Siamo solo io, te, e la notte.

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L’odore del tea alla cannella si spargeva deliziosamente per la stanza, mentre Mycroft terminava di stilare un discorso da far pronunciare al cospetto del Primo Ministro iraniano. Si allontanò dal computer, stropicciandosi gli occhi stanchi e sospirando sotto il cupo rintoccare del pendolo. Il suo lavoro non gli concedeva mai del tempo libero, e lo provava il fatto che, alle undici e trenta della sera, era ancora intento a prepararsi per una riunione del giorno successivo. Certo, da una parte l’assenza di tempo libero non era che un bene, visto che non avrebbe saputo come impiegarlo: non avrebbe potuto passarlo con il suo compagno, gli impegni lavorativi di Gregory non erano più blandi dei suoi. Era accaduto spesso che si fossero trovati costretti a rimandare - o addirittura a sospendere - una loro cena, anche ad orari improbabili della notte, a causa di qualche emergenza lavorativa. Sospirò nuovamente e portò la tazza di tea alle labbra, gustandosi già l’aroma dolciastro e perdendosi nel suo meritato relax serale. Riuscì tuttavia a bere un singolo sorso prima che la porta della casa venisse aperta con violenza.
-Mycroft!
La voce di Gregory gli giunse entusiasta alle orecchie, ma non c’era alcun bisogno di chiederne la motivazione. Non per Mycroft, che aveva osservato tutta la scena dal computer fino a dieci minuti prima, sorridendo appena con le labbra pallide e sottili. Si era riscoperto un po’ geloso dell’abbraccio che Gregory aveva riservato a Sherlock, in verità, ma non era durato che qualche secondo. Lo yarder ormai gli apparteneva, era un amante fedele e devoto, esattamente come lo era il politico stesso.
-Lo hai visto, deduco.- rispose pacato, per Mycroft il ritorno del proprio fratello minore non aveva suscitato alcuno sconvolgimento, mentre Gregory appariva prossimo alle lacrime dalla gioia. Sentimentale come al solito, pensò il politico con un breve arricciamento delle labbra.
-Vedo che sei sempre deciso ad odiarlo per motivi che ancora non conosco.- sospirò il compagno, dal suo sorriso divertito era evidente che fosse fin troppo contento del ritorno di Sherlock per farsi guastare quel nuovo stato d’animo. Era indubbio che gli donasse, dopo due settimane di intensi straordinari e casi estenuanti. Mycroft scosse il capo, posando la tazza di tea sul piattino decorato: era ovvio che non provasse alcun odio verso suo fratello minore, ma l’essere continuamente informato di tutti i suoi spostamenti lo aveva sollevato da ogni preoccupazione.
-Niente affatto, ero semplicemente a conoscenza della cosa. Non vedo motivo per mostrarmene sorpreso, Gregory.
Dopo le sue parole, il silenzio invase il salotto lussuoso della villa.
-Tu eri... A conoscenza...
-Mi sembra ovvio, Gregory.- lo apostrofò Mycroft, guardandolo come si guarda un bambino che non arriva a comprendere il senso di un gioco semplicissimo. -Come pensi avrei fatto ad aiutarlo, altrimenti?
-Tu lo hai... Vorresti dirmi che lo hai aiutato?! Tu sapevi?!
La sua voce saliva ad ogni sillaba, partendo da un lieve sussurro fino a divenire un vero e proprio grido, il compagno in quel momento si era trasformato in un intollerante genitore. Mycroft scacciò quella sensazione e annuì.
-Sì, ne ero a conoscenza. Ho fatto in modo che il piano procedesse e che restasse segreto fino ad oggi, alla data prestabilita in cui Sherlock sarebbe...
-Mycroft, tu ed io siamo stati insieme! Mi conosci. Non sono una persona qualunque.- disse guardandolo e tentando di calmarsi. Era davvero difficile. -Ma è ovvio che tu non ti fidi di nessuno se non di te stesso, vero? E non dire di no! Se devi parlare cerca di farlo bene, perché non rispondo delle mie azioni.
Vedere il suo compagno adirato non era decisamente un bello spettacolo. Non che ne avesse il diritto, Mycroft aveva giurato di non dire la verità a nessuno, e Gregory non era escluso.
-Non mi fido, Gregory, ma non si tratta di questo.- rispose. -Non avrei potuto dirlo a nessuno, era questa la decisione del piano. Non potevo rischiare che lo rivelassi a qualcuno…
Gregory chiuse gli occhi e prese un lungo respiro adirato, Mycroft lo aveva osservato abbastanza a lungo da sapere che non era un buon segno ed ebbe il buonsenso di tacere.
-Mycroft. Va' al diavolo. Tu e i tuoi maledetti segreti. Mi hai stancato, mi hai veramente stancato. Ho chiuso con te e il tuo stupido crederti il Re del mondo! Chiuso. Hai capito?
Non riusciva a proferire parola dopo quel discorso, affatto. Gregory era solito dare in escandescenze anche durante il lavoro, e aveva avuto una settimana piena di impegni, ma Mycroft non trovava proprio motivo per il quale dovesse pronunciare proprio quelle parole contro di lui. Fissò il vuoto davanti a sè, Gregory che gli dava le spalle nell'arco di pochi secondi. Tornò alla realtà solo quando sentì la porta d'ingresso sbattere, come a rimproverarlo, e il rombo dell'auto del compagno che velocemente abbandonava il vialetto. Che abbandonava lui.
 
