☫ 5. ᴊᴇᴏɴ ᴊᴜɴɢᴋᴏᴏᴋ ☫

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La radura era un angolo oscuro e ribelle, separato dal resto del bosco come se il tempo non avesse mai osato sfiorarlo. Il fuoco al centro bruciava con una forza selvaggia, illuminando i volti dei ragazzi che si trovavano intorno, come se fossero creature di un altro mondo. Le risate, il rumore della musica distorta che veniva da una vecchia radio portatile, e il crepitio delle fiamme creavano un'atmosfera di caos quasi liberatorio, come se fosse permesso lasciarsi andare a tutto ciò che normalmente si nascondeva nelle ombre della propria vita.

Jimin si guardò attorno, il battito del cuore che accelerava mentre si sedeva vicino a Yoongi. Un senso di estraneità pervadeva la scena, ma allo stesso tempo, c'era qualcosa che lo affascinava: il disordine, l'anarchia, la libertà selvaggia che si respirava. Era come un riflesso della sua stessa vita, una continua oscillazione tra la volontà di controllare e l'impulso di perdersi nel nulla.

Improvvisamente, una figura conosciuta si fece strada tra la folla, avanzando con una certa sicurezza, un sorriso quasi da sfida dipinto sul volto. Jimin riconobbe subito Taehyung, che si avvicinava al fuoco con un passo che sembrava non avere alcuna fretta. Accanto a lui, vi era il corvino appariscente che Jimin trovava enigmatico,un viso mascolino con piercing che gli tracciavano linee audaci sul volto, come se ogni imperfezione fosse una dichiarazione di guerra contro la normalità. I suoi capelli scuri erano lunghi e disordinati, e il suo sguardo sembrava al contempo inaccessibile e magnetico, come se nascondesse mille storie mai raccontate.

Taehyung si fece strada tra i ragazzi con facilità, salutando con un gesto di mano alcune persone, e quando notò Jimin, il suo sorriso si allargò. Si avvicinò con passo leggero, come se avesse attraversato il caos che li circondava con naturalezza. "Ehi, Jimin," disse con una voce calda, passando la bottiglia di birra, "bevi qualcosa, rilassati un po'."

Jimin non ci pensò due volte. La bottiglia che gli veniva passata era l'invito perfetto a staccarsi dal suo vortice di pensieri. Senza esitazione, la prese, facendo un sorso che scivolò lungo la sua gola secca, sentendo per la prima volta da giorni una piccola sensazione di sollievo, come se il respiro diventasse finalmente più profondo.

"Chi è il ragazzo con te?" chiese Jimin, guardando l'oscuro ragazzo che stava vicino a Taehyung. L'aria intorno a lui sembrava vibrare di un'intensità diversa rispetto agli altri, come se appartenesse a un altro mondo, quello che Jimin non riusciva a comprendere.

Taehyung lo guardò con un'espressione divertita ma anche un po' scettica, come se stesse ponderando se rispondere o meno. Alla fine, annuì e, con una smorfia quasi di rassegnazione, rispose: "Lui è Jeon Jungkook."

Il nome suonò inaspettato. Jimin sentì una piccola scossa dentro di sé, ma non sapeva spiegarsi il perché. Non era per niente convinto di ciò che stava provando, ma qualcosa nella presenza di quel ragazzo misterioso sembrava risvegliare delle sensazioni sopite, come se ci fosse qualcosa di sinistro ma anche affascinante in quel volto.

Jungkook non sembrò neppure accorgersi di Jimin. Con il suo sguardo fisso davanti a sé, i piercing che riflettevano la luce del fuoco e i capelli che cadevano in un caos perfetto sopra la fronte, sembrava vivere in un mondo tutto suo. La sua presenza era imponente, anche se taciturna. Jimin, a quel punto, non riusciva a staccare lo sguardo, e, per un momento, il rumore attorno a lui svanì.

"Ti sembrerà strano," aggiunse Taehyung con un sorriso a metà, come se avesse letto i pensieri di Jimin. "Ma Jungkook non parla molto. È un tipo... misterioso. Non lo lascia mai capire veramente."

Jimin non rispose subito. Continuava a osservare Jungkook, che stava guardando il fuoco con uno sguardo concentrato, ma distaccato. C'era qualcosa in lui che sembrava sfuggire, come se non fosse mai completamente lì, come se appartenesse ad un'altra dimensione, un'altra realtà. Eppure, non riusciva a distogliere lo sguardo.

"Non sembri molto tranquillo," disse Yoongi, notando la reazione di Jimin mentre fissava il ragazzo misterioso. "Ti piace o ti spaventa?"

"Non lo so," rispose Jimin, la sua voce più bassa, come se le parole non riuscissero a uscire come voleva. "C'è qualcosa in lui... come se fosse... diverso. Come se fosse... non umano."

Yoongi lo guardò con una smorfia, poi rispose senza troppa convinzione: "Non è un mostro, Jimin. Solo un altro di noi."

La discussione si dissolse rapidamente, inghiottita dal frastuono della radura. La musica aumentò di volume, le risate diventarono più forti, e il calore del fuoco sembrò sciogliere il gelo che avvolgeva Jimin. Anche se qualcosa lo teneva lontano, anche se non riusciva a scuotere la sensazione che l'intera scena fosse irreale, c'era qualcosa nel caos che lo calava in una sorta di trance. Non aveva bisogno di pensare, non aveva bisogno di affrontare la realtà. Lì, in quella radura immersa nel bosco, era come se avesse trovato un piccolo angolo dove la sua mente potesse finalmente fermarsi, anche se solo per poco.

Jungkook si alzò improvvisamente, interrompendo il silenzio che si era creato intorno a lui. Si diresse verso il bordo della radura, con passi misurati, il suo corpo si stagliava contro l'oscurità circostante. Jimin lo osservò, non sapendo perché, ma il suo cuore accelerò leggermente. C'era qualcosa in quel ragazzo, qualcosa che attirava, eppure spaventava allo stesso tempo. Come una sirena che ti canta dal buio, ma sai che avvicinarti significa andare incontro a qualcosa che non puoi controllare.

Taehyung, accanto a Jimin, rise e gli passò un'altra bottiglia di birra. "Ti senti parte di questo caos, ora?" chiese, la sua voce sembrava incredibilmente tranquilla, come se fosse già immune alla follia che li circondava.

Jimin prese la bottiglia senza rispondere. Guardò Jungkook scomparire nell'oscurità, mentre il ragazzo si perdeva tra gli alberi, come un'ombra. Eppure, non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione che, da qualche parte, tra il fuoco e il fumo, tra le risate e le urla, stesse accadendo qualcosa di molto più grande. qualcosa che avrebbe cambiato tutto.

ᴀʙᴇʀᴅᴇᴇɴDove le storie prendono vita. Scoprilo ora