ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 1

26 5 3
                                    

Come ogni mattina stavo dormendo pacificamente sotto le mie soffici coperte che tanto amo, ormai è inverno e non so con quale forza mia madre mi butta giù dal letto ogni mattina, considerando che il mio piumone è la cosa più comoda e calda che esista.
Continuo a rigirarmi nel letto agitato, finché qualcosa di terribile mi sveglia.

"SVEGLIAAAA" mia mamma mi butta giù dal letto, aprendo le finestre e iniziando a girare nervosamente per la mia stanza.

"Quante volte ti ho detto di sistemare la stanza? Sembra un porcile."
I tacchetti delle scarpe sono la cosa peggiore, preferirei avere i 3 porcellini che ballano il tip tap in mezzo alla stanza pur di non sentire lei e i suoi tacchetti rovinarmi la mattinata.

Apro gli occhi in preda al sonno
"Mamma sono appena sveglio lasciami in pace per favore"

"Cos'è tutto sto casino?" Replica lei con una punta di acidità nel tono di voce

"Quando torno a casa sistemo dai lasciami stare" sbuffo infastidito.

"Sese, dici sempre così" esce dalla stanza andando in cucina, finalmente un po'di pace.

Apro gli occhi con l'aria gelida che entra dalla finestra spalancata, cioè è dicembre ormai e quella continua a spalancare le finestre ogni mattina? Che te frega se non gira l'aria, io ci devo dormire mica te.

ci metto qualche secondo per mettere a fuoco l'ambiente intorno a me, faccio per alzarmi ma sbatto la testa contro il comodino, un foglio del calendario mi svolazza davanti, lo afferro svogliato e lo guardo.

"cazzo, è il 3 di Dicembre."

Corro in bagno con una velocità paragonabile a quella di Willy che scappa dal coyote, mi butto in doccia, dopo ben 10 minuti esco e mi vesto velocemente con i primi vestiti che mi capitano sotto mano.

Mi asciugo l'ammasso di riccioli castani che ho come capelli e corro in cucina mettendomi un toast al prosciutto in bocca, per poi mettermi le scarpe e prendere lo zaino, esco di casa e corro alla fermata dell'autobus.

Oggi avrei dovuto iniziare il liceo artistico dopo aver smesso lo scientifico, non sopportavo più tutti quei libri inutili. Arrivo nella mia nuova scuola, guardo l'orologio e faccio un balzo.

È presto, mancano 20 minuti all'apertura dei cancelli della scuola e l'aria gelida d'inverno non sembra d'aiuto. Sospiro e mi siedo su una panchina autoabbracciandomi per il freddo, come al solito ho la mia Giacca lunga nera per il quale la gente mi ha sempre preso in giro, dicevano che era da femmine ma non ci ho mai dato troppo peso.. mi incanto guardando l'asfalto del marciapiede preso nei miei pensieri mattutini, fortunatamente esistono gli auricolari e della buona musica, normalmente ascolto i Queen, li adoro, hanno un ritmo ineguagliabile, però anche i backstreet Boys se la cavano.

"Oh"

Una voce familiare mi fa tornare alla realtà.

"Uh?" Mi giro e guardo il ragazzo dagli occhi blu cobalto che se ne stava in piedi a fissarmi.

Louis Tomlinson era un mio compagno di scuola delle medie, non è mio amico, o almeno, non è mai voluto essere, si limitava a fissarmi 6 ore su 6 nei giorni di scuola e a ignorare ogni mia domanda o parola, sempre che non si trattasse di lui, è riservato ma egocentrico, molto egocentrico, ama stare al centro dell'attenzione, ma se gli fai qualche domanda di troppo non ci mette niente a risponderti male e andarsene

"Tu, qui?"

-Oh ma allora ha delle corde vocali- penso tra me e me trattenendo una risata.

"Ho smesso con lo scientifico, storia ed arte sono le uniche due materie in cui vado bene quindi da oggi vengo qua"

alzo le spalle senza rendermene conto e sento una goccia di pioggia sulla spalla, due gocce, tre gocc- Diluvio universale. Ma che gioia ci mancava solo la pioggia, il mio cappotto non ha il cappuccio quindi dovrò stare sotto la pioggia come un cretino, perché tutti hanno un ombrello tranne io?

"Toh"

mi passa una sua felpa, ma che vuole? E poi da quando così generoso? però io non mi lamento assolutamente, annuisco e sorrido leggermente.

"Grazie"

Insomma ora ho capito perché sono tutti fissati con ste felpe dal migliore amico o dal fidanzato, che figata sta felpa è bellissima potrei scappare in Alaska e restarci fino alla fine dei miei giorni con questa felpa, però mi limito ad alzarmi e indossarla sotto il cappotto.

"Ti sta bene"

dice Louis semplicemente, sospiro facendo roteare gli occhi. fortunatamente lui indossa sempre felpe extra large perché come corporatura sono più grande io.

all'improvviso nella mia testa sorgono centinaia di domande su quel ragazzo o forse film mentali.

Mi risveglia di nuovo.

"Che hai?"

Alzo lo sguardo di scatto e i nostri sguardi si incrociano, i suoi occhi sono blu cobalto, lui mi sorride leggermente, io ricambio, siamo sotto un ombrello a dieci fottuti centimetri di distanza.


"Nien-" non faccio in tempo a finire la frase che arriva Eleonor.

Eh sì, perché Louis ha una ragazza, piccolo dettaglio a cui non avevo pensato, non so se mi dispiace più per eleonor o per me, vista la situazione.

Lei è luminosa come un sole, il suo sorriso è a dir poco perfetto, ha i capelli mori e lunghi, non li tiene mai raccolti, non è alta, è nella norma, sta mattina indossa dei leggins neri, una maglietta a strisce bianche e nere e un cardigan lungo di un rosa antico
Louis le da un bacio a stampo, ovviamente Eleonor fa lo stesso, non li sopporto, sono troppo sdolcinati, appena possono si sbaciucchiano, eleonor veniva alle medie con noi ma era della sezione A, noi eravamo della B, mi ricordo che in prima media un mio compagno aveva tirato uno schiaffo ad El, e Louis ovviamente è andato in suo soccorso, non me ne poteva fregar di meno.. una volta.

Louis ha un carattere tutto suo, viscido? Forse, ma molto schivo e indifferente dagli altri.
Guardo Louis schifato, lui non se ne accorge neanche, ottimo.

Decido quindi di pagare due euro la bidella per aprire i cancelli 5 minuti prima, un vero e proprio affare, entro nell'atrio e cerco il mio armadietto gentilmente assegnato da una ragazza nella segreteria, Taylor se non erro.

----------------------->

💚Hҽαƚԋҽɾ [Lαɾɾყ Sƚყʅʂσɳ]💙Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora