20190417

54 9 13
                                    

Nel silenzio della notte tiepida e primaverile si sentivano soltanto il miagolare dei gatti e il cantare dei grilli.

A qualche ora fuori dal centro della città, in un piccolo villaggio situato nelle campagne che armonizzavano il panorama di Gyeongju, si potevano udire i primi negozianti aprire le serrande dei loro piccoli locali:I battiti alternati dei martelli che impastavano assieme all'acqua, il riso per la creazione delle tortine dai mille colori e sapori, che i ragazzini compravano prima di andare a scuola; la macina caffè del bar infondo alla strada pronto a servire il caffè e bevande calde ai lavoratori mattinieri per iniziare la giornata con energia.
Il dolce aroma di caffè sovrastò quello umido e nostalgico della brezza di quel periodo addentrandosi nelle abitazioni dall'architettura folkloristica.

HongJoong amava vivere in quel paesino, le grandi città non gli erano mai piaciute; gli piaceva svegliarsi con l'aroma del caffè appena macinato, aprire le porte scorrevoli e stiracchiarsi sul pianerottolo ammirando il panorama: campi di cotone, risaie e in lontananza i palazzi della metropoli. Un altro aspetto che amava tanto era che gli abitanti, si conoscevano tutti e questo gli dava un senso di calore e amore come se fossero una grande famiglia.
Una famiglia ce l'aveva ma  all'età di diciassette anni decise di andarsene a vivere in campagna. Sua madre all'inizio pensò che si stesse ritirando per diventare monaco, invece, durante una gita con il club d'arte,  il ragazzo si era innamorato delle tecniche di ricamo e stampa su abiti tradizionali, volendone imparare a tutti i costi i segreti.

Il ragazzo non proveniva da una famiglia benestante,  il primo anno si fece ospitare dalla sarta, che ogni giorno dopo scuola, gli insegnava nuove tecniche. La sera per mettere da parte i soldi per un appartamento tutto suo, lavorava part-time alternandosi  tra  il negozio di torte di riso e il bar in fondo alla strada.

Quella mattina la sveglia suonò presto, era il suo primo giorno in università, nonostante questa si trovasse in centro a Gyeongju non gli pesava molto. Quella era l'unica università vicina che offrisse un corso di moda.
Era super emozionato, il suo sogno di creare un brand tutto suo si stava facendo sempre più vivo: Hanbok modern style, completi formali con richiami alla tradizione coreana, abiti da sposa con fiori e farfalle ricamati in oro.
La sera prima si era dedicato a riordinare e catalogare per periodo i suoi progetti per il suo portfolio, ma soprattutto, passò ore a decidere cosa indossare. Non voleva sembrare né troppo sfigato né uno che se la tira; quindi optò semplicemente per un paio di jeans, una maglietta bianca e una giacca decorata da lui. 

 "Hongjoong-ah! Prendi questi, sappiamo entrambi che con lo stomaco vuoto non si riesce a ragionare!" Disse la signora Kim quando il ragazzo passò davanti al negozio di tortine di riso. Lui le diede il buongiorno con uno dei suoi miglior sorrisi e accettò le tortine.
 "Signora Kim, lei si che mi consce! Queste sono..."
"Le tue preferite" lo precedette la signora dandogli qualche pacca d'incoraggiamento sul fondo schiena.
"Grazie! Le mangerò con gusto! Ora devo scappare il pullman parte tra dieci minuti e non vorrei fare tardi." Disse quest'ultimo saluntandola con un inchino.
 Nel tragitto lo fermarono pure la signora del bar che gli offrì un Ice Americano, delle studentesse del liceo per augurargli buona fortuna.
Un buono inizio pensò il ragazzo sedendosi sul sedile del pullman. Durante il tragitto, un po' condizionato dalla musica che stava ascoltando, un po' per l'emozione, si mise a fantasticare un po'. Questo voleva dire solo una cosa: Nuove idee per il brand. 

Arrivato al campus ebbe la sensazione di essere diventato mini size, non era più abituato a girare in spazi grandi come quello, infatti, per raggiungere la prima aula ci mise un ora.
Le prime tre lezioni volarono in un battito di ciglia.
La quarta aula gli venne più facile raggiungerla, ma c'era qualcosa, o meglio qualcuno che non gli andava a genio. Perché il professore era così giovane? Che fosse uno dei suoi colleghi e che ancora non aveva preso posto? Un sostituto?
"Buongiorno ragazzi, io sono il vostro professore di Business Marketing Park Seonghwa e vi accompagnerò per tutto l'anno. Prima che mi dimentichi, il libro non lo useremo mai, prendete appunti e seguite le slide che vi fornirò."
Hongjoong pensò subito a quanto fosse irritante il professore, già dettava legge dal primo giorno.
Dopo l'appello però, il ragazzo si rese conto che non era stato chiamato. Che ci fosse stato un problema di stampa?
"Scusi? Non ha fatto il mio nome." Disse arrossendo.
Seonghwa sorrise dolcemente all'alunno e chiese "Lei sarebbe?"
"Kim HongJoong" sorrise a sua volta.
"Lei non risulta iscritto al mio corso, ma a quello del Professor Choi WonYoung Business Marketing livello I" fece notare quest'ultimo.
La classe iniziò a ridere e Hongjoong arrossì, si scusò e corse fuori dall'aula. Voleva sprofondare, ormai era troppo tardi per andare al corso giusto, desiderava solo tornare a casa e svuotare la mente tra una ricamo e l'altro.


ButterflyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora