La notte al lago di Aberdeen era diversa dalle altre. Il cielo si distendeva sopra di loro come un manto nero che sembrava non finire mai, senza stelle a spezzarne la superficie. Un silenzio profondo regnava sul paesaggio, come se la natura stessa trattenesse il fiato. Solo il lieve fruscio delle fronde dei cedri, mossi dalla brezza, interrompeva quel vuoto perfetto. Le acque del lago, nere come l'oscurità che le circondava, si riflettevano con inquietante chiarezza. La quiete sembrava immutabile, come se il tempo stesso fosse sospeso, congelato in un momento senza fine. Un'atmosfera che aveva il sapore di un segreto non detto, nascosto tra le ombre della notte.Jimin si trovava lì, seduto su una roccia bagnata, le gambe accavallate e lo sguardo fisso sull'acqua che sembrava inghiottirlo in un vortice profondo. L'acqua, fredda e muta, sembrava chiamarlo in un silenzio che non riusciva a decifrare. C'era qualcosa di inquietante in quel paesaggio, una sensazione di vertigine che lo pervadeva come un'emozione che non riusciva a catalogare. Non era paura, ma qualcosa di più sottile. Forse il timore di ciò che il lago poteva nascondere, un abisso che non voleva esplorare.
Accanto a lui, Yoongi rimaneva silenzioso, la sua figura avvolta nella stessa oscurità che li circondava, quasi fosse una parte del paesaggio stesso. Non si voltava, non parlava, ma sembrava percepire tutto ciò che Jimin stava vivendo in quel momento. L'aria, satura di umidità, di un silenzio tanto pesante da sembrare un peso fisico, diventava difficile da respirare. Il suo sguardo, tuttavia, era fisso e penetrante, come se stesse cercando di carpire qualche frammento del pensiero che Jimin aveva nascosto tra i suoi silenzi.
Alla fine, Yoongi parlò. La sua voce era bassa, come una corrente sotterranea che rompeva il silenzio solo per pochi attimi, ma che lasciava un'impronta profonda, come una cicatrice appena accennata.
"Perché ti avvicini a lui?" La domanda era semplice, ma la sua intensità era tale che sembrava carica di significato. Yoongi non stava chiedendo una risposta immediata, non cercava spiegazioni facili. La sua voce non era accusatoria, ma il tono che usava sembrava come se volesse costringere Jimin a scavare dentro di sé.
Jimin si voltò lentamente verso di lui. I suoi occhi, normalmente pieni di una vitalità nascosta, erano ora persi, come se cercassero di sfuggire alla domanda. "A chi ti riferisci?" chiese con voce flebile, ma Yoongi lo conosceva troppo bene per non riconoscere l'irritazione velata, il desiderio di cambiare argomento, di fuggire dalla verità che gli stava appena sfiorando.
"A Jungkook." Yoongi lo guardò fisso, senza la minima esitazione. "Perché ti avvicini a lui? Che cos'è che ti spinge verso di lui, Jimin? È solo curiosità, o c'è qualcosa di più?"
Le parole di Yoongi tagliarono l'aria come un coltello affilato. Jimin abbassò lo sguardo verso il lago, il cui scuro abisso sembrava chiamarlo in modo sempre più pressante. Si sentiva intrappolato in una rete invisibile di emozioni che non riusciva a definire, eppure sapeva che, in qualche modo, Yoongi aveva ragione. Qualcosa lo spingeva verso Jungkook, ma non sapeva cosa fosse esattamente. Un legame che, seppur fragile, stava crescendo ogni giorno di più, un legame che non riusciva a spiegare neanche a sé stesso.
"Non lo so," rispose infine, la sua voce bassa, come se temesse di scoprire la verità nascosta dietro quella domanda. "Forse è solo... una sensazione. Una sensazione che non riesco a fermare, che cresce ogni giorno di più."
