8.

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Se Zayn si aspettava che avrei dormito, si sbagliava. Rimasi a pensare guardando il soffitto.

Non la prendevo più sull'aspetto giocoso, cercavo di essere razionale. Non mi spaventava Zayn. Non mi avrebbe mai spaventata. Ma ero preoccupata per tutta quella tensione che doveva reggere da solo. Era un grosso peso. Non potevo neanche lontanamente immaginare quanto fosse difficile per lui. Mi girai sul fianco destro e chiusi gli occhi, nel tentativo di dormire, ma non ci riuscii perché poco dopo gli riaprii e ricominciai a pensare. Cosa voleva dire con 'gli altri', oltre lui e i ragazzi? Mi alzai e andai a bere un sorso d'acqua. Erano quasi le tre di notte e io non avevo ancora dormito. Presi un bicchiere e lo riempii. Mi appoggiai al bancone della cucina e sorseggiai l'acqua. Domani avrei avuto tutte le risposte, dovevo solo aspettare. Dovevo dormire ed aspettare, domani avrei saputo assolutamente tutto. Iniziai a grattare il vetro del bicchiere con l'unghia, nervosa e ansiosa di avere più dettagli e spiegazioni, quando sentii un leggero bussare alla portafinestra della cucina. Appoggiai il bicchiere sul davanzale, ispezionando nel buio la portafinestra, quando mi sembrò di vedere un profilo umano. Non poteva essere un ladro: un ladro non bussa. Mi avvicinai e cercai di distinguere la figura. Quando arrivai davanti all'ombra, riconobbi il suo viso, un viso che non si confonde.

«Zayn.» sussurrai «Cosa fai qui?». Mi guardò confuso, come se si aspettasse una reazione terrorizzata alla sua vista, pensando che magari avessi cambiato idea. Cercò di tornare in se.

«Perché non stai dormendo?»

«Cosa?» dissi confusa «Come fai a sapere che...»

«Ogni sera vengo per un controllo, per vedere se è tutto a posto. Di solito apro la finestra e mi siedo sul davanzale.» disse appoggiato allo stipite, alzando le spalle «E ti guardo mentre dormi. Poi mi rendo conto che per te la stanza diventa troppo fredda, quindi chiudo la finestra e resto una decina di minuti, per poi uscire e andarmene.» disse, aggiungendo un sorrisetto alla fine. Non avevo parole da dire, ero scandalizzata.

«Tu mi spii?»

«Chiamalo 'controllo di sicurezza'.» disse disinvolto. Aprii la bocca per ribattere, ma non trovai parole.

«Allora.» iniziò «Che ne dici di dormire?». Mi allontanai, presi il bicchiere dal davanzale e tornai da Zayn.

«Sai, non ho sonno.» dissi e gli rovesciai scherzosamente l'acqua sulla maglietta a mani corte bianca. Appena l'acqua ebbe il tempo di espandersi sul tessuto, i pettorali divennero visibili.

Imbarazzata appoggiai il bicchiere sul tavolo.

«Scusa.» mormorai veloce. Lui rise sommessamente guardandomi.

«Buonanotte.» terminai e chiusi la porta finestra velocemente. Salii le scale di fretta e tornai in camera, quando lo vidi seduto sul pavimento, con la schiena appoggiata al muro. Sorrideva.

La maglietta ancora bagnata mi imbarazzava sempre di più.

«Ok.» dissi alla fine «Adesso dormo. Promesso.». Mi guardò severo, poi si alzò e si avvicinò.

Mi diede un bacio sulla fronte e sorrise.

«Sto facendo progressi con il mio autocontrollo.» disse fiero. Aprii agilmente la finestra ed uscì.

Poche ore dopo, la sveglia suonò: erano le cinque di mattina. Mia mamma venne a svegliarmi.

«Tesoro?». Emisi un lamento e tirai la coperta sopra la testa.

«Devi svegliarti, o perderai l'aereo.»

«Sono sveglia.» dissi rizzandomi in un baleno e cercando di tenere gli occhi aperti. Scesi dal letto e andai nel bagno per iniziare a prepararmi. Mi guardai allo specchio e cercai di svegliarmi, ma senza ottimi risultati. Mi sciacquai la faccia con l'acqua fredda, ma neanche questo funzionò. Mi lavai e poi tornai in camera, combattendo contro la tentazione di tornare sotto le coperte. Mi vestii e scesi le scale per fare colazione.

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