Capitolo 1

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Un tonfo lo svegliò di soprassalto.

Stava sognando, qualcosa di irrilevante probabilmente, perché non aveva idea di cosa fosse. 

Aprì gli occhi e si guardò intorno senza capire bene da dove provenisse tutto quel chiasso.

Uscì dalla stanza e avanzò qualche passo nel corridoio, era scalzo, non faceva rumore.

C'era qualcuno che parlava, forse sua madre?

Più si avvicinava, più riusciva a sentire ciò che sua madre stava dicendo.

"Dobbiamo andarcene Jihoon, dobbiamo scappare prima che ci trovino".

Dove dovevano andare? Chi li stava cercando?

"Credi davvero che non ci abbia pensato? Non ci lasceranno mai in pace, li abbiamo scovati, non ci lasceranno vivere..."

Qualcuno voleva ucciderli!? E perché mai, cosa avevano fatto, Namjoon non riusciva proprio a capire cosa stesse succedendo. Non aveva mai visto i suoi genitori comportarsi così, mai sentiti bisbigliare, controllò l'orologio, non alle tre e mezza di mattina.

"Ascoltami bene Nara, vorrei dirti che posso salvare te e nostro figlio, ma non è così. Insieme forse riusciremo a salvare Namjoon, ma per noi è finita. Mi dispiace tanto, ti amo così tanto..."

Suo padre stava piangendo. Non aveva mai sentito o visto suo padre piangere. Che cosa stava succedendo, perché erano in pericolo?

"Ti amo anche io Jihoon, lo so, lo so. Tirati su, dobbiamo agire ora, o neanche Nam avrà scampo".

Namjoon non sapeva cosa fare, cosa pensare. Non riusciva proprio a capire, la sera prima era tutto normale, tutto come al solito. Che cos'era successo in poche ore?

Dentro la stanza qualcuno stava camminando avanti e indietro freneticamente. Dalla serratura non riusciva a vedere niente, non sapeva cosa fare. Decise di correre verso la sua stanza e preparare una sorta di zainetto con tutte le cose a cui teneva di più. Aveva visto abbastanza film per sapere che non poteva portare chissà quanto, giusto l'essenziale. Mise due cambi completi, il suo piccolo orsacchiotto Ryan, la torcia che usava per leggere sotto le coperte, la bussola che gli avevano comprato per andare a fare le escursioni insieme agli scout, due barrette che teneva nascoste e che pensava di mangiare come spuntino notturno, una bottiglietta d'acqua, il suo mp3 e le cuffie, il kway e... beh era tutto. 

A otto anni, non aveva granché. Tolse il pigiama e mise abiti comodi, si mise seduto sul letto e aspettò.

Dopo qualche manciata di secondi suo padre aprì la porta e rimase sorpreso di vederlo già pronto sul letto, aveva gli occhi visibilmente gonfi.

"Namjoon, sei già in piedi? Perché...?"

"Vi ho sentiti, papà, che succede?"

"Niente, non preoccuparti, io e la mamma abbiamo deciso di andare via per un po'!"

"Se mi vuoi mentire va bene, ma non sono così piccolo da non capire che c'è qualcosa che non va."

Jihoon non faceva che sorprendersi di quanto fosse maturo e responsabile suo figlio, era un bambino stupendo e sicuramente non si meritava di soffrire, ma era praticamente inevitabile.

"Hai ragione, forza aiutami a raccogliere le tue cose..."

Smise di parlare dato che Namjoon prese lo zaino e si alzò in piedi pronto a seguire suo padre.

"Bene, hai già tutto pronto" disse con la voce che gli si spezzava.

I due uscirono dalla stanza e andarono nella camera da letto principale. Nara era pronta, aveva due zaini e stava mettendo su una felpa. Appena vide suo figlio cercò di sorridergli, ma tutto ciò che riuscì a fare fu un mezzo sorriso triste.

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