Mi chiamo Anna e sono nata il 17 Giugno 1998, data curiosa direi, visto che in Svizzera il 17.6 era il giorno del termine della scuola, insomma un giorno felice per tutti, tutti tranne che per me, la mia nascita non è mai stata una festa particolarmente importante. Sono mulatta, mio padre è senegalese-jamaicano e mia madre è svizzera con origini liguri, insomma sono un bel miscuglio e per questo sono debitrice ai miei genitori. Quando compii 3 anni mio padre se ne tornò in Africa. Per anni non ebbi sue notizie, nemmeno mia madre. Ricordo il dolore della sua assenza; quando andavo al parco, mi ci portava la mia adorata nonna, mi divertivo comunque, ma le altre bambine erano con i loro padri, e il mio dov era..?
Bhè mi lasciò un vuoto enorme, ero davvero innamorata di lui, era il mio grande eroe con i suoi 2 metri e 2 centimetri e un sorriso perfetto. Nonostante lui non ci fosse non mi mancò nulla a parte un padre. Presto arrivò il primo giorno d'asilo, li vivevo ancora a Bellinzona. Ero così entusiasta e la mamma ancor di più. Il secondo giorno conobbi la mia migliore amica attuale: Sonia V.
Il tempo passò in fretta e pure gli anni, presto compii 5 anni, mia mamma mi presentò il suo compagno di allora. Era un brav uomo, alto, nero come la pece, spalle larghe e naturalmente un sorriso celestiale. Mi piaceva, non viveva con noi ma durante i week end veniva a trovarci e mi portava sempre dei regali, cd di musica italiana o americana, film, giocattoli e quant altro. La mamma lo conobbe durante un viaggio per l'africa nel 2002, in effetti lo conobbi anche io in quel viaggio ma inseguito non lo vidi più per molto tempo. Ci aiutò a scaricare le valigie pesanti a Dakar ( capitale del Senegal). Si chiamava Aliou, spesso veniva a prendermi all asilo e poi facevamo lunghe passeggiate. Mi sembrava che il tempo trascorso fino ad allora fosse passato in un attimo, che mio padre non se n'era andato proprio, in Aliou vedevo un padre, vedevo un ancora di salvezza. Alla fine mia madre lo lasciò nel 2005 e tutto finì anche per me.
La nostra vita continuò tranquillamente, ci trasferimmo e inseguito iniziai le elementari a Osogna, andavo a scuola fino a Gennaio e poi partivamo per il Senegal, dai tre ai sei mesi. Mentre la mamma in Africa lavorava per la nostra associazione umanitaria, io facevo la scuola privata in francese. Era una pacchia assurda! Mi divertivo molto con i miei coetanei africani, durante la ricreazione correvamo giù in spiaggia e ci buttavamo nell' Oceano. Facevamo proprio la vita Africana, con l'essenziale ma che ci bastava. Ricordo ancora quando costruirono il primo orfanotrofio e in contemporaneo l'ambulatorio. Quando finivo la scuola prendevo un taxi e mi facevo portare ai cantieri, li poi ci rimanevo per tutto il resto della giornata a giocare con gli altri bambini che vivevano li vicini. Che bei tempi erano quelli, ero così innocente.
Una domenica di marzo 2005 andammo al porto e prendemmo insieme a mio zio JeanMarie una piroga grandissima e stra colma di persone tutte dirette all isola di Lariana. C'era una gran festa africana, con musica a ritmo di tamburi o djembe e un grand pranzo. Quell'isola non era grandissima, ma era caratterizzata dai suoi enormi Baobab, alti più di trenta metri con le radici che uscivano dal terreno, allora mi sembrava toccassero il cielo.
Noi bambini giocavano a fare le scimmiette sui rami delle piante. Una vecchia signora francese venne a rompermi le scatole, mi tirava per la gamba dicendomi di scendere con quel francese parigino da cafona. Io che ero già cocciuta non la guardai minimamente. La vecchia andò a lamentarsi da mia mamma :
< signora faccia scendere sua figlia altrimenti cade e si fa male. >
< se dovesse cadere mia figlia non si preoccupi, si rialzerebbe e salirebbe subito sul ramo, ma grazie.>
rispose mia mamma con un sorrisino che mi ispirava una grande fiducia. Esattamente, la fiducia tra noi due è tutt'ora importante, mia madre sapeva quello che mi aveva insegnato e sapeva benissimo che se fossi caduta mi sarei rialzata, perché era quello che mi aveva insegnato. Comunque la francese non si arrese proprio, venne ancora a tirarmi per il piede e io sta volta le
morsi il braccio. Così forte che si mise ad urlare. Fù senz'altro una giornata da ricordare.
A metà Aprile tornammo in Svizzera e io continuai la seconda elementare.
