noi ci domandavano cos'era successo. La corrente elettrica tornò a funzionare per pochi decimi di secondo per poi spegnersi di nuovo, ancora e ancora fino a quando si arrese. Aprendo la porta di casa mi accorsi che il paese era completamente avvolto nel buio totale. Ad attirare la mia attenzione furono le poche torce del cellulare di coloro che cercavano di esaminare l'accaduto. "Sembra il periodo dell'oscuramento durante la seconda guerra mondiale" osservai a voce alta fra me e me, con una punta di eccitazione nella voce. Mia madre mi riportò alla realtà, ricordandomi che il mio fratellino era in giro, così decisi di andare a cercarlo. Accesi la torcia del mio cellulare, attraversai cauta la strada e cominciai a correre sul marciapiede. Il mio pensiero continuava a vagare in mente quando ricordai: l'oscuramento serviva ad impedire agli aerei di intercettare e bombardare le città e i centri abitati. La mia eccitazione svanì di colpo e istintivamente accellarai il passo. Avevo paura. La mia mente continuava a viaggiare quando immaginai il fischio di una bomba in caduta. Sta precipitando, è sopra di me, si avvicina sempre più veloce... No! Non sono pronta a morire, non ancora, no!
Fermai di botto la mia corsa, avevo il fiatone, volevo urlare, piangere, ma non lo feci. Alzai lo sguardo in cielo cercando qualche aereo. Mi tranquillizzai. Andavo spesso molto oltre con l'immaginazione. Ricominciai a correre e arrivai nella piazzetta dove solitamente si trovava mio fratello e, sentendo delle voci, aumentai il passo... Niente, non c'era nessuno. Rimasi un po' sbigottita dal non vedere niente oltre un profondo e avvolgente buio e, nonostante ciò, ripresi il mio cammino arrivando in cima alla lunga salita. Passai davanti al bar deserto, o almeno così sembrava visto che il buio non mi permetteva scorgere la presenza di qualcuno: solo i fari delle rare auto permettevano la visione completa di ciò che ti circondava. Supera il piccolo locale e iniziai una leggera discesa; notai un ragazzino un bici affiancato da un altro ragazzino e una ragazza. Mi avvicinai di più e notai che colui che andava in bici era mio fratello. Lo chiamai e gli dissi di tornare a casa perché era troppo buio, ma appena raggiungemmo il bar la luce tornò ed io ebbi un tuffo al cuore. Mio fratello andò via mentre io mi paralizzai: in quell'istante capii che che non avrei permesso a nessuno, né a me stessa né a qualcun'altro, di portare via la mia vita perché ciò che voglio fare davvero è viverla a pieno fino alla fine.
Il mio più grande desiderio è vedere la luce vincere sul buio.
Il mio più grande desiderio è vivere.
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Piccoli Pensieri
Short StoryEcco qui una piccola raccolta di ciò che mi passa per la testa. Piccole storie nate dal nulla e scritte per non essere dimenticate. Buona lettura