II Beginning

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III Persona P.O.V. Tyler

Tutto era normale dopo quello. Era un po’ strano; avrei pensato che Troye ed il suo gruppo di odiosi amici avrebbero iniziato a tramare vendetta (o qualcosa del genere) per colpa del modo acido in cui avevo trattato Troye acidamente il giorno prima.

Ma non l’hanno fatto, e gli amici di Troye sembravano non sapere niente di quello, quindi ho pensato che lui non gli avesse detto nulla. E’ quello che importa, pensai. Raccontai a Zoe tutta la storia durante il pranzo e lei mi lanciò uno sguardo che non riuscii a decifrare.

Nonostante tutto lei gettò le sue piccole, fragili braccia attorno al mio collo e mi disse di piantarla di essere impertinente con tutti prima di farmi nuovi nemici – non voleva finissi nei guai. Ecco perché Zoe era la mia queen – e la migliore amica io abbia mai avuto.

 Ma qualcosa cambiò.

 Questa volta Troye mi notò e non mi trattò come un muro.

 Era sicuramente a conoscenza della mia esistenza quando cercavo di passare tra gli studenti nel corridoio per raggiungere l’aula di teatro, o quando camminavo verso i posti in mezzo e mi sedevo vicino a Zoe e Alfie nella classe di biologia, oppure quando i miei occhi si concentravano su di lui, involontariamente, durante i miei giri di perlustrazione.

Troye si girava e mi fissava con i suoi occhi azzurro brillante ed era come se potessi sentire il suo sguardo su di me.

Il modo in cui ringhiava quando incontrava i miei occhi era la cosa più interessante della giornata (specialmente l’altra espressione che assumevano che i suoi lineamenti assumevano quando facevo un cerchio con le mie dita mentre lui mi mostrava il dito medio. Il mio sorriso era compiaciuto quando riportai la mia attenzione su Zoe, che mi stava guardando con un sorriso sulle labbra e le sopracciglia alzate).

 E’ stato così per un po’ di giorni. Lo guardavo sfacciatamente, indifferentemente se era lontano da me o vicino, apprezzando il fatto che lui sapesse che i miei occhi erano attratti da lui e mi divertivo a vederlo agitarsi per colpa delle mie attenzioni.

Ogni tanto era coraggioso e sosteneva i miei sguardi guardandomi nel modo più spiacevole che potesse mai usare, ma io dicevo sempre qualcosa che gli faceva spostare gli occhi immediatamente (era un po’ carino, perché ogni cosa che facevo era vagamente sessuale – come leccarmi le labbra o alzare le mie sopracciglia in modo provocante che lo rendeva sconvolto.)

Troye non osò avvicinarsi di nuovo a me finché non fummo soli.

 Questa volta le nuvole erano all’orizzonte, quindi l’unico modo per cui seppi che si stava avvicinando di nuovo a me fu la vibrazione del peso dei suoi passi sulle scalinate. Alzai lo sguardo, i suoi occhi blu incontrarono i miei ma non dimmo nulla.

Lui continuò a stare in piedi, inarcai un sopracciglio e inviai velocemente un messaggio a Marcus (con cui stavo chattando in quel momento) in cui scrissi che sarei tornato in un secondo.

 Si sedette, un po’ di piedi lontano da me. C’era silenzio e tensione tra di noi, non avevo assolutamente idea perché si fosse avvicinato di nuovo a me – e questo era uno di quei momenti in cui odiai il fatto che Troye fosse difficile da capire quando non voleva essere capito.

 “Cosa?” chiesi il mio corpo e la mia faccia si mossero verso di lui ed i miei occhi si mossero pericolosamente.

 “Cosa, non posso semplicemente sedermi qui e tentare di fare amicizia?” rispose, togliendo le mani dalle tasche e mettendo i gomiti sulle sue cosce. C’era ilarità nei suoi occhi, e non era un buon segno.

 Sembrava impegnato e non potei fare a meno di divertirmi.

 Scrollai le spalle “Non lo so, ho sentito dire che non ti piace uscire con ragazzi che vogliono sbattere il loro cazzo dentro il culo di un altro ragazzo…” dissi rumorosamente e risi per il mio stesso sarcasmo.

 Troye si agitò e sembrava un po’ impallidito per colpa del modo secco in cui avevo detto quella frase, ma era quello il punto. Punto per Oakley? Definitivamente un punto per Oakley. “E’ per questo che pretendo che tu sia normale per la durata della nostra potenziale amicizia.” Disse. E la sua faccia appariva come se le sue parole fossero straniere alla sua lingua… Il che non ha senso, seriamente, perché dovrebbe essere abituato a dire tutte queste stronzate.

 “Normale” lo sbeffeggiai “Si, ok, ciao, il mio nome è Tyler Oakley. Sono normale per la durata di questa amicizia. Mi piace il blu, ed i gay, e gli hotdog su un bastoncino, e ovviamente non gli uomini.”

 Si fermò prima di roteare gli occhi. “Quindi, Tyler, qual è il tuo colore preferito?”.

 Lo guardai con occhi impassibili. Era fottutamente serio? Il mio colore preferito su tutte le cose che avrebbe potuto chiedere? “Blu, e perché non mi parli un po’ di te, Sivan?”

 Sebbene esitante, lo fece. Feci degli eccellenti (orribili per Troye, a giudicare di come reagì) riferimenti all’omosessualità, e Troye mi guardò disprezzandomi quando citavo bruscamente qualsiasi cosa che non fosse etero (a dirla tutta.) le nostre discussioni non sembravano per niente amichevoli, e quando eravamo d’accordo su qualcosa, finiva con una pausa imbarazzante fino a che non iniziavamo un’ altra battaglia a parole. Lui mi chiamava insultandomi e io facevo lo stesso.

 Tuttavia, stavamo parlando. Stavamo avendo una conversazione umana (o lotta, comunque), e nessuno di noi due notò l’ora che si era fatta finché il lampione non lampeggiò dopo il tramonto. Mormorò qualche imprecazione e mi salutò.

 Guardai la sua figura finché non corse via con la sua macchina. Troye Sivan poteva essere un ignorante, bastardo omofobo, ma una volta che sorpassi la cosa potrebbe essere una persona decente.

 YAS ANNA'S BACK BITCHES

Scusate per l'infimo ritardo ma la scuola mi sta distruggendo, stupido liceo. 

Cercherò di aggiornare più spesso honeys.

Anna. xx

Denial ➸Troyler AU [ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora