1) Nuovi e vecchi incontri

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Le chiavi, la borsa, le cuffie, il telefono ed il burrocacao. Ok, ho preso tutto!
Mi infilo la giacca, mi allaccio le scarpe e poi vado verso l'entrata. Mi guardo un'ultima volta allo specchio e cerco di sistemare la coda alta e disordinata che ho fatto qualche minuto fa. Esco di casa e, dopo aver chiuso la porta, prendo le cuffie cercando di sfilare i nodi dei fili. Arrivo al portone ed incontro Mary, la mia vicina, da quando vivo qui lei ogni giorno innaffia e si prende cura dei fiori che ci sono davanti al portone.
<Buongiorno Mrs. Williams!>
Dico come ogni mattina da ormai tre anni.
<Buongiorno a te Kate! Anche stamattina lavori?>
Chiede con il solito sorriso. Lei è davvero una donna straordinaria, nonostante la morte di suo marito un anno fa continua a sorridere.
<Certo! Come ogni mercoledì.>
Rispondo mentre scendo gli ultimi scalini per poi andare verso il bar in cui lavoro.
<Stai attenta!>
Mi raccomanda prima che io svolti l'angolo della via. Finalmente riesco a sciogliere i nodi delle cuffie e, appena me le infilo nelle orecchie, faccio partire la mia solita playlist di canzoni mattutine.


Arrivo davanti al bar ancora vuoto ed entro trovando, come ogni mattina, Tom che sta sistemando i tavoli.
< Buongiorno.>
Dico a testa bassa mentre mi tolgo le cuffie.
< Sei in ritardo.>
Brontola mettendosi le mani sui fianchi.
< Mi spiace, la sveglia non ha suonato.>
Rispondo mentre mi dirigo oltre il bancone per andare verso la cucina.
< Ringrazia quel tuo bel visetto da angelo...>
Dice sorridendo mentre mi segue.
Mi tolgo la giacca, la appendo sull'appendiabiti e prendo il mio grembiule ormai consumato.
Gli sorrido e abbasso la testa per l'imbarazzo. Non è la prima volta che me lo dice o che mi fa un complimento del genere, ma non mi abituerò mai a certe cose.
<Avanti... dopo tre anni che ti faccio gli stessi complimenti ti imbarazzi ancora?>
Mi chiede mentre mi allaccio il grembiule.
Faccio finta di niente e mi volto iniziando a tirar fuori gli ingredienti che servono questa mattina.
< I tuoi figli come stanno?>
Domando cambiando argomento.
< Bene, Benjamin è riuscito a diventare capitano della squadra di basket, mentre Jonathan continua a studiare al college.>
Dice felice e fiero dei suoi figli.
Lui è un padre fantastico, è sempre presente ad ogni partita di Benjamin e lo aiuta ad allenarsi nonostante abbia superato i cinquanta anni e aiuta anche a pagare gli studi a Jonathan, il fratello maggiore. Tom, da quando mi sono trasferita qui a New York, ha fatto un po' da padre anche a me. Mi ha dato questo lavoro, mi aveva trovato la coinquilina con cui condividevo la casa e mi ha sempre aiutata nel momento del bisogno. Lui è sempre stato il mio appoggio nonostante io non gli abbia mai chiesto nulla, se non questo lavoro.
Cerco di prendere la bilancia sopra lo scaffale, ma è troppo in alto e io non riesco a prenderla.
< Nanerottola!>
Afferma prendendomi la bilancia per poi passarmela.
Lo ringrazio e mi volto dandogli le spalle per poi mettermi nuovamente a lavoro.
< Sai... secondo me sei troppo stressata! Hai delle occhiaie viola sotto quei tuoi meravigliosi occhi verdi e di certo non sono dovute dal fatto che la sera vai fuori a divertirti come fa ogni ragazza della tua età. Perciò, mi vuoi dire il perché non dormi?>
Chiede avvicinandosi nuovamente a me.
< Soffro di insonnia da sempre, soltanto che ultimamente sta peggiorando... Ma non è nulla di preoccupante, vedrai che presto tornerò a dormire!>
Affermo mentre peso la farina sulla bilancia.
Quello che dico è vero, da un po' di notti ho iniziato nuovamente a fare gli incubi. Era da tanto tempo che non mi venivano così spesso, ma ultimamente mi stanno davvero tormentando facendomi passare le notti in bianco.
< Dovresti trovarti un'amica e un fidanzato. Kate... hai 23 anni e sei sempre sola!>
< Non sono sola! Ho Mary e Natasha.>
Dico mentre inizio a mettere la farina nella terrina.
Lui va oltre il tavolo su cui sto lavorando e si mette di fronte a me cercando un mio contatto visivo.
< Mary chi? La signora Williams? La signora anziana che aiuti ogni domenica a curare i fiori?>
Annuisco in risposta e lui fa una risatina.
< Poi Natasha non la vedi più così spesso da quando ti ha lasciata sola in quell'appartamento.>
Dice guardandomi serio.
< Natasha si è trasferita per lavoro. Ha avuto una grande opportunità con Tony Stark, come poteva rifiutare?>
Chiedo mentre prendo la frusta per mescolare l'impasto.
< Poi ho anche te che mi fai compagnia.>
Dico facendogli un piccolo sorriso.
Scuote la testa e mette le mani sui fianchi.
< Appena Jonathan finisce gli studi potresti uscire con lui, almeno avresti qualcuno che ti fa compagnia.>
Stavolta sono io a scuotere la testa mentre continuo a mescolare l'impasto. Non riesco ad immaginarmi con il figlio del mio capo...
Tom guarda l'orologio appeso al muro dietro di me e rimane sorpreso.
< Mettiamoci a lavoro! Tra meno di mezz'ora i clienti saranno qui.>
Dice battendo energicamente le mani per poi tornare a sistemare i tavoli.
Fortuna che ha guardato l'orario, non è la prima volta che il discorso sul fatto che io "sia sola" esce fuori e sono felice che questa mattina sia durato anche meno del previsto.

Dopo un'ora circa arrivano i clienti ed io, fortunatamente, sono riuscita a preparare tutti i muffin e le brioche che Tom mi ha chiesto. In questo bar, oltre a fare la cameriera, faccio anche da pasticcera. Da sempre amo cucinare, è una mia passione e Tom mi ha accontentata.
Verso le 10:30 il locale si svuota un po', come al solito il bar si riempie di gente la mattina presto perché ci sono tutti gli impiegati che fanno colazione prima di andare a lavorare.
Pulisco il tavolo dove sono andati via gli ultimi clienti e poi torno dietro al bancone.
Mentre sciacquo la spugna sento la porta aprirsi. Dei nuovi clienti sono arrivati.
Strizzo la spugna e mi volto sorridendo.
< Buongiorno! Cosa posso->
Mi fermo appena riconosco i capelli rossi della mia ex coinquilina.
< Nat...>
La vedo sorridere ed oltrepasso il bancone per andare ad abbracciarla.
< Ciao Kate, come stai?>
Mi chiede staccandosi dall'abbraccio.
< Bene... Te?>
Chiedo sorridendo.
È da tanto che non la vedo e devo ammettere che mi manca la sua compagnia a casa. Lei non è mai stata una ragazza di molte parole, ma sia io che lei abbiamo avuto un passato molto difficile. Lei è l'unica che sa un po' della mia storia e io so un po' della sua.
< Io sto bene, però devo ammettere che il mio lavoro non è affatto facile. A proposito di lavoro...>
Si volta e solo ora noto un uomo poco dietro di lei.
< Lui è un mio collega.>
Dice infine Natasha mentre lui si avvicina leggermente a me.
È alto, muscoloso e, nonostante abbia il cappellino con la visiera, posso notare che è biondo. Sfortunatamente non riesco a vedere bene i suoi occhi per colpa dell'ombra che gli fa la visiera.
< Piacere, sono Steve.>
Sembra che si voglia nascondere, chissà perché?
< Piacere mio, mi chiamo Kate.>
Dico facendogli un sorriso che lui ricambia.
Solo ora mi sembra di averlo già visto da qualche parte, ma dove?
Mi accorgo di starlo fissando ormai da un po' e decido di andare dietro il bancone sperando di riprendermi da questo mio strano ed insolito comportamento.
< Allora, cosa vi offro?>
Chiedo cercando di fissare il meno possibile Steve.
< Per me un caffè.>
Dice Nat sedendosi su uno degli sgabelli.
< Per me una spremuta d'arancia.>
Dice Steve sedendosi pure lui.
Preparo immediatamente ciò che hanno ordinato ed intanto continuo a parlare con Natasha. Mi sento lo sguardo di Steve addosso, ma cerco di far finta di niente nonostante io mi senta più nervosa che mai. È la prima volta che un ragazzo mi fa quest'effetto, sarà perché è molto misterioso?
< Ora dobbiamo proprio scappare, è stato un piacere rivederti Kate. Ti prometto che passerò più spesso a trovarti.>
Dice alzandosi dallo sgabello e Steve fa lo stesso.
< Sai dove trovarmi.>
Dico facendole un sorriso allargando le braccia. Poi mi volto per guardare Steve e, finalmente, riesco a vedere meglio i suoi occhi. Sono blu, un blu intenso e penso di non aver mai visto degli occhi così belli.
< È stato un piacere conoscerti.>
Dice porgendomi una mano.
Appena mi riprendo dal suo sguardo gli scambiò la stretta di mano e una sensazione strana attraversa tutta la mia spina dorsale.
< Anche per me.>
Affermo facendogli un altro sorriso.
Ci salutiamo un'ultima volta e poi loro escono dal bar.
Cosa diavolo mi è successo? Da quando mi comporto così quando parlo con qualcuno?
< Wow! Chi era quello?>
Chiede Tom raggiungendomi al bancone interrompendo i miei pensieri.
< U-un collega di Nat.>
Rispondo per poi iniziare a lavare le tazzine da caffè usate questa mattina dai clienti.
Tom fa spallucce e torna a lavorare mentre io mi continuo a porre una sola domanda: dove l'ho già incontrato Steve?

***
Ciao💙
1° Capitolo!
Come vi sembra? Vi piace?
Spero proprio di si😊

Voglio ringraziarvi per essere arrivati a 100 Follower! Grazie mille!

Il prossimo capitolo arriva lunedì!

Salvami dal mio passato (Captain America)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora