[|Speciale: Anemone|]

21 1 0
                                    

Capitolo Speciale
Fiori di Anemone - La triste bellezza di qualcosa che ha breve durata

Jimin ha sempre indossato le stelle.
Ne era composto sin dalle origini: corpo, anima, le proprie ali. 

Ali, che appartenevano agli Angeli. 

Non erano materia pura, né sfumature di colore.
Non c'erano piume come si pensava e neppure erano morbide: al tatto apparivano ruvide, ma la vista veniva ingannata di continuo.
Volare era un'arte che in pochi avrebbero potuto compiere, e Park Jimin era proprio uno di loro.

Jimin era la più bella creatura del firmamento, coi suoi tratti delicati e gentili, dalle labbra rosse come le ciliegie e gli occhi, di un colore talmente astratto da non poter essere descritto con le superficiali parole degli umani. Qualche stolto avrebbe detto che fossero castani: Yoongi non faceva parte di quella categoria.
La sua fu una fortuna che avrebbe portato inevitabilmente alla tristezza.
Pur sapendolo, non gli bastò mai l'immaginazione. 

Il Mondo delle Creature di cui faceva parte, gli annodava già abbastanza la pelle verdastra.
Non poteva evitarlo. 

L'origine dei loro sguardi, dello scontro fra l'Angelo e il Serpente, avvenne in un modo insolito quanto preoccupante.
Gli Angeli non si ammalano, è impossibile per principio: Jimin, che era il più speciale di tutti, dovette arrendersi alla realtà quando il naso gli gocciolò per l'ennesima volta quel giorno di giugno. Era ancora più strano che avvenisse in estate, ma non se ne preoccupò.
Non quel giorno, né quello seguente o ancora dopo. 

La settimana successiva decise che la danza che avrebbe dovuto eseguire al Calar del Sole, l'ultimo per il Signor Kim, il padre di Taehyung, era fin troppo importante per avere un raffreddore del genere.
Avrebbe evitato di agire in quel modo, se potesse ritornare indietro? 

Jimin si sarebbe sempre risposto di no.
Jimin guardava senza vergogna dapprima il Dottore Min, i suoi occhi particolari che ricordavano i serpenti, i capelli verdognoli, la metamorfosi delle pelli che cambiano.
Jimin colorò con i gesti colui che lo curò, e poi se ne innamorò. 

"Dipingi me." Gli sussurrò un giorno Yoongi.
Lui non era il tipo di creatura che affidava a qualcuno parole simili, eppure ciò non sorprese Jimin. Le sue goti si colorano comunque di rosa, e non evitò di toccarlo in ognidove. Quella fu la prima volta che Jimin lo accarezzava in quel modo: fra l'intimità e la pittura ad olio che gli colorava la pelle, Yoongi si sentí colmo fino all'orlo della presenza dell'Angelo. 

'Angelo'. Yoongi ci pensò, e ripensò, e ancora.
Yoongi lo guardava, si lasciava toccare e dipingere, si trasformava in un suo quadro. E pensò di toccargli le ali.
Il suo gesto fu subito recepito da Jimin. 

Le ali erano un suo arto, un muscolo, un allungamento delle ossa. Erano la parte più privata, e sensibile, che lui possedesse.
L'unica, che avrebbe dovuto possedere. 

Yoongi sorrise maliziosamente - un sorriso molto, da lui - quando lo sentí sospirare con piacere. "Dipingi anche te." Gli suggerí allora. Jimin imbrattò due dita nel blu, le passò sulla sua bocca: si scambiarono respiri e sguardi. 

Quando l'aria si colorò di un rosso più intenso, Jimin baciò Yoongi. 

Si imbrattarono entrambi le bocche, si lasciarono andare a quegli impulsi. 

Yoongi non pensò più. 

Aveva trovato il senso della sua vita, lo scopo massimo e quello più autentico.
Infrangere ciò che era divino per guardare quelle stelle. 

Yoongi non poteva ancora sapere ciò che questo avrebbe comportato all'Angelo, né Jimin avrebbe voluto una punizione di fuoco e pentimento. 

Dio glielo aveva detto: doveva stare attento, perché solo gli umani sono divisi. Solo loro, e quelle creature, possono avere una doppia faccia. 

Lui era un Angelo, e gli Angeli non hanno Anime Gemelle.

"Nel vuoto che mi hai lasciato, cresceranno alberi giganti che con radici enormi invaderanno ogni luogo nel quale andrò. Fioriranno fiori, e i petali cadranno. Diverranno piume delle tue ali, e sarà la tua coperta, mentre io non potrò donarti calore." 

[...]



'

Volevo che Bloom in the Wet fosse il mio "nuovo personale inizio", ma ho sbagliato, ho perso tempo, non ho rispettato le scadenze che mi ero ripromessa. 

La verità è che non sono perfetta, non lo sono in nessuna delle cose che mi interessano davvero. Sono l'incarnazione di un bruco che spera di diventare una farfalla di Icaro Blu, che spera nella perfezione; la perfezione è irrealistica, però, è devo accettarlo. 

Non potrò seguire per sempre liste e piani, non posso abbassarmi alla tristezza né alle persone negative che mi affiancheranno nella vita. 
Devo solo essere me, con desideri oscuri e non, con ali storpiate di petali e paure. Molte, paure. 

Jungkook ha rappresentato tutto ciò per me. 

Alla fine, la sua scomparsa, non è un'arresa. Jungkook non ha perso. Jungkook ha vinto, ha vinto Taehyung e ha vinto una seconda possibilità. 

In quanto possono dire lo stesso, dopo essere spariti dalla terra? 

Jungkook ha iniziato un nuovo viaggio, e chissà questo dove lo porterà. 

Sicuramente, Taehyung lo terrà per mano. 

Entrambi sono farfalle. 

Grazie, B. 

bloom in the wet [ taekook ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora