Indissolubilmente - Parte uno

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Claudio sospinge istintivamente l'indice sulla sua colonna vertebrale, ben sapendo che Alice non si sveglierà mai, anzi, al massimo le ha dato un motivo per ronfare più a lungo, ma d'altro canto sono anche quelli i momenti in cui può fermarsi a riflettere. Continua a ripetere nella sua mente quali parole potrebbe mai proferire, in qual modo potrebbe esprimere ciò che prova, quali lemmi potrebbe mai prendere in prestito dai grandi poeti.

Ma Claudio Conforti non è sicuramente un poeta, dacché ha sempre creduto con fermezza nella straordinaria capacità comunicativa dei gesti: non è in grado di scarabocchiare su un foglio spiegazzato i suoi sentimenti e, infine, giunge alla conclusione che non dovrebbe nemmeno farlo. La loro storia, d'altronde, è fatta di tante prime e significative volte, di un percorso costellato da tappe inaspettate e di mirabolanti colpi di scena – per quale motivo il loro matrimonio dovrebbe esimersi dall'essere altrettanto stupefacente?

Alice scuote leggermente il capo, come quando – ormai ha imparato a notare – è immersa profondamente nei suoi sogni e lungi da Claudio interromperli prima della proverbiale sveglia. Il flusso dei suoi pensieri viene distratto dal fatto che deve essere veramente tardi, poiché ogni suono dapprima ovattato è oramai scomparso e non ha molto senso pensare alle promesse che le farà, né alle sorprese che da lì a qualche ora irromperanno nella camera di Alice.
 Tutto quel che ha bisogno di sapere è che lei continuerà a sorridergli, a farlo andare su tutte le furie e ad essere l'unica in grado di tenergli testa, ricordandogli a tratti l'allieva che ha conosciuto tanti anni prima e a tratti la donna che ha davanti nel presente: differente, certamente, eppure con la stessa esplosiva ingenuità di sempre.


 Indissolubilmente 


"Have you stopped believing in fairytales and reveries?". 

 Claudio non riesce ad accettare che la ragazzina che tiene nervosamente tra le mani la telecamera, rischiando a più riprese di farla cadere, sia un medico; certo, è difficile immaginarla in camice quando vede in primo piano le aberranti fantasie del suo pigiama – una visione che lo avrebbe perseguitato per giorni, indubbiamente. Ma, ancor più dei gusti opinabili, forse Claudio è attirato dall'ingenuità disarmante e, a tratti imbarazzante, attraverso la quale quella ragazzina sembra esaminare la scena e rivolgerglisi con un timido 'Dottore', a metà tra l'affranto e il convenevole, atteggiamenti che non avrebbero avuto alcun effetto di sorta su di lui. Tra le tante cose che Claudio detesta, infatti, l'ingenuità si posiziona tra i primissimi posti nella sua personale classifica: è un atteggiamento che non gli appartiene, abituato com'è a navigare a vista nella professione e nella vita, cosa che lo rende particolarmente incline a smontare chiunque sia affetto da tale morbo.

 «Quella telecamera non si stopperà da sola, lo sai, sì?» la bercia con lo sguardo, sfilandosi i guanti di lattice.
 «Ah sì. Certo, Dottore.»

 Di nuovo, Dottore, stavolta pronunciato col tono bambinesco di chi deve aver scoperto di aver commesso un gran danno. Claudio riprende la telecamera – la ripresa, spia con la coda dell'occhio, non è stata affatto interrotta, tanto per la cronaca –, lasciandola in uno stato di trance di fronte al corpo esanime della donna assassinata. Un'ultima occhiata di sufficienza prima di raccogliere ulteriori prove e riflettere sul fatto che apparentemente Sacrofano riserva ben più sorprese del previsto. 

 ▪ "You still have time to prove to yourself that life can smile at you". 


 Le mattinate del Dottor Conforti sono molto più movimentate da quando il cellulare squilla e sa già che Calligaris avrà qualcosa da dirgli a proposito della sua nuova, straordinariamente irritante, eppure incredibilmente appassionata, allieva in Istituto.
 Claudio odia vedere la sua agenda, fisica e figurativa, stravolta dalle improvvisate o da inaspettati piani B, ha avuto abbastanza sorprese nella sua vita e per evitarne di ulteriori ha sempre preferito guardarsi in avanti, ignorando qualsiasi cosa potesse provocargli una reazione di qualunque tipo. O almeno era così ben prima che Jessica Fletcher in camice visitasse il suo ufficio ogni singolo giorno, portandogli di volta in volta una prova – o, meglio, presunta tale –, una teoria da discutere o un dato, precedentemente elaborato, da analizzare a fondo.
 Teme di doversi procurare un'altra pallina da tennis, dato che l'ha consumata dall'arrivo di Alice Allevi all'Istituto di Medicina Legale e potrebbe doverla sostituire con qualcosa di più pesante da lanciare.
 Non passa giorno che Alice non gli riveli qualche sorpresa o nasconda – pardon, occulti – qualcosa che lo farà andare su tutte le furie, eppure si ostenta a farlo. Sembra che Alice voglia sfidare la sua pazienza, la sua tenacia e soprattutto i suoi istinti con quei grandi occhioni che non si decidono a mollare la presa e Claudio non riesce a capire se lo stia supplicando o sfidando a suon di sguardi.
 Attirare Alice a sé è stato quasi naturale, è stato come iniziare a sbrogliare una matassa che gli si aggrovigliava dentro da tempo e ora, alla luce di ciò che è accaduto, non riesce a capire cosa si annidi davvero in lui.
 Claudio sa solamente che tutte le bottiglie di vino ordinate, religiosamente in solitaria, al ristorante non colmano l'assenza della sua presenza e inizia anche a chiedersi quando debba aver cominciato ad avvertire lo strano sentore a cui non sembra voler dare una definizione.
O forse sa darne una definizione, ma preferisce occultarla con i torpori del costoso champagne che ha ordinato o infilarla sotto un polveroso tappeto, come d'altronde ha fatto per gran parte della sua vita.

 'Le emozioni sono pericolose', si ripete sommessamente, dondolando il bicchiere tra le dita, ma non sono invisibili, è costretto ad ammettere a sé stesso, senza osar però proferire quelle parole a voce, nemmeno sottovoce. 

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