-Perché sei tornato così tardi?- urla mio padre come sempre ubriaco mentre va a prendere la cintola.
So quello che sta per accadere e so che mio padre non ha nessuna intenzione di ascoltarmi e non saprà mai il vero motivo del mio ritardo.
Rimango lì immobile, mentre dai miei occhi sgorgano lacrime senza sosta in risposta ai colpi secchi di cintola che mi lacerano la pelle.
Mia madre? Oh lei è in terrazza che fuma.
Non gliene è mai importato niente di me. Le uniche che devono stare bene sono le sue bambine. Non le importa del suo unico figlio maschio.
Quando mio padre ha finito, corro in camera e disinfetto tutti i tagli che mi ha provocato, per evitare che prendano infezione.
Domani sarò obbligato a mettere una maglietta a maniche lunghe per andare a scuola, nonostante le alte temperature di questo periodo.
Vado a letto senza mangiare.
Domani subirò di nuovo l'ira di mio padre per colpa di un altro ritardo, causato dai bulli della scuola che, da un anno a questa parte mi hanno preso di mira.
Non ho molti amici a scuola.
L'unico di cui mi fido è Louis. È un tipo a posto, simpatico e comprensivo nei momenti di bisogno.
È con lui che mi sfogo quando mio padre mi picchia ed è lui a correre in mio aiuto quando qualche coglione inizia a infastidirmi.
L'ultimo giorno di scuola le quinte hanno organizzato una festa e lui mi ha pregato di andarci per divertirci un po.
La festa dura quattro ore e quando torno a casa rimango spaesato.
Mio padre e mia madre, ammanettati che vengono spinti fuori da casa e fatti entrare in una volante della polizia.
Rimango fermo, incapace di fare nulla, a guardare la scena. La nostra vicina di casa mi si fa vicino e mi stringe una spalla.
-Ti ho sentito piangere l'altra notte, così come tutte le notti di questi ultimi anni, così ho chiamato la polizia.- sussurra.
La guardo senza proferire parola.
Ora sono senza una famiglia ed sono minorenne. Mi si fa vicino un agente e mi dice che andrà tutto bene. Che mi aspetta una vita migliore. Dice di andare a prendere le cose più importanti e di fare in fretta.
Mi portano in un istituto, una casa famiglia. Ma di 'famiglia' non ha nulla.
Tutti sono severi con me, dai ragazzi che abitano li come me ai titolari dell'istituto.
Sono passati due mesi e la situazione non è cambiata, anzi è peggiorata.
Se mi rifiuto di mangiare mi puniscono facendomi pulire i cessi squallidi che, nemmeno gli addetti alle pulizie lavano.
Non so se a Louis qualcuno avesse detto qualcosa ed io non posso dirgli nulla perché non mi lasciano usare il telefono.
Così sono entrato in uno stato di depressione acuta.
Non mangio più, sono dimagrito e sono sottopeso, non mi curo più di nulla. E soprattutto non faccio più niente di quello che mi dicono di fare. Ho smesso di frequentare i corsi scolastici dell'istituto, quando qualcuno mi punisce rispondo male e mi chiudo in camera dove subisco le prese in giro del mio compagno di stanza.
Ho perso la cognizione del tempo.
Mi sveglio in stato di trance. Mi metto seduto e passo una mano sugli occhi. Devo essere svenuto, di nuovo.
Se continuo così non durerò per molto, quindi vado a mangiare di nascosto qualcosa.
In cucina fortunatamente non c'è nessuno.
Torno in camera con dei pezzi di pane e della frutta.
Non faccio in tempo ad ingoiare il pane che devo correre in bagno a vomitare.
A quanto pare il mio stomaco non è più abituato al cibo.
In fondo è da.. Beh è da un bel po' che non tocco cibo. Perciò devo riabituarmi.
È passata una settimana e ho ripreso a mangiare, non come prima, un po di meno, ma almeno non mi mancano più le forze e gli svenimenti si sono fatti più rari.
Il mio compagno di stanza ha compiuto diciotto anni quindi ha avuto il permesso di andarsene e per un periodo nella stanza sono rimasto solo.
Ho scoperto che la casa famiglia è anche una casa di riposo per anziani quando un giorno sono entrato in camera mia e nel letto accanto al mio ho trovato un vecchio che russa sonoramente. Me ne hanno affidato la cura.
Come se sapessi qualcosa di quello che devo fare.
Devo imboccarlo a mensa, devo accompagnarlo in bagno, dargli le medicine giuste all'ora giusta, devo metterlo a letto e se si sente male di notte devo svegliarmi, pulire tutto, aiutarlo a lavarsi e rimetterlo a letto.
Tutti mi prendono in giro chiamandomi 'signorina badante', i più simpatici tanto per dire, chiedono di aiutarli a lavare il cazzo con qualche leccata.
Si perché i titolari hanno spifferato a tutti che sono gay, quindi anche quello è diventato una scusa in più per prendermi in giro.
Un giorno entro a mensa, e vedo un volto nuovo.
STAI LEGGENDO
Love me like you do
Teen FictionZayn, ragazzo introverso e impacciato, non ha avuto una bella infanzia e, per via del comportamento dei suoi genitori verrà mandato in una casa famiglia. La vita all'interno dell'istituto non è facile. Poi un giorno arrivò Liam.