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Pov Bianca

Sono le 8.30 di mattina e sono davanti alla mia solita tazza di latte e cereali mentre continuo la mia serie preferita su Netflix. Nonostante io non sia una persona che organizza in modo maniacale la giornata, decido di farmi una scaletta mentale delle cose che devo fare oggi: prima di tutto devo andare in università a ritirare il badge, poi dovrei iniziare a guardare in giro per cercare un lavoretto che mi permetta di pagare l'affitto ed infine ho in programma di andare all'Ikea per comprare dei mobili per riempire la mia casa troppo vuota.

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Una volta uscita di casa mi rendo conto che probabilmente mi sono vestita troppo leggera per la giornata di oggi: pensavo che con il sole facesse più caldo,  invece tira un'aria gelida per la quale non ero pronta psicologicamente. Fortunatamente ho trovato casa vicino all'università, quindi decido di sfruttare la giornata di sole e di farmi 4 passi all'aria aperta e colgo l'occasione per iniziare ad orientarmi nel centro di Bologna. Passando dalla splendida Piazza Maggiore decido di fermarmi al volo in un bar per prendere il primo caffè di questa lunga giornata.
Una volta ritirato il badge dall'università mi incammino di nuovo verso il centro alla ricerca di un possibile lavoro. Nella fretta di questa mattina non avevo notato che il bar dove mi ero fermata a bere un caffè stava cercando del personale. Decido quindi di entrare e chiedere informazioni: mi accoglie lo stesso ragazzo che mi ha servita prima e che, stranamente, si ricorda di me.

- ciao! Ma... tu sei la ragazza che un paio di ore fa ha preso un caffè!! ti faccio un altro espresso? - mi dice con un sorriso genuino e senza un minimo di scherno. Noto che ai lati della bocca gli si formano delle fossette espressive.

- ciao! Si, sono proprio io! Ho notato l'avviso che state cercando del personale... io starei cercando lavoro, potrei avere più informazioni?-

- certo! Siediti pure al tavolino, arrivo subito anche io- detto questo sparisce dietro ad una piccola porticina dietro al bancone. Ricompare poco dopo insieme ad una ragazza, probabilmente della mia stessa età. Dopo averle detto qualcosa , mi raggiunge al tavolino e si siede di fronte a me.

- innanzitutto piacere, sono Mattia, il gestore del locale. Lei è mia cugina Valentina, mi da' una mano con il servizio quando io sono impegnato. E tu sei?- si presenta senza mai smettere di sorridere in modo gentile e spontaneo, facendomi sentire molto a mio agio.

- Io sono Bianca, ho 21 anni e mi sono appena trasferita da Milano per poter frequentare l'università qui a Bologna. Come ti ho detto, sto cercando un lavoretto, anche part-time, per poter essere un po' autonoma- mi presento brevemente a Mattia, che mi ascolta interessato.

Inizia quindi a raccontarmi la storia del locale e a spiegarmi cosa dovrei fare all'interno del bar. Dopo una lunga chiaccerata, con mia grande fortuna, vengo assunta nel locale, dove inizierò a lavorare dal giorno successivo. Ringrazio Mattia e mentre sto uscendo, sento il campanile della chiesa scandire l'ora con i rintocchi delle campane e mi rendo conto di essere tremendamente in ritardo, dato che è già l'una e mezza.
Appena uscita dal locale noto che la piazza si è riempita di persone, che fino a un'ora fa non c'erano. Cerco di farmi spazio tra i passanti mentre mando un messaggio a mia mamma per dirle che ho trovato lavoro: cammino velocemente con la testa china sullo schermo del telefono fino alle strisce pedonali. Aspetto fino a quando, finalmente direi, una macchina mi lascia passare ed io, dopo aver ringraziato distrattamente, riprendo a passo svelto la strada verso casa.
Sono nel bel mezzo delle strisce pedonali quando un deficiente con la moto sorpassa la macchina e quasi rischia di investirmi.

- ma sei scemo?! Oh deficiente va che potevi investirmi!!- urlo dietro al guidatore con il casco, che accosta poco dopo in un piccolo parcheggio davanti ad un condominio.
Per un momento dimentico perchè fossi così tanto di fretta: il mio primo pensiero ora è spaccare la faccia a quel pirata della strada. Mi avvicino furiosa alla moto, dalla quale l'uomo dall'identità sconosciuta sta scendendo dopo averla parcheggiata.

- sto parlando con te: ma sei pazzo?! Hai rischiato di investirmi, cretino! Dove l'hai trovata la patente, nelle patatine?!- Quando sono nervosa ed arrabbiata tendo ad essere un tantino aggressiva. Nel frattempo lo sconosciuto è sceso dalla moto e solo ora mi rendo conto che è notevolmente più alto di me ed ha anche due spalle decisamente ampie. Inizio a pentirmi di averlo attaccato e mi maledico per il mio carattere impulsivo. Continua a darmi le spalle, nonostante io sappia benissimo che mi ha sentito, il che mi fa infuriare ancora di più: si toglie il casco rivelando dei folti capelli castano scuro, un  po' appiattiti dal casco. Prima che io possa replicare si gira verso di me e mi guarda dritto negli occhi, sostenendo il mio sguardo senza nessuna difficoltà: i miei occhi azzurri non cedono neanche per un secondo dopo l'incontro con i suoi verdi, ma, per la prima volta nella mia vita, ho perso le parole e non ricordo più cosa dovessi dirgli.

Spazio autrice

Finalmente riesco a pubblicare il secondo capitolo che, dopo essere stato martoriato dalla sottoscritta, è riuscito ad avere una sua forma. Mi scuso fin da ora se i pochi dettagli della città di Bologna non rispecchiano la realtà (soprattutto topografica), ma non sono di Bologna purtroppo...ho cercato di dare un'ambientazione il più verosimile possibile.

Lula🌻

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