UNDICI MESI DOPO
dall'ultima data stata scritta
LouisInizio novembre 2019
Louis guardava le sue mani che velocemente si muovevano l'una sull'altra con lo scopo di allentare la tensione. Ormai aveva deciso, sarebbe stato il suo ultimo giorno lì.
Si preparò in fretta facendosi un nodo troppo stretto alla cravatta che lo portò a tossire.
Arrivò al lavoro terribilmente in anticipo. John era già lì, seduto alla sua solita scrivania intento a sbrigare faccende burocratiche. Alzò lo sguardo e lo vide, gli rivolse un caloroso sorriso."Pronto?" gli domandò il collega.
"Sono nervoso ed elettrizzato allo stesso tempo. Cambierà tutto e... non so se sarò in grado di iniziare di nuovo da zero."
John sorrise abbassando lo sguardo. "Sai che potresti non ripartire completamente da zero, se solo lo volessi. Tornerai a casa e lì sai chi ci hai lasciato."
Louis scosse la testa rassegnato. "Ne abbiamo già parlato e ho preso la mia decisione tempo fa. Sono rimasto qua solo fino allo scadere del contratto, sennò ci avrei perso un mucchio di soldi e non mi avrebbero ridato il trasferimento in Inghilterra. Il fatto che io adesso torni a Canterbury non ha a che vedere con nessuno se non con me."
"Ma lui sarà là. Sarà dove è sempre stato e davvero non ti tocca per niente?" sollevò un sopracciglio.
"Io non so dove sia, e in caso fosse rimasto lì non è nulla di diverso da quando eravamo due estranei che non si erano mai incrociati. Ho sbagliato, mai me lo perdonerò ma ora non c'è nulla che io possa fare né qualcosa che voglia recuperare. Sarà andato avanti e non ho il diritto di ripiombare nella sua vita come se ciò non potesse avere ripercussioni sul suo stato d'animo. Merita di essere felice e un mio ritorno lo sconvolgerebbe soltanto."
Si fermò il tempo di assimilare tutta quella verità.
"Sono passati più di due anni, neanche ricorderà la mia faccia e io sto scordando il suo profumo... È giusto così. Torno a casa perché ho odiato questa città, ogni secondo in cui stavo qui ero un metro più lontano da lui. E non la sopporto perché mi ricorda ogni istante i miei errori."John si alzò dalla sedia girevole dandosi una leggera spinta con le mani toccando il piano, e lo raggiunse in piedi di fronte al tavolo al quale poco prima era accomodato. Gli posò una mano sulla spalla.
"Non dannarti, okay? Se pensi sia la decisione migliore allora va bene, sono sicuro troverai la forza e tutte le capacità per rifarti una vita."
Louis lo guardò riconoscente.
"Ora vai a parlare con il capo, è già nel suo ufficio. Prendi in mano quel trasferimento e corri in aeroporto, non voglio tu resti qui un minuto più del necessario. Devi stare bene d'ora in poi, intesi? Hai già sofferto fin troppo."
Il ragazzo, visibilmente commosso, con le lacrime agli occhi lo abbracciò più forte che poté nascondendo il volto nella sua spalla. "Grazie di ogni cosa. Non so come avrei fatto senza di te per tutto questo tempo."
"L'ho fatto con piacere, adesso sbrigati. E chiamami quando arrivi" gli lasciò un buffetto sulla guancia.
☼︎
Uscito dall'ufficio del suo superiore con in mano la lettera di trasferimento, rivolse a John un ultimo sorriso che subito fu ricambiato. Si fiondò giù per le scale, aprì così velocemente la porta a vetro che temette di averla frantumata, salì sul primo taxi che vide disponibile e si fece portare a casa. "Casa".
Con una velocità che non gli è mai appartenuta apre le valigie state riempite l'ultima volta quella sera. Non doveva più pensarci, non doveva proprio.
Infilò a raffica tutti i suoi vestiti, tutti i possedimenti che aveva deciso di portare con sé con in più ciò che aveva accumulato in quei due anni. Spazzolino, spazzole, caricabatterie vari, appunti, fogli, scarpe, felpe, camicie, completi, pantaloni della tuta, boxer, calze, e l'unico ricordo che lo teneva legato al suo passato. Da quel biglietto d'entrata alla mostra di Van Gogh non avrebbe mai potuto separarsi.
Ricontrollò che non avesse lasciato niente, aprì la porta. Si voltò per rivolgere all'appartamento un ennesimo sguardo.
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Possiamo far parlare solo i nostri quadri
Fanfiction"Stai flirtando" lo accusò il maggiore. "No, sto solamente dicendo ciò che sento. Non nego che vorrei ti ammaliasse, ma non lo pretendo. Perciò no, non penso di starci provando con te." Ci fu silenzio, e nel silenzio Harry avvicinò la sua mano a que...