Mary- Oggi parlo di me

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"Mary vieni a giocare!!"
"Arrivo ma'."
Sono sempre stata una bambina solare, una bambina che amava giocare, quella che rideva per tutto. Mi vedevano tutti come la figlia perfetta, l'amica perfetta, la nipote perfetta, insomma... Ero perfetta.

Avete letto bene... Ero.

Sono nata il primo giorno d'estate, 10 minuti prima che scoccassero le 23.
Mi hanno raccontato che ero sempre in continua ricerca di coccole e di attenzioni, di affetto. Già da appena nata avevo solo bisogno di sentirmi amata e così è stato...

La mia infanzia è stata bellissima.
Avevo amici, ero felice, tornavo a casa il pomeriggio e giocavo con mamma ma era proprio la sera a mettermi paura... Il rapporto con mio papà non è mai stato uno dei migliori, fin da piccola mi ha educato a modo suo con calci e sberle che mi resteranno segnate per tutta la vita.

Ero bambina, non ero in grado di difendermi e le poche volte che provavo a farlo le prendevo il doppio. Son cresciuta così, con neanche il minimo senso del dolore fisico.

Poco a poco quel sorriso ingenuo da bambina stava diventando una maschera che portavo solo per non far preoccupare le altre persone per il mio bene, soprattutto i miei genitori.

Ed eccomi qui oggi ormai nell'età dell'adolescenza a parlarne, a scriverne. Mi è sempre piaciuto, mi ha aiutato... Quando non avevo nessuno con cui parlare, scrivevo, scrivevo tanto...
Il mio diario segreto è pieno zeppo di tutto il caos che ho in testa.

Da quando sono iniziate le medie le cose sono cambiate, alcune amicizie si sono sciolte e altre sono rimaste.
Ma nonostante ciò percepivo dentro di me quella nascita di vuoto, di buio totale appena mi coricavo sul letto alla sera dopo essere tornata da scuola, guardando il soffitto, domandandomi a cosa servissi.

Ho sempre avuto obbiettivi, raggiunti o meno, che mi hanno aiutato ad avere lo stimolo per farcela, per continuare. Solo che in quel periodo, nel preciso istante in cui aprivo la porta di casa e appoggiavo lo zaino sul divano, il vuoto bruciava dentro di me.

Le giornate avevano sempre la solita routine:
-sveglia alle 7.30
-correre a scuola per il ritardo
-compiti
-cena
-dormire.

Ricordo che le medie sono state un vero e proprio inferno.

Non trovavo piu la forza di andare avanti... Tanto che in quel periodo ho scoperto a cosa potessero servire gli elastici, le forbici, le unghie lunghe o gli spilli. Incominciai a capire che più mi facevo del male, più quella sensazione mi piaceva, per un attimo stavo bene. Anche se non durava a lungo.

Nessuno se ne accorgeva, nemmeno io a volte, non capivo di stare male, di aver bisogno di aiuto, non capivo che quello non era il mio obiettivo, ma ovviamente l'ho capito quando ormai da questo ne ero dipendente.
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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 27, 2020 ⏰

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