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Continuo a girarmi nel letto dalle cinque, fisso instancabilmente la sveglia che indica sulla parete lo scorrere del tempo, mi stringo forte intorno il piumino verde floreale di catherine lansflield acquistato qualche settimana fa. L'autunno è la mia stagione preferita anche per questo: per colmare le mancanza di affetto basta mettere una coperta più pesante sul materasso e farsi coccolare dal suo calore e dal profumo dell'ammorbidente con cui è stata lavata; questo sa di mandorle, e nonostante io non sia un'amante del frutto in sé, l'aroma l'ho sempre adorato.
In realtà il mio problema non è la mancanza d'affetto in sé, bensì il modo in cui lo ricevo: sono stata a letto con tutti i ragazzi del McKinley ma credo fermamente che a nessuno di loro sia mai importato qualcosa di come stessi o del perché lo facessi. Riuscire a guadagnarsi una notte folle con me, all'inizio, rappresentava per gli altri una scommessa; poi, non lasciare più nessuno fuori dalla mia lista di conquiste, lo è diventata per me. Per me e per Brittany, la mia migliore amica, la mia persona, il mio porto sicuro. Anche lei non fatica molto a spuntare nomi, forse fatica anche meno di me, perché non si fa domande, perché non si fa problemi. Perché sa chi è. A differenza mia che devo ancora darmi una risposta.

Di solito dopo ore di insonnia riesco ad addormentarmi soltanto facendo questo genere di pensieri, ma a quel punto è quasi già mattina e il telefono squilla puntuale ancora prima che io riesca a diventare capace di intendere e di volere. Dovessi rispondere io, ogni mattina, la mia abuelita starebbe ad attendere al telefono per ore.
Più puntuale di un orologio svizzero, digita il numero di telefono di casa mia ogni mattina alle 06:50 per darci il buongiorno, credo, o per farci sapere che è ancora viva. Dice da sempre a mia madre di essere così puntuale perché è la prima cosa che fa appena sveglia, e la sua sveglia suona sempre allo stesso orario. Io so che invece lo fa perché alle 7 inizia la messa in televisione e non vuole disturbata per nessun motivo al mondo.
Quando avevo tre anni, mi metteva lì vicino a lei e recitava il rosario, così da farmelo imparare a memoria senza doverlo leggere né scrivere. Subito dopo la prima elementare, poi, mi fece trascrivere tutte le preghiere, in spagnolo ovviamente. Quello era un esercizio che non mi dispiaceva, e poi rendeva felice lei e a me non importava altro.
Credo che il mio timore di essere dipenda anche dal suo giudizio, non è un'antica bigotta, lo premetto, ma una settantenne ispanica trapiantata in Ohio, ergo, conservatrice per eccellenza.

Tiro su la cerniera della divisa dei Cheerios, stringo i miei lunghi capelli castano scuro in una coda da un boccolo solo e infilo una per volta le mie scarpe da ginnastica bianche. Questa divisa fa sembrare il mio culo più sodo di quanto già non lo sia, ed è forse per questo che non faccio in tempo ad entrare in aula che ho subito la fila ai miei piedi.
Io, Quinn, Brittany ... siamo tutte menti geniali, ottime ballerine, buone cantanti con un sorriso smagliante, ma io sono certa che la nostra arma segreta sia questa gonna che svolazza ad ogni nostro movimento, lasciando spazio ad un vedo-non vedo infuocato.

* campo di football, McKinley *

"Buongiorno Britt"
- "Buongiorno San, la Sylvester è già in postazione con il megafono acceso, non so per quale motivo sia così nervosa, ma oggi non si prospetta niente di positivo."
"Ottimo, mi sono svegliata talmente bene che ci mancava solo l'ira funesta della Sylvester a rendere questa giornata, una giornata da ricordare"
- "Che succede? Stamattina ti sei confusa e invece di fare colazione hai cenato? È così?
Se è così non ti preoccupare, anch'..."
"Britt, tranquilla. Ho solo dormito male e ho preso sonno solo tre minuti prima che abuelita chiamasse"
- "Quindi alle 6,47?"
"6,47" dico, con un sorriso dolce e compiaciuto. Mi fa ridere che Brittany sappia qualsiasi cosa di me, ma non la biasimo perché viviamo praticamente in simbiosi da ormai più di un anno: passiamo gli allenamenti e le lezioni insieme, ci scambiamo baci e ragazzi, e quando il loro calore umano non ci basta più, ci facciamo il favore di riscaldarci a vicenda. La cosa l'ha sempre un po' confusa, ma non me ne stupisco. Come ha detto tre secondi fa, la confonde anche la colazione perché a volte è salata, a volte è dolce... per me invece ciò che c'è tra di noi non può essere considerato tradimento nei confronti di chi ci sta accanto, insomma, la materia prima è diversa.
Brittany mi distoglie dai pensieri tirandomi per un braccio, la Sylvester è davvero imbronciata.

"Pensate sia tosta? Combattere con uno squalo armato nei golfi di Botnia è una cosa tosta, non questo".
Eccola, con il suo strambo metodo alternativo di incitarci. Ringrazio ogni mattina di essere abbastanza snella da poter stare nella parte alta della piramide, così da dover sopportare solo il peso di Quinn sulle mie spalle. Se stessi alla base rischierei di lussarmele entrambe.

Non lo ammetterò mai a voce alta, ma il mio momento preferito della giornata è l'ora di Glee Club. Mi sono unita a loro, mesi fa, per distruggerlo dall'interno con Quinn e Brittany e sono finita per affezionarmi ad ognuno di questi stupidi negletti.
Mi siedo sempre all'ultima fila perché mi piace avere il controllo della situazione, e mi chiedo sempre come faccia Brittany ad andare sempre così d'accordo con tutti. Lei dice di essersi unita per lo stesso motivo mio e di Quinn, ma in realtà le è sempre piaciuto, perché a lei piace fare del bene, e il male non sa nemmeno dove stia di casa. Ogni tanto si gira verso di me e mi sorride, da un po' di tempo ho iniziato a contare anche quante volte lo fa, per curiosità. E ci resto male quando invece torna a guardare il professor Schue senza inarcare le labbra all'insù.
"Più tardi ha qualcosa da fare, signorina Lopez?", Puck si fionda sulla sedia accanto alla mia con quel fare selvaggio che lo contraddistingue. Puckerman, se me lo chiedi così e ti dico di no davanti a tutta questa gente, perderò la mia reputazione. "Nemmeno riesco ad aspettare più tardi Noah, subito dopo la lezione nel bagno docenti."

Esco dal bagno rifacendomi la coda, mi viene incontro Brittany che come al solito chiede i dettagli. In materia di ragazzi tra noi vige un solo accordo che non va spezzato: possiamo scambiarceli tutti e sempre, tranne quelli che ci portiamo a letto più spesso e con cui la gente erroneamente ci associa. Così lei non è mai stata con Noah e io non sono mai stata con Rich, il capitano della squadra di hockey, solo che io mi risparmio di chiedere i particolari, a differenza sua.

"Ragazze, Rachel crede che Sue stia complottando con i poteri forti per organizzare la finale del campionato proprio il giorno delle provinciali" ci dice Mercedes al telefono. In collegamento anche Artie e Tina.
"Frustrata maledetta, ma poi che ne sa Rachel?" chiede Artie.
"Glielo avrà detto Finn, o avrà origliato come è solita fare." - ribatte Mercedes - "Santana, perché non chiedi al tuo ragazzo? Magari avrà sentito qualcosa negli spogliatoi o la coach li avrà già avvisati".
"Noah non è il mio ragazzo, Mercedes. Fare sesso non significa essere fidanzati."
"Altrimenti io e Santana staremmo insieme", esordisce Brittany, alla cui uscita seguono secondi interminabili di silenzio.

Maledizione.

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