Vuoto.
 
Quel vuoto durò per molti minuti, in cui Mycroft rimase seduto sulla poltrona in attesa di sentire la ghiaia scricchiolare ancora, le chiavi girare nella toppa e la voce di Gregory che cinguettava che era stato tutto uno scherzo, un frutto doloroso della sua mente stanca e poco lucida per tutto il lavoro accumulato in quegli ultimi giorni, ma nulla di tutto ciò avvenne. I minuti divennero ore, e alle tre di notte Mycroft sussultò nel sentire il pendolo rintoccare l’ora e nel vedere il proprio tea ancora nella tazza, ormai freddo e privo di aroma. Un po’ come quel salotto, quella casa, senza la presenza di Gregory. Si alzò e versò con un gesto seccato il contenuto della teiera e della tazza nel lavello argenteo, riponendole poi nella lavastoviglie di ultima generazione, e si trascinò al piano superiore con il cellulare in mano. Dodici messaggi di Anthea, con gli impegni del giorno successivo, ma nemmeno una lettera da parte di Gregory. Nemmeno un sms inviato al numero sbagliato. Avrebbe preferito un insulto, o una serie colorita di essi, a quel silenzio. Tuttavia non si lasciò corrompere da quell’assenza, ripetendosi che la solitudine era l’unica compagna che non lo avrebbe tradito mai, così come la sua carriera, e che pertanto doveva dedicarsi ad esse: erano tutto ciò che veramente aveva, dopotutto. Aveva resistito per quasi quarant’anni da solo, sebbene il tempo passato con Gregory lo avesse fatto sentire una persona nuova, avrebbe dovuto tenere bene a mente che non si trattava di nulla di troppo reale, di troppo duraturo. I sentimenti erano volubili, incerti, e lui era caduto nella trappola di uno splendido sorriso e di uno sguardo di cioccolato fuso come un allocco. Non se lo sarebbe mai più permesso. I sentimenti erano uno svantaggio, come poteva sostenerlo per anni davanti a suo fratello e poi piegarsi così morbidamente al loro volteggiargli attorno? Gregory era entrato dentro di lui molto più di chiunque altro, quel fatto era innegabile, ma non per questo Mycroft doveva mostrarsi debole ed indifeso. Aveva portato a termine la richiesta di Sherlock, il piano lo avevano organizzato entrambi ed era stato decisivo quel suo teatrino nei confronti di tutti, persino di Gregory. Il senso di colpa presente negli occhi cioccolato del compagno lo avevano tormentato spesso, anche durante il lavoro, ma sapeva per certo di star agendo nel giusto, che Sherlock sarebbe tornato e che ci sarebbe stato un gran trionfo una volta che tutti quanti avrebbero saputo la verità. L’aria della casa si era fatta pesante e silenziosa, cercò di non pensarci mentre si coricava, su di un fianco, e guardava il cuscino vuoto accanto a sé. La cosa peggiore della solitudine, pensò, era il fatto che nessuno si preparasse mai al suo ritorno: una volta riempita con qualcuno, una volta abituati alla presenza di una persona nella propria vita, non si era mai pronti per vederla andarsene. Per essere soli di nuovo, per sentirsi vuoti e per cercare rifugio in ogni cosa. Aveva voglia di un bicchiere di brandy, ma se persino il letto era gelido in quel momento, non immaginava come fossero le stanze al piano inferiore. Chiuse gli occhi, sperando di scivolare nel suo solito sonno senza sogni.
 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 05, 2016 ⏰

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