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Wonderwall degli Oasis risuonava nella camera di Louis Partridge mentre lui si abbottonava la camicia candida guardandosi allo specchio.
"Because maybe, you're gonna be the one that saves me.And after all, you're my wonderwall"canticchiava muovendo la testa a tempo di musica.
"Louis muoviti i tuoi amici ti stanno aspettando fuori" urlò sua madre dal piano inferiore. Guardò l'orologio per capire a quanto ammontasse il suo ritardo, segnava le nove di sera. Sì era in ritardo. Aprí il cassetto della scrivania in fretta e furia per recuperare il portafoglio, che trovò pochi secondi dopo mettendo sotto sopra varie scartoffie che caddero a terra. Imprecò mentalmente prima di chinarsi a raccoglierle,mise a posto foglio per foglio fin quando si ritrovò fra le mani una foto che immortalava lui e una ragazza stesi sull'erba. Sorrise sinceramente nel guardarla, sospirò amareggiato nell'osservare l'unica cosa che gli era rimasta di quell'incontro ormai lontano nel tempo. Sebbene fosse passato più di un anno dall'incontro con Olivia, le sensazioni che aveva provato ogni volta che lo fissava con i suoi occhi da cerbiatto erano segnate in modo indelebile fra i suoi pensieri, forse un po' sommerse ma presenti. Quella giornata era stata talmente surreale che, se non avesse fatto delle fotografie per documentarla, avrebbe dubitato fosse accaduta veramente. "Louis allora ti muovi!" lo richiamò sua madre per l'ennesima volta. Scosse il capo come a voler gettare nel dimenticatoio quei ricordi, forse un po' troppo malinconici, rimise la fotografia nel cassetto e corse con fretta giù per le scale trascinandosi dietro il cappotto nero. Si chiuse la porta alle spalle e rivolse un sorriso ai suoi due amici accostati ad un albero. "Partridge a quasi vent'anni vivi ancora con la mamma! Che carino" lo prese in giro uno dei due.
"Ahah simpatico James ricordati che sei l'unico che ha diciannove anni e vive da solo" fece il finto offeso il moro. "Sì infatti James, parli tu che dormi nel garage di tua zia!" lo canzonò l'altro ragazzo dai capelli rossi."Brandon stai zitto, non posso sia studiare medicina che lavorare per permettermi un appartamento" controbatté il biondo.
"Invece che litigare andiamo a bere, che ne dite?" esordì Louis incamminandosi verso il loro pub preferito. Camminarono per Mayfair per circa mezz'ora scherzando e battibeccando prima di arrivare nel locale pullulante di universitari, il sole era calato da poco e l'aria di primavera innondava le strade di Londra.
Si sedettero ad un tavolo infondo alla sala e ordinarono subito tre pinte di birra. "Ti vedo pensieroso Louis, c'è qualche problema?" chiese James bevendo dal suo boccale. "Sono solo un po' preoccupato per l'esame di anatomia di questo semestre, tutto qua" disse lui alzando le spalle. La verità è che dopo aver ritrovato quella fotografia la mente di Louis visualizzava solo ricordi di quel fatidico incontro. Perché proprio ora? Perché aveva trovato quella foto solo adesso? Come mai non ci aveva pensato così tanto prima? Era forse un segno del destino? Nah lui non credeva nel destino. Eppure l'incontro con Olivia Peterson era accaduto proprio grazie al fato. Sentì una risata femminile alle sue spalle in lontananza, che riecheggiò nella sua mente, quel suono era ben noto alle sue orecchie. "È solo la mia fottuta immaginazione, sto impazzendo" pensò.
"Ragazzi sono appena arrivate tre bellezze al bancone" disse Brandon guardando dietro le spalle del moro, rapendo l'attenzione di James "andiamo, è tempo di rimorchiare ragazzi" aggiunse il biondo. Louis non era il tipo che andava in giro per locali a conquistare le ragazze, era talmente timido che non avrebbe mai avuto il coraggio. Non si voltò neanche a guardare le prede dei suoi compari, bevve un altro sorso della sua birra e si mise a guardare il telefono.
"Tu vieni?" gli chiese il rosso. "Passo" rispose disinteressato. Fu abbandonato dai suoi due amici, rimase da solo per una quindicina di minuti prima di scocciarsi e raggiungerli al bancone. Camminò svogliato, guardandosi le punte delle scarpe.
"Oh finalmente amico, queste sono Tessa e Alicia" indicarono una ragazza dalla carnagione scura con i capelli ricci e una più alta, con la pelle olivastra e bionda."Non eravate in tre, ragazze?" chiese James.
"Oh sì l'altra ragazza sta proprio tronando dal bagno adesso" indicò Tessa una figura alle spalle del moro.
"Ragazzi lei è..." Alicia non potè finire di parlare che Louis la interruppe non appena vide la ragazza in questione. "Olivia Peterson." disse lui con stupore.
"Louis Partridge" sussurrò lei. Olivia si pietrificò non appena incrociò lo sguardo scuro del ragazzo. Quei due occhi color pece che poco più di un anno prima le avevano fatto credere nel colpo di fulmine.
"Tu cos-cosa ci fai qui?" balbettò lui sorridendo come un ebete. "Io mi sono trasferita qui per l'università" disse con voce flebile. I cuori di entrambi battevano all'impazzata, Louis aveva gli occhi lucidi, se fosse stato da solo avrebbe pianto dalla gioia, e ad Olivia facevano male le guance da quanto stava sorridendo. "Quindi li hai convinti, intendo i tuoi genitori" commentò lui ricordando la discussione che aveva avuto con la ragazza durante il loro primo ed unico incontro. La ragazza annuii silenziosa continuando a guardare fisso negli occhi di Louis. In cuor suo sperava di incontrarlo, ma Londra era una città talmente grande che non ne avrebbe mai avuto la certezza. "Voi due vi conoscete" chiese Tessa intromettendosi fra i due. Louis si guardò intorno spaesato, per un attimo aveva perso la cognizione del tempo e dello spazio; ricevette degli sguardi interrogativi dai suoi due amici. Non lo avevano mai visto così sconvolto, aveva uno sguardo vispo e un sorriso a trentadue denti.
"Ehm sì circa, ci siamo conosciuti casualmente un anno fa circa" sussurrò Olivia imbarazzata.
"Oh bene, beh comunque fanciulle care, noi fra un po' andiamo in un locale per fare quattro salti, ci raggiungerete?" domandò James.
"Sì certo, perché no" disse Alicia. "Bene, ci contiamo allora, finiamo le nostre birre e ci vediamo fuori tra una ventina di minuti" ammiccò Brandon.
I tre ragazzi tornarono al loro tavolo e Louis non tolse gli occhi di dosso Olivia neanche per un secondo. "Hai visto un fantasma per caso?" gli chiese il rosso. "Quasi" commentò lui. "Amico cosa c'è stato fra te e quella irlandese?" gli chiese James. "Cosa c'è stato fra noi?" si chiese. Una bella amicizia? No. Un amore? Forse neanche quello. Un qualcosa che poteva diventare un sentimento molto forte? Sì probabilmente. "Ehm io, io non lo so. È complicato" sussurrò.
"Ti sei svegliata nel suo letto dopo una notte di fuoco e poi lui non ti ha più considerata?" chiese Tessa ad Olivia. Le ragazze dall'altro capo del pub stavano avendo un animata conversazione su Louis Partridge, non capendo il comportamento dell'amica. "No assolutamente" disse lei scuotendo il capo. Louis non era affatto il tipo da una notte e basta. "Alicia, ti ricordi quando più di un anno fa sono venuta qui da mia zia e ho conosciuto quel ragazzo dopo il casino della valigia e tutto?" si riferì alla sua amica bionda, ovvero quella con cui si era trasferita dopo il liceo a Londra. "Sì, il ragazzo dei tuoi sogni, con cui hai passato un'intera giornata anche se era uno sconosciuto" aggiunse la bionda. "Ecco è lui." spiegò Olivia indicandolo impercettibilmente con il capo. "Olivia questo è un segno del destino" commentò Tessa. "No ma quale destino, è solo casualità" si autoconvinse la mora.
Vide i tre ragazzi avvicinarsi a loro, Louis impacciato la guardava sottecchi. Si studiavano e si cercavano con lo sguardo. "Bene signorine, andiamo" esultò Brandon aprendo la porta facendo passare prima le tre amiche.
Senza pensarci troppo Olivia rallentò il passo per riuscire a camminare affianco a Louis che le regalò un sorriso tenue. Rimasero in silenzio, mentre il resto della loro comitiva chiacchierava amabilmente camminando davanti a loro, le loro mani si sfioravano, cercandosi come un tempo. Come era possibile che quei due, che avevano passato un'intera giornata insieme qualche tempo prima, che quando si erano allontanati era stato straziante per entrambi, ora si comportassero come degli sconosciuti. Non era possibile.
Olivia si fermò sul marciapiede, obbligando il ragazzo a fare lo stesso. La guardò interdetto e lei iniziò a parlare "È strano" disse solo questo. Louis capì al volo ciò che intendeva "Già è strano" concordò. "Io" sussurrò lei mordendosi il labbro
"mi sei mancata Olivia Peterson" la precedette il moro. Lei sorrise e con istinto l'abbracciò. Si strinsero l'uno all'altra "pensavo che non ti avrei più rivisto" gli sussurrò all'orecchio. In risposta Louis le baciò la fronte, inspirando il profumo dei suoi capelli, che come un anno prima o poco più, era rimasto lo stesso. Sciolsero quel contatto necessario per entrambi e si guardarono per dei secondi infiniti, e poco dopo scoppiarono a ridere. "Andiamo?" chiese lui porgendole la mano "Andiamo" disse lei afferrandola. I due, che ormai erano tutt'altro che sconosciuti, ricominciarono a camminare per Londra, proprio come il loro primo incontro. Erano cambiati, più maturi, ma ancora curiosi di conoscere l'altro, non sapendo cosa, quella notte e il destino, avevano in serbo per loro.

La volontà del destino|| Louis Partridge Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora