Dodici anni

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Sfioro con mano tremante la superficie del foglio e la leggo così tante volte che praticamente la imparo a memoria. Questa è l'unica cosa che mi rimane di Remus, la prova che è esistito davvero. Però tra noi è finita. È tutto finito.

Premo con il polpastrello nel punto in cui l'inchiostro è sbavato. So che ha pianto mentre scriveva quell'ultima lettere, quindi è un po come se scacciassi via le lacrime dalle sue guance. È un pensiero sciocco a cui mi aggrappo con i denti e con le unghie.

Mi fa male sapere il dolore che Peter gli ha provocato. Perché gli hanno portato via Harry? Non è giusto per nessuno. Così è come se non fossimo mai esistiti. Che ne rimane dei Malandrini ora? Perché nessuno si rende conto che Remus sarebbe un genitore meraviglioso?

Zio Moony. Così il piccoletto lo avrebbe dovuto conoscere. Lo avrebbe cresciuto istruendolo al mondo magico, sarebbe stato accanto a lui il giorno in cui sarebbe arrivata la lettera di Hogwarts in una bella casetta solo per loro, perché ero troppo egoista per immaginarlo con un altro uomo.

Lo scorrere di quella fantasia viene bloccata da una voce che non sentivo da tanto ma che mi faceva venire i brividi fin da piccolo. "Bene bene bene, guarda chi si rivede, il cuginetto ingrato!"

E poi scoppia a ridere, come se avesse detto la cosa più divertente del mondo. Ha la risata di una pazza. Ora che Voldemort è caduto, mi chiedo in quanti cadranno come mosche e finiranno in questo posto dimenticato dal mondo.

"Che fai non saluti? Pensavo che l'educazione te l'avessero imparata." Riprese Bellatrix. Tra tutti i cugini che ho, non poteva capitarmi qualcuno di più sopportabile? Ma Narcissa è troppo affezionata al figlioletto e Andromeda non farebbe mai nulla per meritarsi di stare qui.

Mi faccio un po avanti per vedere quel viso che, nonostante tutto il tempo passato, non ero mai riuscito a dimenticare. Lei è appoggiata con le braccia tra le sbarre, i capelli in disordine, gli occhi vuoti. Quando mi nota assume un'espressione disgustata, ma non smette mai di sorridere.

"Lasciami perdere Bella." Le intimo, perché il mio cuore straziato non può reggere anche questo. Ma lei non mi ascolta. Mi copro le orecchie con le mani, nella speranza di attenuare le sue parole di odio, ma sento tutto alla perfezione.

"Povero piccolo Sirius, è stato abbandonato dai suoi amici? Ora sono morti! E il fidanzato cosa dice?" E qui assume, se possibile, un'espressione ancora più disgustata. Mi chiedo come faccia a sapere di Remus, prima di ricordarmi che probabilmente la mia storia è su tutti i giornali.

"Sei la vergogna della nostra famiglia Sirius Black! Non meriti di portare quel cognome! Essere fidanzato con un uomo, un mezzosangue, un lupo mannaro! Ha fatto bene tua madre a cancellare il tuo nome dall'arazzo!"

Ma ero rimasto alla parte di Remus, il resto non importava. "Che ne sai che è un..."
"Un lupo mannaro? Credi che non lavoriamo con quelle creature disumane? Ce ne ha parlato Greyback."

E forse aggiunge altro ma io non la sento. Quel nome lo conosco. Lo conosco e provo solo tanta rabbia. Remus lo a pronunciato una volta di tanto tempo fa nel nostro dormitorio di Grifondoro, tra le lacrime perché noi avevamo scoperto il suo segreto. Avevamo dodici anni e al male del mondo non ci pensavamo ancora.

Torno alla realtà quando sento Bellatrix ridere. Mi sono sempre ritenuto diverso dalla mia famiglia, ma forse alla fine non era poi tanto vero. Se sono rinchiuso ad Azkaban perché la gente mi crede capace di quelle cose, allora forse non ero tanto diverso.

I maghi e le streghe mi ritengono uguale a tutti loro. Anche ad Hogwarts ho sempre avuto vari problemi per colpa del mio cognome. Mi guardavano terrorizzati per i corridoi. E con il tempo le cose sono migliorate, ma agli inizi i primi anni mi stavano sempre alla larga.

"Hai visto gli altri di recente Sirius?" Domanda mia cugina ed io non la ascolto. Scoppia a ridere poco dopo aver snocciolato nomi che avevo rimosso dalla mente. Mi allontano dalle sbarre e mi rannicchio nell'angolo più lontano della cella.

Con quella lamentela nelle orecchie piango il più silenziosamente possibile. Ho fatto di tutto per lasciarmi quella che avrebbe dovuto essere la mia famiglia alle spalle, pure mio fratello.

Ed ora eccomi, rinchiuso in questo posto dimenticato dal mondo, circondato dai criminali più spietati degli ultimi tempi, le stesse persone che ho combattuto per tutta la vita. E Bellatrix a pochi passi da me. Ci avrebbe pensato quella risata a farmi impazzire, i Dissennatori si sarebbero risparmiati il lavoro.

********

Quello non fu un giorno normale, o almeno normale ad Azkaban. Eppure iniziò nella più totale normalità, quella normalità che vivevo da ormai dodici anni. Venni svegliato, come probabilmente tutta la prigione, dalle urla di Bellatrix.

"Chiudi il becco" "Perché non dorme mai!?" "Vi prego, uccidetela" gridarono alcuni dei prigionieri. "Si Bella, stai zitta un po!" fu ciò che le dissi io. Quella scenetta andava in onda tutti i giorni, o quasi.

"Buoooon giorno Sirius Black!" Aveva la faccia tra le sbarre, sulle quali aveva appoggiato la mano. Si stava leccando denti e labbra, che erano contorte nel suo solito, orribile sorriso. Teneva le mani un po sollevate e per questo una manica le scopriva il braccio, lasciando intravedere il teschio e il serpente. Il Marchio Nero.

Distolsi in fretta lo sguardo. Quel marchio era uno dei motivi per cui ero rinchiuso in quella gabbia di matti. Bellatrix se ne accorse. "Oh, questo?" e si indicò il teschio. "Ti piace? Secondo tutti tu sei il più grande sostenitore del Signore Oscuro. Ma io, come tutti i Mangiamorte conosciamo la verità"

Si guardò il Marchio, ma poi tornò ad insultarmi, come accadeva spesso. "Come hanno fatto a credere che sia stato tu? Sei solo una vergogna per la nostra famiglia! Tua madre ha fatto bene a bruciare io tuo nome dall'arazzo di famiglia! Sei solo..."

"Si, si, sono solo un disonore." terminai al suo posto. Ero cosi abituato a tutti i suoi insulti che erano diventati noiosi. Sempre a ricordarmi che facevo schifo e blha, blha, blha. Ma ero sicuro che se la mia defunta madre mi avesse visto cosi, in prigione come tutta la famiglia, sarebbe stata orgogliosa!

E poi all'improvviso le urla di Bella contro di me cessarono all'improvviso. Sentii un grande freddo in tutto il corpo. Tutta la gioia mi venne portata via, quella poca, quasi inesistente gioia che mi era rimasta. I Dissennatori.

*********

Avevo imparato a diventare Felpato. Da cane, i Dissennatori, avevano meno effetto sulla mia mente, probabilmente perché non era proprio umana. Avevo appena fatto in tempo a tornare Sirius Black, che entrò il Ministro della Magia in persona.

Stava parlando con un uomo che non avevo mai visto. Caramell non sembra molto felice di essere li. Feci un mezzo sorriso, chi sarebbe felice di trovarsi in un posto come Azkaban? Stavano parlando cosi animatamente che non si accorse di essersi perso il giornale.

Lo aveva appoggiato per terra, ed io lo avevo preso. Da quanto non tenevo un pezzo di carta in mano che non fosse l'ultima lettera di Remus...no, non dovevo pensarci. Erano ricordi molto felici, e i Dissennatori ne avrebbero percepito la presenza.

Lo sfogliai un po, finché non mi soffermai su una famiglia in prima pagina. Avevano tutti i capelli rosso fuoco, erano nove e si trovavano in Egitto. E poi mi cadde l'occhio sul ragazzino più piccolo. Aveva all'incirca tredici anni e in mano teneva un topo.

Mi raggelai. Lo avrei riconosciuto ovunque. Quante volte avevo visto quel topo? Quante volte lo avevo visto trasformarsi in un ragazzo?

Peter.

Peter Minus.

Quel topo era il motivo della mia prigionia!

Allora, buon giorno a tutti. Volevo farvi notare che la storia non seguirà proprio nel dettaglio quella di HP. Per esempio Sirius dice di non aver mai parlato con Bellatrix, ma a me piaceva l'idea di una "visitina di famiglia".
Ci saranno anche altre scenette inventate da me.
E nnt, volevo solo dirvelo, alla prossima 👋🏻💕💕💕

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