ERIC

27 4 0
                                    

Non riesco a muovermi, arti e collo sono legati ad una sedia che ho scoperto essere elettrica, e non solo.

Quando mi sono svegliato mi sono ritrovato in una stanza ampia dal soffitto arcuato, le pareti cristalline attraversate da flussi variopinti>>

Periodicamente getti d'acqua bollente mi investono e, ogni volta che cerco di ribellarmi, la sedia mi inibisce con le sue scariche elettriche.

Se non fossi stato un Cavaliere Sacro sarei morto da tempo, ho perso i sensi ormai troppe volte.

Non so quanto tempo sia passato da quando mi sono svegliato in questa prigione.

Mi chiedo come stiano i miei amici e la mia città.

Il petto sembra stare esplodendo ogni volta che ricordo la devastazione che ho trovato al mio arrivo.

Stringo i denti, non ho fatto in tempo.

Guardo con profondo odio i miei sequestratori <<che cosa volete da me?>>

Uno dei due si avvicina a me: una donna dagli occhi cerulei ed i capelli nero pece con riflessi viola piega le labbra sottili in un ghigno <<in realtà, nulla>>

Che cosa vuole dire?

<<Servi solo lontano dalle mura>> appoggia una mano sulla mia spalla e la pelle inizia a bruciare e produrre un odore nauseante <<Posso dirglielo?>> chiede ignorando le mie urla di dolore.

Sono praticamente certo che lei sia il Cavaliere Sacro dell'idra, la stessa ragazza che ha spento il mio fuoco quando c'è stato l'attentato.

<<Va bene, tanto non rimarrà vivo a lungo>> l'odio ribolle ancora più forte quando il protetto di Hypnos si avvicina: ha capelli sottili e neri, gli occhi piccoli ed un sorriso beffardo.

Lingue di fuoco si irradiano dal mio corpo involontariamente portando la protetta dell'idra ad investirmi con acqua bollente ed acida.

<<Cerca solo di non svenire>> ghigna lui.

<<Bene, la questione non è complicata, anzi>> sorride lei. Se non fosse una cinica psicopatica potrebbe quasi risultare carina.

<<Senza di te alle mura, queste saranno senza difese>>

<<Ma le avete già devastate!>> controbatto.

<<Gli altri Cavalieri Sacri sono ancora vivi e potrebbero cercare di ribellarsi. Con te qua verranno sicuramente a mediare per la pace e la tua libertà ed allora prenderemo il comando delle Dorate e del suo esercito. Ovviamente dopo aver ucciso Near>> ride <<è stata proprio un'ottima idea mandare una vittima sacrificale come "futuro Sacerdote": se non lo avessimo fatto non avremmo potuto dichiarare guerra senza andare nel torto... ora siamo noi i salvatori>>

Quel vecchio non mi è mai piaciuto, ma ha cresciuto Lit come un figlio dopo che Grifone è scomparso, e per questo non merita la morte.

Non è malvagio, bene o male ha sempre fatto ciò che era giusto per il suo popolo.

E c'è una seconda questione, era premeditato l'attentato?

Effettivamente avrebbe senso, se pensato con le loro menti malate.

<<Saranno carne da macello contro i lupi. Dopo aver ucciso loro conquisteremo le altre mura e poi tutte le città dell'oceano>>

<<Oceano?>> non ne ho mai sentito parlare.

<<E' ovvio che tu non ne sappia nulla. Mars, glielo spieghi tu?>>

Marte, il dio della guerra. I suoi genitori sono stati così egocentrici da chiamare il loro figlio come un Dio? Non mi sorprende che sia così.

Mi guarda dall'alto al basso.

Quanto vorrei tirargli un pugno.

<Il territorio delle mura e quello dei lupi non è l'unica zona abitabile... o abitata. Siamo su un'isola, esistono città all'infuori di questa>>

Tsurei non me ne aveva mai parlato.

Sento il mio mondo cadere intorno a me, quante cose dovranno ancora accadere prima che io perda il senno?

<<Near è molto potente, ha la benedizione di Enthalia, non cadrà così facilmente>>

Mars si avvicina, il sangue ribolle <<sono un semidio, avete già perso>>

Rimango paralizzato.

Si dirige verso l'uscio <<Kiara, gli ospiti sono arrivati, fai tu compagnia al nostro amico, mi raccomando>> sogghigna.

Urlo.

Urlo così forte che anche le corde vocali iniziano a far male.

Urlo cercando di avvertire i miei amici, di dire loro di scappare, ma è troppo tardi.

Mentre il getto bollente mi taglia la pelle rimugino solo di non aver detto ai miei amici quanto io tenga a loro e quanto mi dispiaccia di non essere riuscito a salvarli.

Lacrime scendono copiose, fondendosi con la magia di Idra.

Non posso più lottare, non ne ho la forza.

L'ordine DoratoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora