capitolo 1

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REVISIONATO

4 anni.
4 anni che Luna era rinchiusa in cella per essere diversa dagli altri.
Lei era una strega, in più aveva il sangue nero invece che rosso come tutti gli altri componenti dell'Arca, per questo motivo 2 volte a settimana la portavamo dalla dottoressa Griffin per degli "esami" ma poi finiva per essere usata come cavia da laboratorio.

Luna non sapeva se il padre almeno fosse a conoscenza di cosa le facevano, ma probabilmente non le interessava quindi lasciava perdere, questa era l'unica opzione a cui aveva pensato, non sapeva se c'era un'altra spiegazione, ma a lei non portava, le interessava solo finirla con tutta questa storia.

Dopotutto non aveva molto da perdere, la madre era stata uccisa, il padre l'aveva fatta rinchiudere in isolamento dopo aver scoperto che era una strega, era a conoscenza che la moglie lo fosse ma non credeva fosse una cosa ereditaria, fino a quando dopo essere stata provocata Luna aveva fatto volare col pensiero due guardie per 5 rampe di scale uccidendole.

Dopo quell'evento venne arrestata, anche se era consapevole che quello non era l'unico motivo, tutte le persone a conoscenza del suo "segreto" avevano sempre cercato di farla arrestare, troppo terrorizzati da quello che lei avrebbe potuto fare.

Poche erano le persone sull'Arca alla quale voleva bene, in realtà soltanto due: Vera sua nonna materna e Octavia Blake la sua migliore amica da ormai 3 anni, nonostante sembravano conoscersi da una vita. Tra di loro non c'erano segreti, si fidavano cecamente l'una dell'altra a tal punto da considerarsi sorelle.

POV LUNA

Stavo leggendo un libro quando nella cella dove sono rinchiusa entrano delle guardie.

-Prigioniera 2411 spalle al muro- mi dice una tra le guardie appena entrate.

-E perché dovrei- chiesi continuando a leggere Harry Potter e il calice di fuoco.

-Perché stai per essere mandata sulla Terra, ma prima dobbiamo metterti un bracciale per controllare i tuoi segni vitali- si intromette nella conversazione quello che dovrebbe essere mio padre ma che ormai considero uno sconosciuto. Senza neanche lasciarmi il tempo di pensare aa quello che mi è stato detto che 2 guardie mi prendono e sbattono con forza al muro, mentre un'altra mi mette il bracciale di metallo nel polso destro

-Fa piano- dico alla guardia che mi ha messo il bracciale che però mi ignora completamente mentre esce dalla porta seguito dalle altre guardie lasciandomi sola con mio padre.

-Possiamo parlare?- mi chiede l'ultima persona rimasta nella stanza.

-E sentiamo perché dovrei Kane- chiesi.

-Perché non si sa se la Terra è abitabile- inizia -e vorrei risolvere con te prima che tu parta- finisce distogliendo però lo sguardo e puntandolo ad uno dei muri della cella.

-Stai scherzando spero. Ci state mandando sulla Terra senza sapere se è abitabile, questo non mi infastidisce anzi sono contenta di andarmene da qui e soprattutto allontanarmi da te e da tutti voi che non fate altro che cercare di controllarmi- dissi per poi girarmi e mettermi di nuovo sul letto aspettando che Kane esca.

Dopo qualche ora due guardie tornarono a prendermi portandomi in una navicella quasi del tutto occupata da adolescenti sotto i 18 anni. Venni portata al piano superiore da un guardia che mi fece sedere e mettere la cintura.

Notai con piacere di essere seduta vicino a Jasper e Monty, due ragazzi conosciuti qualche mese prima con cui avevo fatto un po' di amicizia e qualche volta fumato erba insieme.

-Guarda un po' chi si rivede- dissi rivolta ai due ragazzi che si girarono subito.

-Luna!- dissero insieme evidentemente sorpresi di vedermi li, -che ci fai qui?-

-La stessa cosa che fate voi, vado sulla Terra- dissi ridendo, per poi zittirmi subito sentendo un botto. Ero cosi concentrata a parlare che non mi ero manco accorta di essere atterrata. I ragazzi intorno a me si tolsero le cinture velocemente e iniziarono a scendere al primo piano, mentre io me la presi con calma. Quando scesi al piano inferiore notai una folla vicino al "portone" che stavo accerchiando qualcosa, mi feci spazio tra le persone e notai tre persone discutere.

-Hey, dov'è il tuo bracciale?- disse una voce a me sconosciuta

-Ti dispiace, non vedo mio fratello da un'anno- a parlare questa volta è una voce a me molto conosciuta, quella di Octavia.

-A me non mi saluti?- chiesi andando dietro di lei, dopo essere riuscita a spostare qualche ragazzo, senza lasciare alla bionda il tempo di controbattere. Octavia rimane per qualche secondo a fissare il fratello, per poi girarsi verso di me con le lacrime agli occhi, abbracciandomi dopo avermi guardato per qualche secondo. Ad interrompere questo momento è però una ragazza tra la folla, di cui ancora non so il nome

-Volete aprire quel portellone!- grida ricevendo alcuni gridolini d'assenso, venendo accontentata subito da Bellamy, fratello maggiore di Octavia, che subito dopo abbassa la leva che teneva il "portellone" chiuso, permettendo a tutti noi di vedere tanti alberi circondati da un sole abbastanza luminoso, che ci fece chiudere gli occhi all'istante.

Nessuno dice nulla fino a quando Octavia non si fa avanti, andando lentamente verso l'esterno, si nota subito che è in ansia ma dopo essersi guardata intorno, ha alzato le braccia al cielo per poi urlare -WE'RE BACK BITCHES!- venendo travolta da quasi cento ragazzi che corrono fuori dalla navicella felici ed entusiasti di poter essere finalmente "liberi"

☯︎ᴀɴɢᴏʟᴏ ᴀᴜᴛʀɪᴄᴇ☯︎

Ciao a tutti questa e la mia seconda storia, mi scuso se ci saranno errori grammaticali e sarei felice che me li faceste notare in modo da correggerli e rendere questo libro più bello.

Non so se qualcuno avesse già iniziato a leggere questa storia, in tal caso potete notare che ho cambiato molto, a partire dal modo di scrivere che non mi convinceva.

Se vi è piaciuto mettete una stellina!

𝘈𝘓𝘐𝘝𝘌  - (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora