Camminare mi era sempre piaciuto, ma ora no. Sono troppo stanco anche solo per parlare, cosa strana per me che normalmente non mi zittisco neanche con la bocca piena di cibo. Ma ora sono stanco, triste, arrabbiato, frustrato, in verità sono un turbine di emozioni che non so gestire.
Automaticamente ordino il mio solito frappé alla fragola. La mia bocca parla da sola e la mia mano si muove agile verso il portafoglio.
«Lascia, oggi tocca a me offrire». La ragazza al mio fianco mi precede con un sorriso stampato in volto.
Torno alla realtà: io e Malia.
Mi fa ancora strano dirlo, non ci credo di essere ritornato con lei, dopo tutto quello che è successo!
Non è vero che si impara dagli errori, anzi spesso gli ricommetti senza nemmeno rendertene conto. Succede e basta!«No, tranquilla» faccio porgendo i soldi al commesso.
«Davvero Stiles, FACCIO io» insiste dando i soldi all'uomo molto più velocemente di me.
Lei non avrebbe mai pagato, Lei avrebbe preferito che io pagassi il frullato e Lei, poi, mi avrebbe offerto i biglietti al cinema e Lei se ne sarebbe fregata delle mie lamentele e dopo mi avrebbe scoccato uno dei suoi sguardi con quei suoi occhioni verdi e io non avrei potuto resistere dal non darle un bacio.
«Ma ci sei o no Stiles?» sbotta Malia con anche il mio frappé in mano.
«Certo che si sono. Mi vedi, sono qui» sussurro cercando di essere ironico, ma con pessimi risultati.
«Si, ma non ci sei di testa» ribatte. «A cosa pensi?».
Non posso dirle che penso a Lei perché mi ucciderebbe ma in fondo anche Malia sa che sto pensando a Lei.
«Se non pensi a nulla allora pensi a qualcuno. Chi?» fa seria sorseggiando in modo inquietante il suo frappé.
Senza risponderle il mio sguardo si sposta dal suo viso, ai suoi occhi marroni, molto, anzi troppo diversi dai suoi, per poi guardare frustrato i miei piedi e infine il frappé alla fragola che mi ricorda troppo i suoi capelli. Quei bellissimi capelli biondi fragola. Amavo quando si girava di scatto e me li sbatteva in faccia, amavo quando ci giocavo come un bambino e amavo ancora di più il solletico che mi provocavano quando la baciavo o quando lei era coricata sopra di me e mi finivano sempre in bocca.
«Stiles... » sussurra Malia sventolandomi una mano davanti al viso. «Pianeta Terra chiama pianeta Stiles... Stai bene?».
Annuisco «Si, scusa, ero sovrappensiero».
«Me ne sono accorta» boffonchia guardando la programmazione dei film che danno oggi al cinema.
«Perché siamo al cinema? Dovevamo andare al parco» le chiedo quando stiamo oramai prendendo i pop corn.
Lei non avrebbe mai preso i pop corn, si sarebbe fiondata sulle caramelle e ne avrebbe prese così tante da avere il mal di stomaco per una settimana.
Ma Lei era così testarda, e nonostante le schifezze che mangiava, continuava a essere perfetta.«Si, dovevamo andare al parco, ma tu ti sei avviato verso il cinema e non ne volevi sapere di tornare indietro».
«Che film ci sono?» le chiedo sviando la conversazione.
«Uno romantico oppure uno d'azione».
Non mi chiede nemmeno ciò che preferisco, mi trascina a vedere quello d'azione.
Mi sedio sulla poltroncina rossa, in ultima fila, come desidera Malia, e subito parte il film.
Non gli presto molta attenzione, non mi piacciono i film con il sangue e con le morti, ne ho già vissute troppo.
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Another Love ||Stydia||
Short StoryPenso ancora a 𝐿𝑒𝑖. È impressionante come ogni cosa riporti direttamente a 𝐿𝑒𝑖. Il detto dice: tutte le strade portano a Roma, beh, per me vale il detto: ogni cosa porta a Lydia Martin, perché è così, almeno per me. ~ispirato alla canzone di...