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Protagonist's pov
Oggi sarà il mio primo giorno alla Yuuei, non vedo l'ora. Mi alzai dal letto e mi lavai velocemente. Poi indossai la divisa della scuola, un giacchetto lungo nero con il cappuccio, dei guanti neri con le dita che escono fuori e delle scarpe nere. Pettinai i miei capelli castani lisci e lunghi e li lasciai sciolti. Andai allo specchio da terra nella camera e guardai quell'ombra nera che era la mia faccia con il cappuccio sopra. Lo levai lentamente osservando invece il mio vero viso. Rimasi lì a pensare un po', poi scossi leggermente la testa, indossai di nuovo il cappuccio e uscii di casa con lo zaino in spalla.
Mi diressi a scuola con la moto che non lascio mai quando mi sposto. Sentii il vento tra i capelli mentre girai per le strade della città. Fermai la moto a un vicolo vicino l'istituto e feci l'ultimo tratto a piedi.

Arrivai davanti al portone in metallo che ogni ragazzo vorrebbe attraversare. Ero ferma lì, a contemplare il grande edificio. Sistemai i guanti e il cappuccio e entrai nel cortile dove c'erano già molti ragazzi e ragazze che, al mio passaggio, indietreggiavano o mi guardavano in modo strano.

Non voglio farmi vedere in faccia, problemi?!

Mi dissi nella mia mente mentre continuai a camminare a testa alta, sicura di me. Spalancai la porta d'ingresso e iniziai a salire le scale per arrivare alla 1-A, classe a cui sono stata assegnata. Gironzolai un po' per i corridoi e poi mi fermai davanti alla porta della mia classe. Era molto alta con scritto a caratteri cubitali sulla porta la lettera della sezione. Di sicuro nessuno si sarebbe mai sbagliato. Guardai la maniglia come se volessi romperla da un momento all'altro. Avevo ansia...tanta. Non avevo mai avuto paura di essere me stessa, la solita io. Non pensavo di dover affrontare questo problema proprio adesso.

Forza, non sarà difficile, fai come hai sempre fatto e non succederà niente.

Alla fine riuscii a farmi coraggio e entrai nell'aula piena di banchi e sedie. Erano per lo più occupati da altri ragazzi e ragazze che si girarono verso di me contemporaneamente appena entrai. Iniziarono ad accerchiarmi sull'uscio della porta facendomi sentire a disagio, anche per le domande irritanti che mi facevano. Cercai di scansarli, ogni secondo sempre più violentemente visto che con la gentilezza non si risolve mai niente. Alla fine uscii da quell'inferno e riuscii a trovare pace in un banco vicino alla finestra.

Davanti a me riconobbi il ragazzo biondo dell'esame, sempre con quella sua espressione imbronciata sul volto. Lo osservai per un po' da dietro il cappuccio mentre mi domandai cosa gli passasse per la testa in quel momento.
<<Hey ciao.>> mi si avvicinò una ragazza che ruppe i miei pensieri. Aveva i capelli a caschetto castani e gli occhi del medesimo colore che esprimevano più eccitazione di quanta se ne possa avere.
<<Piacere io sono Uraraka Ochaco.>> disse tralasciando il fatto che non le risposi al saluto. Dopodiché rimase un attimo in silenzio ma riprese senza problemi.
<<Tu come ti chiami?>>
Ed ecco l'unica cosa che non avrei voluto che mi chiedesse in quel momento. Girai la testa dall'altro lato senza rispondere nuovamente. La sentii allontanarsi e io continuai a fissare fuori dalla finestra. Notai dopo che il biondo davanti aveva sentito tutto e ora mi stava guardando con la coda dell'occhio pensando di non essere visto dalla sottoscritta. Diressi così lo sguardo su di lui che abbassò la testa all'istante. Alzai gli occhi al cielo, anche se non mi poteva vedere da dietro il cappuccio.

Poco dopo entrò nella classe il professor Aizawa, l'eroe professionista Eraser Head, che più che un eroe sembrava un grande bruco giallo, visto il sacco a pelo che si ritrovava addosso. I miei compagni erano rimasti un po' scioccati: non era proprio quello che ci si aspettava al primo giorno.
<<Sedetevi e iniziamo subito la lezione.>> disse il professore che nel frattempo si era posizionato davanti alla classe, cercando di non addormentarsi a quanto pare.
<<Forza, facciamo l'appello per vedere se qualcuno, anche il primo giorno, manca.>> così iniziò a elencare tutti i nomi dei miei compagni da quel momento, finché, sfortunatamente, arrivò al mio <<...Ho->> si fermò. Tutti quanti si scambiarono occhiate confuse. Io guardai da dietro il cappuccio nero il prof. Lui, contemplava quel nome, lo scrutava e lo osservava pensieroso. Poi si decise finalmente a dirlo a tutti <<Homura Tomoye.>> era incerto, lo si poteva intuire da lontano un miglio che secondo lui c'era qualcosa che non andava. 

Alzai la mano <<Presente.>>. Feci intravedere i miei occhi al prof e ritornai all'ombra. Aizawa continuò a chiamare gli altri, ma non riusciva a non tenermi sott'occhio. Sorridevo, incerta se mi dovessi preoccupare anche io.  Per un po' ascoltai distrattamente gli altri nomi, fino a quando ne disse uno <<...Bakugou Katsuki.>> Il biondo di fronte a me alzò la mano. Allora è così che si chiamava...  

Non ne so il motivo, ma avevo una certa curiosità di scoprire di più su di lui. 

Intanto il professore ci spiegò che quella mattina avremmo fatto un altro test pratico in cui avremmo usato anche i Quirk. Andammo così in un cortile della scuola e ci fece fare varie sfide in cui potevamo usare i nostri poteri come volevamo, bastava che vincessimo. Io mi sentivo continuamente osservata, sia dal prof, che dal biondo. Era strana come sensazione. Comunque, sotto lo sguardo di Aizawa non utilizzai mai il mio Quirk, almeno, non lo feci notare. 

Arrivò poi un altra sfida: dovevamo lanciare una pallina il più lontano possibile. Tutti quanti la lanciarono utilizzando al meglio i loro Quirk in base a quella situazione. Poi toccò a Bakugou, che a quanto pare era sicuro di sé. La lanciò, 706 metri circa. Un lancio davvero formidabile, eppure meno forte quanto mi aspettavo. <<Signorina Homura, tocca a lei.>> Andai nel punto in cui dovevo lanciare quella palla. La presi con la mano, la osservai per qualche secondo e poi la lanciai, con la minima estensione del braccio all'indietro. <<708 metri.>>

<<Ma com'è possibile? Non si è nemmeno sforzata più di tanto!>> disse, parecchio arrabbiato, il biondo, poiché avevo fatto più di lui, anzi, più di tutti quanti. 

Aizawa ignorò il commento del ragazzo e cambiò discorso. Non sapevo cosa passasse per la testa di quel professore, ma sicuramente nulla di positivo su di me. 

Dopo quel lancio non ascoltai più di tanto quello che disse dopo, a quanto pare però voleva espellere qualcuno, eppure non espulse nessuno.

Tornammo in classe e ascoltai distrattamente le lezioni a seguire, non ero assolutamente concentrata. Guardavo fuori, il vento che muoveva dolcemente i rami degli alberi, però la mia tranquillità durò poco: la campanella suonò. Tutti i ragazzi si fiondarono fuori dall'aula con una velocità impressionante. Io aspettai che tutti se ne fossero andati per uscire in tranquillità.

Ero fuori dall'ingresso principale, assorta nei miei pensieri, quando...

<<Hey idiota.>> mi girai verso la voce che aveva parlato, non so perché ma ero sicura si fosse rivolta a me. Era Bakugou. Ancora era a scuola? Comunque non dissi nulla.

<<Come hai fatto?>> continuò non appena si fu avvicinato abbastanza. Non risposi. 

<<Ce l'hai la lingua o no?!>> era vicino eppure urlava come un matto.

<<Invece di chiederti come io abbia fatto, chiediti perché tu non ce l'hai fatta.>> dissi convinta. Lui sembrò innervosirsi. <<Però sei stato bravo, questo te lo posso concedere.>> finii e mi girai di nuovo per andarmene. <<La prossima volta, non riuscirai a battermi, idiota.>> sottolineò l'ultima parola e se ne andò anche lui per la sua strada.

Stai convinto, Bakugou...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 11, 2021 ⏰

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Explosion Love ~ Bakugou Katsuki Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora