12 giugno 1942, Amsterdam.
Anne indossò il suo abito migliore. I suoi riccioli corvini le inondavano le spalle. La gonna del vestito superava il ginocchio. I tacchetti battevano sui gradini delle scale, facendo prendere un colpo al resto della famiglia.
<<Jacque mi attende, Pim>> Precisò Anne.
Otto lasciò uscire la figlia, come se avesse avuto totalmente fiducia in lei.
<<La vizi troppo, Otto>> Era Edith.
<<Lascia che si diverta, finché può>>Le strade olandesi erano colme di soldati e pattuglie. Anne raggiunse la sua amica, ma camminando a passo svelto.
<<Jacque, voglio mostrarti una cosa!>> Sussurrò entusiasta.
<<Cosa?>> Jacque si guardò intorno.
Anne indicò una vetrina piena di cose meravigliose.
<<Sono sicura che Pim mi abbia regalato questo! È da tanto che chiedo mi sia regalato>> Scrutò il quadernetto a quadri.
<<Per cosa lo utilizzerai?>> Chiese l'amica.
<<Sarà un'amica>> Specificò.
<<Ed io?>> Domandò Jacque.
<<Saremo semrpe grandi amiche, Jacque>> Le sorrise.
<<Andiamo, altrimenti farai tardi alla tua festa>>La musica iniziò a suonare. Edith aiutò Margot a preparare il banchetto, mentre Otto controllava la lista degli invitati. Anne si trovava da ore nella sua stanza, neanche le sue amiche riuscirono a convincerla.
<<Una principessa non deve mai essere mai in disordine. Finché non sarò pronta mi riterranno indisposta>> Precisò la giovane.
Gli ospiti attendevano con ansia, ma nessuno di loro proferì parola.
Margot si avvicinò a Peter Van Pels.
<<Attendi mia sorella?>> Chiese con sguardo basso.
Peter annuì sorridendo.
<<Beh, potresti aspettare con me. Cosa ne pensi?>> Si sedette accanto a lui.
<<Ti ringrazio, Margot...>> Si bloccò di colpo.
Anne arrivò con la massima eleganza. Lo strascico dell'abito frusciava sul pavimento. Intorno alla vita era legato un nastro rosa, il cui fiocco pendeva nella parte posteriore. Le spalline a sbuffo rendevano il tutto perfetto. I guanti di pizzo parevano essere cuciti apposta per le sue mani. L'abito bianco era meraviglioso, ma mai quanto il suo bel sorriso.
Gli invitati applaudirono enfaticamente.
I suoi occhi si soffermarono su un ragazzo molto alto.
<<Chi è?>> Chiese a Jacque.
<<Helmut Silberberg. È famoso per i suoi capelli dorati. Temo, purtroppo, che Ursula sia riuscita già a catturarl->> Jacqueline si rese conto di star parlando da sola.<<Lei è Anne Frank, giusto? Mia cugina è nella sua stessa classe...>> Domandò Helmut.
La giovane rispose con un sorriso.
<<Posso chiamarla Signor Hello? Credo sia un nomignolo molto carino...>> Inclinò la testa.
Helmut le prese le mani morbide di Anne.
<<Mi concede questo ballo, Signorina Frank?>> Si inchinò.
Le dita di Hello si strinsero sulla schiena della ragazza. Anne poggiò una mano sulla spalla del giovane. Si cimentarono in un valzer lento, come di consuetudine. L'abito della fanciulla ondeggiava ad ogni passo, come i suoi folti riccioli.
Helmut la fece volteggiare lentemente, come se stesse ballando con un fiore delicato.
<<Cosa provate in questo momento, Anne?>> Le sorrise maliziosamente.
<<Con onestà? Ho brividi per tutto il corpo, Signor Hello...>> Sorrise ancora.
<<Siete la prima che non insabbia i suoi sentimenti...>> Le sibilò all'orecchio.
La giovane divenne completamente rossa, come una fragola.
Anne afferrò le sottane e si voltò di fretta, ma una figura si palesò dinanzi a lei.
Si guardarono negli occhi. Nessuno dei due aveva intenzione di conversare. L'imbarazzo li bloccò, ma Anne, da grande chiacchierona, riuscì a rompere il ghiaccio.
<<Signor?>>
<<Van Pels. Peter Van Pels>> Quasi balbettò.
Anne non apprezzava particolarmente quella famiglia.
<<Mi fa piacere averla conosciuta... Peter Van Pels>> Si voltò.
<<A-anche a me. Spero di rivederla... un giorno>>
<<Ad una signorina non ci si rivologe con lo sguardo basso, Peter>> Alzò un sopracciglio.
La fanciulla raggiunse le sue amiche.
<<Secondo me soffre di fisime, come sua madre!>> Presuppose Anne.
<<Non essere dura con lui, amica mia. È così timido...>> Ammirò Hanneli.
<<Tu lo trovi timido? Io penso che Peter sia semplicemente patetico! Helmut invece è sicuro, bello e sfacciato! Avanti, ragazze! Basta guardare per giudicare!>> Li indicò.
<<Ci sono cose più importanti dell'aspetto esteriore, Anne>> Suggerì Jacque.
<<Ho bisogno di qualcuno che mi tenga testa, e di certo non può essere quel Van Pels>> Lo guardò con disprezzo.
Le amiche fecero spallucce.
<<Fate silenzio! Helmut ha continuamente gli occhi puntati su di me!>> Si ricompose velocemente.
Il tavolo fu invaso dai numerosi doni. Anne scartò quello che aveva la forma più interessante.
<<Grazie, Pim! Grazie!>> Abbracciò forte suo padre.
Otto la sollevò amorevolmente.
<<È il diario che desideravi?>>
<<Si, Pim! Ancora grazie, cento volte!>> Strillò.
Anne avvolse il quadernetto fra le braccia.
<<Un piccolo dono per una grande donna...>> Specificò Otto.
<<Non potevo ricevere regalo più bello, Pim. >> Si lasciò toccare i capelli.La ragazza corse in camera sua, più veloce di un lampo. Iniziò a scrivere con la sua amata penna stilografica, come se in quel momento non fosse importato altro.
<<12 giugno 1942...>> Lesse a voce alta.
Scriveva, ma i suoi pensieri erano sempre rivolti ad Hello, come se si fosse trovata in un circolo infinito.
Desiderava essere stretta ancora, ma l'amore era un'altra cosa. Chissà, forse un giorno sarebbe stata sicura di amare, ma non era quello il giorno.
<<Forse é un amore che ancora deve sbocciare. Potrei definirlo un "giovane amore"?>> Chiese a sé stessa.
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Giovani Amori (La fanfiction ufficiale su Anne Frank e Peter Van Pels)
Historical FictionAnne Frank incontra Helmut, ma nel frattempo Peter Van Pels sembra perdutamente innamorato di lei. Ma delle forze oscure tramano contro di loro: I nazisti (Il mio primo libro è ancora in fase di sviluppo, così ho deciso, nell'attesa, di REGALARVI UN...