Un giorno tornai a casa e trovai mio padre ad aspettarmi, era tornato e speravo per sempre. Ovviamente aveva un suo appartamento perché la mamma stava con Aliou, ma ero un sacco felice! Ogni week end andavo da lui e ci divertivamo. Mio padre Landing era un cuoco bravissimo, mi preparava ogni Domenica il brunch, che buono, faceva la pancetta, le uova, la torta salata e tante altre buonissime cose. Mi sembrava tutto perfetto. Avevo mia mamma, mio padre e Aliou. Ma purtroppo durò pochi mesi..
Un giorno verso sera piangevo, avevo 6 anni, la mamma aveva lasciato Aliou da qualche mese e io volevo andare da papà. Feci disperare così tanto la mamma che mi caricò in auto e mi portò da mio padre. Quando arrivammo, suonammo il campanello per cinque minuti senza risposta. Mi affacciai alla porta finestra e li mi crollò il mondo addosso. L'appartamento era vuoto completamente. Era partito di nuovo senza dire nulla, senza pensare alla sua unica figlia. Non mi aveva nemmeno salutata.
Da quel giorno iniziarono i problemi.
Piangevo sempre, a scuola non ci volevo andare, volevo solamente mio padre. Ma la verità è che mi aveva abbandonato per la seconda volta. A luglio iniziai la terapia con una psicologa infantile. Avevo appena compiuto 7 anni da un mese. Mi piaceva andarci, la psicologa di allora, Anna maria, mi faceva fare degli strani disegni e aveva tanti giocattoli nel suo studio. Anche se era divertente non aiutava il mio dolore e la mia rabbia verso mia mamma. Credevo che fosse lei la colpa di tutto ciò, capii dopo che non era colpa sua.
Ad Agosto mi trasferii ancora, a Cresciano, un piccolissimo paesino con 700 abitanti più o meno. Cominciai la terza elementare, era tutto diverso ma non troppo. Avevo un bravo maestro, suonava benissimo la chitarra e mi fece coltivare la passione per la musica. Spesso dopo lezione mi fermavo a cantare con lui, quanto lo amavo, era il mio migliore amico. A Gennaio partii come di solito. Mia madre si sposò con Momo un africano bravissimo che adoravo.
In quel periodo in Africa stavo davvero bene, avevo anche un fidanzatino, il primo, si chiamava Djanko, era bello bello, bello come si può avere a 7 anni non so se mi spiego.
Quando ripartii per la Svizzera venne anche Momo. Purtroppo non riuscii mai a vederlo come un padre, mi giurai di mai più cascarci e quindi nessuno più avrebbe potuto fregarmi con la storiella del padre-figlia. La mia mamma mi bastava.
Io e Sonia nel frattempo crescevamo sempre insieme, lei viveva a Bellinzona e io a Cresciano, erano solo dieci minuti di auto, ci vedevamo spesso per fortuna. Un pomeriggio avevo comprato dei tubetti di vernice per vetri, volevamo fare degli stiker per le finestre, ma quando tornammo dal negozio, eravamo chiuse fuori casa. Ricordo che ci scappava da tre ore, non potevamo più tenerla, quindi Sonia indicò i palazzi in faccia a casa sua, li c'erano tre cespugli vicini, che formavano un gabinetto appartato. Con sollievo ci svuotammo e poi qualcuno ebbe la geniale idea di colorare la nostra cacca con la vernice per finestre. Era proprio un capolavoro! La cacca rimase li davvero per anni prima di decomporsi. Ogni giorno Sonia controllava se era ancora li.
Finalmente compii 11 anni e andai alle medie. Il primo giorno di scuola non fu nulla di speciale, e nemmeno gli altri anni. Avevo paura dei grandi e fino alla terza media nessuno mi rispettava. Ero proprio una sfigata che aveva paura della propria ombra. In seconda media mi ammalai gravemente, avevo un brutto male. Ma guarii fortunatamente. Tornai a scuola e qualche mese più tardi tornai all ospedale per le tonsille e le adenoidi. Mi operarono e poi tornai ancora a scuola. Odiavo la scuola e odiavo ancor di più i medici e quel l'ospedale maledetto. Iniziò un periodo nerissimo, per colpa delle medie non potevo più andare in Africa per sei mesi. Mi dispiaceva così tanto. Quando mia mamma partiva restavo con mia nonna. Mia nonna Maria è una vecchietta carinissima davvero, cucina divinamente per non parlare del polpettone ligure, guarda sempre la Tv e ama la cantante Mina. È vedova dal 1993 ma lo stesso è piena di vita, ogni estate va a Loano in Liguria, ha una casa sul mare e li passa l'estate in tranquillità. Comunque il tempo passava lentamente, senza Africa non era più la stessa cosa..
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Sono diversa
General Fiction"Sono Anna, nulla di speciale in effetti, semplicemente non ho avuto una vita banale e noiosa, ma in verità ho dovuto affrontare diversi ostacoli, molti problemi e nonostante ciò sorrido. Nelle peggiori disgrazie ho trovato la forza di essere felice...