14||belgian gp

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Il sabato sera, in seguito al terribile incidente di Anthoine, aleggia un'ombra di malinconia su tutti, chi più chi meno, ma non scampa nessuno.

Tutti hanno lo stesso pensiero: ''ci sarei potuto essere io lì''.

Anthoine era quell'amico, che nonostante tu non sentissi spesso, era sempre lì, a credere in te e a supportarti.

Dopo la cena, mi dirigo verso la terrazza dell'hotel per guardare le stelle, consapevole che da quel giorno c'è ne una nuova,col numero 19 inciso su di essa.

Non so quanto resto li, stretta nella mia felpa, ad osservare la volta celeste aspettando che qualcuno arrivi da dietro dicendomi che sia tutto uno stupido orrendo che scherzo e che Anthoine sia qui affianco a me.

Ad un certo punto sento dei passi raggiungermi e mi accorgo che è Pierre, che semplicemente si siede al mio fianco e appoggia la testa sulla mia spalla.

Anche Pierre è quel tipo di amico come Anthoine, inutile dire che erano quelli che avevano legato di più ed è ovvio che il francese sia sconvolto.

Restiamo così per tanto tempo, semplicemente a contemplare la nuova stella del cielo.

La mattina dopo entrare in macchina è faticoso.

L'ansia e la paura hanno preso il sopravvento:sto tremando da stamattina e l'incubo dove mi trovavo al posto di Anthoine non aiuta di certo.

Il minuto di silenzio mi ha lacerato definitivamente.

Non so come riuscire a correre con quel pallino di essere al suo posto sempre più insistente.

Perché in fin dei conti, in questa nuova era ci eravamo quasi scordati di questi drammi, ma quello che è successo ieri è una specchiata d'acqua gelida che ha riscosso tutti.

Prima di salire in auto, mi dirigo verso Pierre e lo abbraccio, non ci diciamo nulla ma il significato è lo stesso delle stelle poste sulle vetture e i caschi dei piloti: per Anthoine.

La gara la vince Charles, e la dedica alla nostra stella che ci guarda da lassù.

E in qual momento tutti, chi più chi meno, avevano le lacrime agli occhi, volti verso il cielo.

L'unica cosa che mi ritrovo a fare domenica sera è mangiare gelato-cosa che se viene a conoscenza del mio personal trainer mi scanna viva- mentre guardo un film.

Tutto tranquillo fin quando non mi arriva un messaggio:
"Hey, so che la settimana prossima sei in Italia e guarda caso sono anche io lì!"
"Che ne dici di vederci?"

E mo questo chi è?

"Sono Alejandro comunque!"

Ah. Lo spagnolo a cui ho dato il numero.
Che grande cagata che ho fatto, okay si è carino ma non so che fare.

Per risolvere i miei dubbi chiamo Cate e le dico di venire in camera, visto che ha assistito a questo gran premio.

<<Secondo te dovrei incontrarlo?>> le domando.
<<Da come ha scritto sembra che voglia essere qualcosa in più di un semplice amico, quindi io direi di andarci ma solamente per dirgli ''Ehi ciccio, si sei carino e tutto, ma ti vedo solo come un amico, stop''>>
<<Cate come sei crudele!>>Esclamo prima di scoppiare a ridere, seguita a ruota dall'italiana.
<<Non puoi dire di certo che stia dicendo una bugia!>>
<<Bhe hai ragione.>>
<<Quindi gli dico di sì e poi li gli dico che non si deve creare false speranze? Ovviamente non così crudele come te!>>
<<Ecco, brava>>risponde prima di ritornare in camera sua e facendomi ritornare al film.

Mentre la protagonista del film va a consolare la sua migliore amica perché il fidanzatino l'ha lasciata, penso che forse dovrei almeno vedere come sta Charles, visto che al momento della premiazione era molto scosso.

Velocemente mi ritrovo a spegnere il PC, ad indossare la prima cosa che trovo per non andare in pigiama-come se la cosa cambiasse molto tra una tuta e il pigiama-, e a prendere le chiavi della camera, per dirigermi verso la camera del monegasco.

Busso alla porta e mi apre con gli occhi rossi.

Non ci penso due volte.

Lo abbraccio di slancio, e lui fa lo stesso, ritrovandoci a cadere sul letto.
Dopo esserci sistemati con la sua testa sulla mia spalla, inizia a piangere fino allo stremo, tanto che dopo un po' di tempo ci addormentiamo così:stremati da questo weekend.

Opposti||Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora