Sedici anni oggi. Lentiggini, occhi cervone, capelli corvino. Silvia è carina.
Bella. Ma non di quelle bellezze indiscutibili. Silvia è bella il giusto, più delle sue compagne di classe, ma non la più bella della scuola. È già questo può bastare per non sentirsi accettata dalle altre. Le altre che non hanno mai ricevuto le attenzioni di un ragazzo e che la guardano criticandone il culo troppo grosso. Silvia si sente osservata e non riesce a fregarsene. Nella sua mente immagina di difendersi in tribunale dall'invidia di quelle oche e, stranamente, non le corre il cuore a mille, non le sudano le mani e dice tutto quello che pensa. Ma adesso no.
L'ultima ora di greco, letteratura. E poi libertà.
Casa, tv, affondare nel divano.
Una festa non le serve, non la vuole, e poi per invitare chi? Quelle streghe? Sta benissimo così, al caldo sotto la coperta di pile.
Abbraccia il cuscino e lo bagna tutto di acqua e sale.
Forse almeno un amico ci vorrebbe.
-Quando siete entrati?- chiede Silvia con voce assonnata.
Luca, suo fratello, non l'ascolta, tanto è impegnato con alcuni amici a giocare alla playstation.
-Buongiorno!- la sfotte uno degli amici.
"Non c'è un angolo di pace in questa casa" pensa infastidita.
-Potevi almeno andare di là a giocare!- dice rivolta a Luca.
-Potevi andare tu in camera se volevi dormire!- controbatte lui.
Silvia cambia aria, non è il caso di fare scenate davanti ai suoi amici, del resto con suo fratello è una battaglia persa, una ostilità senza fine.
Si è svegliata male, stringe i pugni e va in camera sua, anzi loro.
Non c'è uno spazio al mondo che Silvia può considerare suo.