-Tieni il mio bel nome fuori dalla tua bocca.-
Glielo aveva sibilato dritto in faccia, talmente vicino che l'olezzo alcolico nel suo respiro gli aveva fatto storcere la bocca e dilatare le pupille, per permettere a quella figura ambigua di occupare ogni singolo centimetro del suo campo visivo.
JeongGuk si umettò le labbra, il drink scadente che stringeva tra le dita venne serrato con tale frustrazione da far sbiancare le nocche sporche dell' inchiostro che illustrava la sua più grande passione ed il raggiungimento dei suoi obiettivi.
Era un artista, il suo gruppo stava avendo successo e la carriera da solista sembrava oramai prossima e sfavillante, avrebbe guadagnato tanto da poter soddisfare ogni suo singolo capriccio.
O quasi.
Tutto quel che avrebbe voluto, in quel preciso momento, era quel ragazzo che stazionava davanti a lui con una stizza paragonabile a quella di una preda cocciuta ed iraconda, con i pugni elegantemente puntellati sui fianchi, fasciati da un succinto abitino azzurro, ed i lunghi boccoli biondi della parrucca leggermente arruffati lungo le spalle, nonostante avessero iniziato a divertirsi già da un paio d'ore abbondanti.
JiMin era impeccabile in ogni circostanza, che fosse sul palco, in sala prove, o durante una festa particolare come quella.
Ogni tanto il minore si chiedeva come avrebbero reagito gli altri nel sapere il loro ineccepibile ed esuberante ballerino usciva oramai da settimane di nascosto dal dormitorio il sabato sera per recarsi in quel locale, il COPYCAT.
-Che c'è, JiMin hyung, non posso nemmeno salutarti?-
Sapeva che stava giocando col fuoco, ma era più forte di lui.
Vestire i panni del "golden baby" per sette lunghi anni, senza la minima possibilità di mostrarsi realmente, iniziava a stargli stretto. Si ritrovava costantemente a sfogare i propri impulsi solo grazie ad apposite piattaforme ed all'aiuto della sua fidata mano.
Ma ora...
Oh, ora tutto iniziava a farsi decisamente interessante.
Non avrebbe mai immaginato che il suo collega avesse quelli che la loro società avrebbe definito "gusti discutibili", esattamente come i propri.
Ma quest'ultima parte poteva ancora attendere.
Poggiò una mano sulla guancia del biondo, percorrendo la curvatura morbida dello zigomo col polpastrello del pollice con misurata lentezza, e poté scorgere dal suo sguardo, illuminato dalle luci stroboscopiche del locale, che una parte di quella rabbia, nata dall'essere scoperto, si stava già diluendo in un desiderio mal celato.
-Ti ho detto che..-
-Con questa musica alta non riesco a sentirti, ti dispiace se ci spostiamo in un luogo più appartato?-
Lo vide irrigidirsi a quelle parole, ma per qualche strana ragione decise di dargli ascolto e, afferratolo per il polso, lo trascinò fuori dal locale, scivolando abilmente tra i corpi accaldati e guidati unicamente dal ritmo incalzante che usciva dalle casse.
Seguì quel corpo sinuoso ed agile fino ad una nicchia che sembrava il portale per un'altra dimensione di quei film che piacevano tanto a TaeHyung, complicati e ricchi di significati profondi sull'etica e sulla relatività del mondo che JeongGuk sembrò quasi comprendere solo quando ci passò realmente attraverso.
JiMin lo trascinava frettolosamente in quel corridoio, illuminato da luci al neon rosse e cosparso di porte e musica ovattata, con la tipica grazia di un ballerino. Guardandolo di spalle non si scorgeva affatto la differenza con una ragazza, se non fosse stato per la totale mancanze delle curve.
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Therefore I Am - JiKook
Short StoryVestire i panni del "golden baby" per sette lunghi anni, senza la minima possibilità di mostrarsi realmente, iniziava a stargli stretto. Si ritrovava costantemente a sfogare i propri impulsi solo grazie ad apposite piattaforme ed all'aiuto della sua...