Yoongi lo osservò con attenzione, come se stesse cercando di scrutare l'anima di Jimin attraverso i suoi occhi. Poi, senza distogliere lo sguardo, aggiunse: "Attento, Jimin. Stai facendo un grosso errore."
Jimin alzò lo sguardo, confuso. "Cosa intendi dire?"
Yoongi rimase in silenzio per un lungo momento, il suo viso diventato improvvisamente serio, il tono di voce più grave. La sua calma inquietante contrastava con l'agitazione che stava crescendo dentro Jimin. "Jungkook non è chi pensi che sia," disse infine. "Non è il ragazzo misterioso e affascinante che ti piace immaginare. Jungkook è... diverso. un anno fa, qui, al lago, ha visto qualcosa che ha cambiato tutto. Ha fatto qualcosa che non può essere dimenticato."
Jimin provò una fitta di preoccupazione nel petto. La sua mente correva a mille, cercando di raccogliere i frammenti di quelle parole. "Cosa... cosa è successo?"
Yoongi lo guardò intensamente. "Un ragazzo è stato ucciso qui. Un anno fa, proprio qui, vicino a queste acque. Il suo corpo è stato trovato all'alba, quando l'acqua ancora rifletteva il cielo di un colore grigio, come una tela senza vita. E Jungkook è stato accusato."
Jimin non riusciva a credere alle sue orecchie. Le parole di Yoongi suonavano come un incubo che prendeva forma. Jungkook accusato di omicidio? Quella figura che sembrava tanto distante, tanto incomprensibile, ma anche così affascinante... come poteva essere coinvolto in qualcosa di così oscuro?
"Accusato di omicidio?" ripeté Jimin, con una voce che tradiva la sua incredulità.
"Sì," rispose Yoongi, il suo sguardo penetrante. "Le prove non erano chiare, ma il suo nome era sulla bocca di tutti. La sua storia, il suo isolamento, la sua natura strana... tutti lo hanno accusato. Ma nessuno, nemmeno le autorità, hanno mai realmente capito cosa fosse successo. Forse lo sapeva solo lui."
Jimin restò in silenzio. La mente gli si fermò per un istante, mentre il lago di Aberdeen sembrava diventare ancora più oscuro, più impenetrabile. Aveva sempre visto in Jungkook una sorta di dolore nascosto, un'ombra che lo seguiva senza che lui fosse mai riuscito a capirne la causa. Ora, però, quella stessa ombra sembrava allungarsi su di lui. Eppure, nonostante tutto, Jimin sentiva che non riusciva a staccarsi da quella figura, da quel ragazzo che lo aveva affascinato fin dal primo momento in cui l'aveva visto.
"Non ci credo," disse infine, la sua voce spezzata dalla confusione. "Non credo che Jungkook abbia fatto qualcosa di male. Non lo credo."
Yoongi rimase impassibile. Non fece nessun commento, ma il suo sguardo sembrava più penetrante che mai, come se stesse cercando di leggere le emozioni che Jimin cercava di nascondere dietro quelle parole.
"C'è qualcosa che ti sfugge," disse Yoongi. "Il dolore di Jungkook non è solo il suo. In qualche modo, è anche il tuo. E più ti avvicinerai a lui, più sentirai quella oscurità che ti trascinerà dentro. Non è un cammino che puoi percorrere senza pagarne il prezzo."
Jimin non rispose. Non riusciva a rispondere. Il lago di Aberdeen, ora, non sembrava più così placido. Le sue acque nere riflettevano l'oscurità che stava invadendo la sua mente, un'oscurità che non avrebbe potuto più ignorare.

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ᴀʙᴇʀᴅᴇᴇɴ
FanfictionJimin è un ragazzo intrappolato tra il peso di un passato che lo tormenta e il desiderio di un futuro che gli sfugge. La sua esistenza è scandita dalla solitudine e dal rimorso per la morte di Revi, l'amore che non è mai riuscito a proteggere. Quand...